The Joint
di SILVIA CARBONE E MICHELA MARRUCCI
Li avete conosciuti in The Pleasure, e ora Silvia Carbone e Michela Marrucci regalano a tutte le lettrici una lettura gratuita che racconta l’intensa e molto passionale storia d’amore tra Tom e Floyd. Buona lettura! |
Floyd entrò per primo nell’appartamento e si irritò ancora di più quando il compagno chiuse la porta con un gesto rabbioso. Si voltò a guardarlo in cagnesco mentre l’altro lo fissava con uno sguardo infuocato negli occhi. Ebbe l’impressione che volesse mettere un muro tra loro e il mondo esterno: un gesto romantico se non avesse avuto il respiro pesante.
«Sinceramente non capisco perché tu sia ancora così arrabbiato. Non è successo niente» tentò di rabbonirlo Floyd, anche se gli dava fastidio giustificarsi.
«Oh, ma davvero?» il tono brusco e canzonatorio di Tom lo ferì. «Vado via qualche giorno per lavoro e cosa trovo al mio rientro? La tua lingua nella bocca nella sua bocca.»
L’espressione di Floyd si fece più dura e strinse la mascella cercando di contenersi. «Non ci provare, Tom. Non è come credi, ma se non mi dai modo di spiegare questa discussione andrà a finire molto male» lo avvertì.
«Tu...» l'uomo fece un passo avanti. «Mi hai tradito. Eravamo d'accordo di usarlo solo per un gioco da fare insieme. Noi eravamo esclusivi.»
«Eravamo?» Floyd si tolse la giacca e la gettò verso il divano. «Ho solo accettato un passaggio fino a casa. L’ho incontrato per caso sul molo quando abbiamo chiuso il locale. Stavo per chiamare un taxi quando lui si è fermato. Volevo solo tornare a casa il prima possibile perché mi avevi detto che stavi rientrando.»
«E come ci sei finito con lui avvinghiato a te?»
«Tom, cerca di darti una regolata perché mi stai facendo incazzare di brutto. Cosa cazzo pensi sia successo? Ci ha provato. Ha iniziato il discorso dicendo che sperava di ricevere una nostra telefonata ma poi ha finito con chiedermi di uscire e di passare una notte insieme. Gli ho detto di no, ovviamente, ma mentre stavo per scendere dall’auto, mi ha preso alla sprovvista baciandomi.»
«E ti è piaciuto?» chiese minacciosamente l’uomo.
«L'ho rifiutato, non hai visto?»
Tom studiò l’espressione sul volto del suo compagno prima di emettere la sua sentenza. «Ti è piaciuto, cazzo.»
Floyd sospirò, esausto. «No, non mi è piaciuto. E sinceramente mi dà fastidio questo atteggiamento perché nonostante ti stia spiegando come sono andate le cose, continui a voler vedere qualcosa che non esiste. Io amo te e nessun altro. Sei tu che hai voluto che provassimo qualcosa di nuovo e prima che tu lo dica, sì, mi è piaciuto, ma questo non vuol dire che io voglia tradirti. Io sto bene anche solo con te. Non ho bisogno di altri uomini per divertirmi, mi basti tu. Ma non posso negare che questa mancanza di fiducia da parte tua mi ferisce, cazzo. Tu dovresti essere la persona che mi conosce meglio.»
Tom si passò una mano fra i capelli e intrecciò le dita dietro al collo, osservandolo. Floyd rimase immobile fino a quando non vide Tom azzerare le distanze e attaccare la sua bocca alla sua in un bacio disperato. «Scusa. Sono un coglione» gli disse a fior di labbra prima di stringergli il collo con la mano per inclinargli la testa e approfondire il bacio in uno scontro di lingue e denti. Un ritmo primordiale dettato solo dall’urgenza di essere ancora più vicini e la necessità di togliere ogni barriera dai loro uccelli duri che sfregavano a ogni movimento dei loro fianchi.
