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Matrimonio in mare

di CHRISTINE RIMMER

Rafe McMillian è innamorato di sua moglie e del suo lavoro, ma ha ricevuto un messaggio molto chiaro: se non la porterà in crociera ai Caraibi la loro relazione non potrà durare!
Dopo otto anni di matrimonio, una carriera impegnativa e due figli, Gwen sente che la sua relazione con Rafe sta andando alla deriva. Tutto ciò che desidera è poter passare un po' di tempo con suo marito, possibilmente lontani dal mondo, per riaccendere la passione.
Con l'aiuto – non richiesto- di una tempesta in mare, sta per realizzare il suo desiderio in un modo che non avrebbe mai immaginato...

5

Gwen si chinò e prese in braccio il gatto che si era avvicinato a lei quando aveva fischiato. "Be', e tu chi sei? Cosa ci fai qui?" Il gatto fece le fusa e si strofinò contro la sua mano, chiedendo di essere accarezzato. Gwen lo fece.

"È domestico" disse Rafe.

Gwen grattò l'esserino peloso sotto il piccolo mento appuntito. "Ti piace così, eh? Significa che probabilmente c'è qualcuno che vive qui, da qualche parte. O almeno c'è una sorgente d'acqua, giusto?"

Rafe guardò il gatto con maggiore attenzione.

"Probabilmente sì per quanto riguarda la sorgente, almeno. Ma l'animale probabilmente è stato abbandonato qui da una barca o qualcosa del genere. Sembra tutto pelle e ossa."

Gwen dovette ammettere che Rafe aveva ragione. Le costole del povero animale erano fin troppo evidenti sotto la pelle.

Rafe suggerì: "Mettilo giù. Vediamo se ci porta da qualche parte".

Gwen fece come le aveva detto. Il gatto si mise a sedere ai suoi piedi e la guardò con aria speranzosa.

"Grazie mille, piccolo" mormorò Rafe. Poi guardò di nuovo verso Gwen. "Sei sicura che ti senti di venire a esplorare un po' con me?"

Gwen annuì con fermezza.

"Va bene, allora. Andiamo. Non abbiamo molto in fatto di equipaggiamento. Tanto vale portare tutto con noi."

 

Stava cominciando a fare piuttosto caldo, perciò Gwen si legò l'impermeabile intorno alla vita. Indossarono di nuovo i giubbetti di salvataggio. Rafe si mise il fischietto intorno al collo e presero uno specchietto ciascuno.

Si misero in marcia sotto gli alberi, spostandosi segnando una linea perpendicolare rispetto alla spiaggia lungo quello che sembrava essere un sentiero, anche se Gwen non aveva idea di chi o cosa l'avesse potuto creare. E aveva troppa sete ed era troppo stanca per sprecare le sue energie a chiedere a quel suo nuovo marito, esperto di sopravvivenza,   come   aveva   deciso da quale parte andare. Lo scheletrico gatto grigio li seguì, a volte precedendoli, a volte prendendo posto nella retroguardia e a volte tagliando attraverso la boscaglia a sinistra o a destra del sentiero.

Arrivarono a quella che sembrava una biforcazione sul sentiero, Rafe lungo il tragitto aveva raccolto delle pietre per fare una rozza freccia da posizionare sul terreno e indicare la direzione da cui erano venuti. La prima volta che lo fece le spiegò che comunque non era eccessivamente preoccupato di come tornare alla spiaggia.

Era ad est, più o meno, dal momento che il sole era sorto da quella direzione. Sarebbero tornati indietro senza troppi problemi più tardi, per costruire un fuoco di segnalazione. Ma ci sarebbe voluto del tempo per farlo, per raccogliere la legna necessaria ad alimentarlo. Al momento la cosa principale da fare era trovare dell'acqua.

Non camminavano da molto, forse da dieci o quindici minuti, quando sentirono un ronzio verso est.

Un aereo. Il cuore di Gwen fece un balzo di gioiosa, frenetica speranza. Tirarono entrambi fuori gli specchietti e corsero verso una radura, usando i raggi del sole per fare segnali con i piccoli rettangoli di vetro riflettente.

Ma non servì a niente. Sentirono il motore allontanarsi prima ancora di aver intravisto l'aeroplano.

Per lo sconforto la bocca di Gwen sembrò diventare ancora più secca di prima mentre il ronzio svaniva in lontananza. Ma non aveva intenzione di darlo a vedere. Gwen chiuse gli occhi, fece un profondo respiro e tenne le spalle dritte.

Rafe scosse la testa. "Che c'è?" chiese lei.

"Forse avremmo dovuto restare vicino alla spiaggia. Lì allo scoperto abbiamo maggiori probabilità di essere visti. Avrei dovuto almeno prendere del tempo per cercare delle rocce abbastanza grandi da scrivere un SOS sulla sabbia."

In quel momento Gwen vide la preoccupazione negli occhi di suo marito. Era un'enorme responsabilità quella di prendere il comando, di prendere decisioni su quali azioni intraprendere e in quale ordine. Una scelta sbagliata avrebbe potuto costare la vita ad entrambi.

Era necessario rassicurarlo. "Fra poco torneremo allo scoperto" le ricordò Gwen. "Quando avremo trovato dell'acqua."

Lui fece una smorfia. "Tu sembri piuttosto sicura che la troveremo."

"Lo sono. Fidati di me. So quello che sto facendo."

Entrambi risero. E poi Rafe sollevò una mano. "Ascolta."

Rimasero lì fermi, in silenzio, tendendo le orecchie. Il gatto grigio era seduto in mezzo a loro, e guardava prima uno e poi l'altro.

"Uccelli" sussurrò Gwen. "Sento degli uccelli. E dei piccoli fruscii nel sottobosco."

Rafe aveva la testa piegata di lato. "Aspetta qui. Torno subito." Si voltò e si addentrò nella boscaglia.

Gwen fece come le era stato detto, tentando di non pensare a quali grossi serpenti o insetti velenosi potessero essere in agguato tra le contorte radici degli alberi, aspettando l'occasione di affondare i loro denti o le loro tenaglie nei poveri piedi nudi di suo marito.

Meno di due minuti dopo Rafe la chiamò. "Vieni! Di qua!"

Gwen si infilò tra gli arbusti, girò intorno ad una grossa roccia grigia... e vide suo marito nello stesso momento in cui vide il ruscello che si tuffava in un piccolo laghetto trasparente.

Rafe era in ginocchio accanto al laghetto, le mani immerse nell'acqua cristallina. La assaggiò e le sorrise.

"È acqua dolce" precisò, gli occhi che gli brillavano. "Acqua dolce, Gwennie. Vieni. Bevi."

Gwen non se lo fece ripetere due volte. Corse verso il ruscello, si gettò prona sulla riva e bevve la fresca e meravigliosa acqua con le mani.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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