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Esperimento d’amore

di LOUISE ALLEN

Convinta di non poter mai ricevere un’offerta di matrimonio come si deve, l’anticonformista Lady Chloe Albright prende al volo l’opportunità di fingere un fidanzamento con Lord Christopher – Kit – Fellingham, Conte di Twyford. Avendo amato Kit per anni e in segreto, ha imparato a nascondere le sue pene d’amore. Per lui non può essere più della sorella minore del suo migliore amico e compagno di studi. Ora deve mettere in pratica le sue tecniche di consumata attrice dei sentimenti per un esperimento d’amore. Funzionerà?

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“La mia opinione conta ben poco, dal momento che è malcostume diffuso che in casa sia l’uomo a comandare” esclamò Chloe.

“Mah! Solo perché ha i cordoni della borsa” ribatté Kit.

“E anche perché in Parlamento vengono eletti solo uomini e sono loro a decidere cosa sia giusto e cosa non lo sia. Stando alla legge, l’uomo può persino picchiare la moglie e uscirne pulito a livello legale”.

“Non credo che il mio solo voto alla Camera dei Lord possa decidere per il suffragio universale” ammise Kit. Posò il coltello e osservò le sue mani, quasi con disgusto. “Ma posso assicurarti che non mi è mai passato nemmeno nell’anticamera del cervello di alzare le mani su una donna”.

Chloe si sentì rassicurata da quelle parole. Sapeva che Kit non ne era capace ma sentirglielo dire era un balsamo per il suo cuore.

“E inoltre le mie residenze sarebbero comunque sotto il tuo controllo, Chloe. Certo, mi aspetto che tu mi consulti, talvolta. Sui lavori di ristrutturazione o se vuoi buttare qualche cimelio di famiglia, per esempio...”

Tutto ciò le sembrava alquanto ragionevole. “E i figli?” gli chiese.

“Chloe!” gridò Penelope.

Si girò verso sua sorella che sembrava agitata oltre ogni dire. “Che c’è?”

“Non sono discorsi da fare a tavola!”.

“È importante, invece!” protestò lei con veemenza.

“Certo che lo è” intervenne Kit. Le sue guance avevano ripreso colore e appariva più bello che mai, agli occhi di Chloe. “Ne discuteremo con calma dopo, da soli”.

Penelope tossì per poi borbottare qualcosa riguardo a uno chaperon che avrebbe dovuto assistere alla conversazione fra due fidanzati e a Chloe, ma nessuno capì cosa volesse dire.

Oh, no, non ho bisogno di nessuno chaperon... pensò Chloe rabbrividendo. Ri­pensò al bacio che lei e Kit si erano scambiati e si sentì all’improvviso a disagio sulla sedia.

 

Terminata la cena, James chiese a Kit se volesse andare al club con lui per fumare il sigaro e discutere con gli altri illustri membri. Con grande stupore e delizia di Chloe, lui rispose di no, perché aveva questioni urgenti da discutere con la sua promessa sposa.

“Sciocchezze!” esclamò James ordinando di far preparare la carrozza.

Penelope disse di non avere alcuna intenzione di fare la maglia mentre sua sorella intratteneva scandalose conversazioni con un gentiluomo, anche se quest’ultimo era il suo fidanzato. Prese un romanzo dalla biblioteca e si diresse a passo sicuro nella sua stanza.

“I figli” esclamò Kit, quando finalmente si ritrovarono da soli in biblioteca. Prese due campioni di roccia e se li girò tra le dita. “Almeno quattro, no?”.

“Penso che sia prematuro discutere sul numero di figli, ora. Potremmo non essere così fortunati” disse, anche se in cuor suo era felice all’idea di avere una grande famiglia. “Per quanto riguarda la loro educazione... non userai la frusta, vero?”.

“Non lo farei mai nemmeno con i cavalli, figuriamoci con i bambini!” si affrettò a dire Kit. “Mi hai preso per una bestia?”.

“No, certo che no” rise Chloe. “Ma vorrei che le nostre figlie fossero istruite come i maschi”.

“Ovvio” Kit parve esitare un attimo. “Chloe, sono un uomo piuttosto ordinario. Ma farò del mio meglio per essere all’altezza delle tue aspettative. Discuterò con te di ogni cosa, ascolterò sempre il tuo parere. Non posso prometterti, tuttavia, di fare tutto ciò che vuoi”.

“Non desidero che tu faccia tutto ciò che ti chiedo!” esclamò lei, avvicinandosi a lui. Le venne la voglia improvvisa di accarezzargli la fronte corrugata. “Non voglio un marito zerbino, ci mancherebbe! Sarebbe terribile. A me piace discutere su ogni cosa, valutare tutti i punti di vista”.

Gli occhi di Kit si ridussero a due fessure. “Non sono sicuro che piaccia a me di­scutere su ogni cosa. Speravo nella quiete domestica, nell’armonia, non in un ménage familiare peggiore di una discussione alla Camera”.

“Capisco” si affrettò a rassicurarlo Chloe e si trattenne dallo spiegargli le ragioni profonde di tutte quelle sue richieste. Anche lei voleva vivere in armonia e serenità. E ora lo zerbino sono io... ma se si aspettava di sposare una donna normale, non avrebbe detto di sì a me. Povero amore mio, devo averti spaventato con tutti questi discorsi. Dovrei fare una di quelle moine che fanno le donne quando vogliono domandare perdono, ora.

Già, ma come si fa?

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