Con la fronte premuta contro quella di Tom, Floyd prese una boccata d’aria. «Andiamo di là.» Ordinò Tom e Floyd constatò per l’ennesima volta che amava il suo modo di fare autoritario che lo spingeva immediatamente a ubbidire incamminandosi verso la loro camera.
Si spogliarono nel buio della stanza e Floyd sentì Tom armeggiare in un cassetto per prendere un preservativo e la bottiglietta del lubrificante. Si stese e aprì le gambe in un tacito invito.
«Morirei per te.» Dopo un altro bacio passionale, Tom sistemò le gambe del suo amante portandole sopra le spalle. Spalmò il lubrificante nella sua mano e iniziò a prepararlo. «Sei mio» disse spingendo lentamente la punta dentro di lui e quando la cappella sparì dalla sua vista, con un colpo di reni, affondò completamente.
«Per sempre» gracchiò Floyd con la voce roca sotto il ritmo incalzante dei suoi colpi. Ogni volta che i loro corpi si univano Floyd provava un senso di pace come non gli era mai successo. «Mi sei mancato» mugolò tenendosi alle braccia di Tom. L’uomo iniziò a pompare prima con molta calma ma poi le stoccate divennero sempre più veloci e profonde. Floyd si dimenava sotto di lui quasi vicino all’orgasmo, quando Tom si bloccò e si tirò fuori facendolo mugolare. Tom lo voltò obbligando Floyd a carponi sul letto con le gambe divaricate e i gomiti sul materasso. Gemette quando riprese a scoparlo.
«Amo come il tuo corpo risponde al mio tocco» disse con voce strozzata Tom, passando la mano aperta sulla schiena del compagno. «Amo vedere come ti inarchi mentre sprofondo dentro di te» disse stringendo gli occhi per via del fastidio dovuto al sudore che colava dalla fronte. Continuò a mantenere un ritmo incalzante e strinse il fianco di Floyd prima di tremare travolto da un orgasmo che portò entrambi al piacere.
Tom si accasciò su di lui e il ragazzo voltò il viso per guardarlo. «Tutto bene?»
Tom annuì con il volto sepolto fra le sue scapole. «È stato fottutamente bello» riuscì a dire prima di alzarsi sulle mani e voltarlo per guardarlo negli occhi. «Scusami per prima, ho reagito proprio di merda.»
«Non farlo. Probabilmente avrei reagito alla stessa maniera se ti avessi visto con un altro. Ma non ti tradirei mai, perché mi rendi felice.»
Tom si alzò e gettò il profilattico nel cestino prima di tornare a sdraiarsi insieme a Floyd. Si chinò per baciarli il naso. «Da oggi niente più cazzate, solo io e te.»
Floyd sorrise e si sporse per baciarlo. Un bacio dolce e sensuale che aveva il gusto di promesse importanti.
***
Due anni dopo….
«Sei sicuro?»
«Sì, ci sono tanti bambini al The Border che hanno bisogno di una famiglia.»
«E tu pensi che Rafiq e la sua nuova moglie ci aiuteranno ad adottarne uno?»
Tom annuì. «Vedrai che andrà bene. Ora muoviti che Shad ci sta aspettando per andare all'aeroporto.»
«È stato gentile a volerci accompagnare. Mad è arrabbiata perché le ho proibito di venire con noi, ma non può portare ancora i gemelli fuori dal Paese. Non mi parla da giorni.»
Tom sorrise. «Vedrai che le passerà, e comunque Madison Blein è brava a tenere tutti gli uomini della sua vita ai suoi piedi.»
Floyd prese la borsa e lo raggiunse. «"Polpetta" dovrà pur parlare al mio rientro, in un modo o nell'altro.»
Tom allungò una mano e strinse quella del ragazzo. «Sei pronto?»
Floyd annuì. «Non ci credo ancora che stiamo andando a conoscere il nostro futuro figlio.»
«Nemmeno io» mormorò Tom abbracciandolo. «Ma questa è la nostra realtà.»
Floyd si divincolò guardandolo negli occhi. «Una magnifica realtà.»
The Joint
© 2019 Silvia Carbone e Michela Marrucci