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Baciami, Kate!

di ABBY GAINES

DO NOT DISTURB, una serie di novelle online che ti ha tenuto compagnia su HARMONY TEMPTATION con sei scottanti romanzi, e sul sito con sei racconti inediti, per vivere la piccante atmosfera dell'Hotel Hush.

Capitolo 1

"Che cosa vuol dire che hai prenotato una stanza sola?"
"Vuol dire che ho prenotato una stanza sola. Questo soggiorno ci serve solo per dare un'occhiata al posto e per decidere se può andare bene o meno. Ho preferito risparmiare per il regalo. Sempre che riusciamo a decidere, dal momento che non siamo mai d'accordo su niente."
"Fantastico. Adesso non vuoi collaborare con me per cercare un regalo adatto per la luna di miele dei nostri genitori? Non che il fatto che tu voglia tirarti indietro mi sorprenda particolarmente..."
"Ho forse detto che non voglio collaborare con te, per quanto l'impresa sia impossibile? E che cosa significa che non sei sorpresa che io voglia tirarmi indietro? Detto così sembra che io lo faccia regolarmente."
E non era vero. Josh Sawyer non lo aveva mai fatto, ma in quell'occasione si sentiva davvero pronto a piantare in asso Kate Holloway.
Peccato che in quel caso la stanza che aveva prenotato non sarebbe servita.
Forse si sarebbe potuto consolare con un bacio di commiato. In fondo poteva anche accontentarsi. Non è vero, ammise. Lui voleva di più. Molto di più. E lo voleva ormai da tantissimo tempo.
Ed era quasi sicuro di non essersi sbagliato nell'interpretare i segnali che Kate gli lanciava da circa un anno e cioè da quando il padre di lei aveva incominciato a frequentare sua madre.
No. In questo caso non si trattava semplicemente di trovarsi con le spalle al muro. E lei non si stava agitando per trovare una via di fuga, anche perché quello non era il modo di agitarsi per il quale lui aveva invitato Kate a raggiungerlo all'Hush Hotel di Manhattan.
"Bene" commentò lei alla fine, allontanandosi dalle portefinestre che si aprivano su un balcone. "Vuol dire che chiamerò io il banco delle prenotazioni."
Buona fortuna, pensò Josh e, lasciandosi cadere su una poltrona, incrociò le gambe e infilò le mani intrecciate dietro la nuca. Quando era arrivato quel pomeriggio, fermandosi alla reception per ritirare la carta magnetica che dava accesso alla stanza, aveva chiesto all'impiegata per quale motivo la hall fosse così affollata e la ragazza gli aveva spiegato che l'albergo era al completo, prenotato dagli invitati al matrimonio di una celebrità. Kate non avrebbe trovato una stanza neanche a pagarla oro. Se voleva restare, doveva accontentarsi di condividere la camera con lui.
Josh la osservò raggiungere il telefono sul comodino e comporre il numero. Gli voltava le spalle come se lui non fosse presente. Era stata trattenuta in tribunale fino alle quattro, il che aveva giocato a favore di Josh e del suo piano diabolico.
Mentre lui scopriva le attrattive dell'albergo, lei si trovava su un treno che da Hartford la portava nel centro della città e, a giudicare dal tono di voce che aveva assunto da quando era arrivata, aveva usato il tempo del tragitto per attizzare la collera e farla montare a livelli pericolosi.
"Ne è sicura? Mi accontenterei di qualsiasi cosa, di una stanza in cantina, nelle cucine, nel retro del bar."
Josh rise sommessamente, guadagnandosi un'occhiataccia. Con gli occhi sottili come fessure, Kate si era voltata quel tanto che bastava per incenerirlo con lo sguardo. Se ne stava in piedi con un braccio stretto sotto il seno e il gomito dell'altro appoggiato sopra, il ricevitore contro l'orecchio.
Il suo aspetto di donna in carriera con le scarpe di vernice blu in tinta con il tailleur, gli orecchini di perla e la treccia nella quale teneva legati i capelli scuri e ondulati lo aveva intrigato fin dal primo incontro.
Josh riusciva a percepire lo spirito libero che Kate nascondeva sotto quella corazza. Era forse un crimine voler imparare a conoscerla meglio e a capire se potevano davvero andare d'accordo come la sua fervida immaginazione gli suggeriva?
"No, certo, me ne rendo conto. Grazie per averci provato" mormorò Kate, prima di riagganciare.
"Senti" la esortò lui, sporgendosi in avanti. "Non è poi una tragedia."
"In questa stanza c'è un solo letto, Josh" gli fece notare lei, voltandosi a guardarlo. "La tragedia incombe."
A quell'ammissione, Josh fu percorso da un fremito di eccitazione. Allora aveva ragione. C'era vita dietro la corazza. Kate non era la regina dei ghiacci con il cuore di pietra come credevano tutti. Era viva e provava sentimenti, e durante quel fine settimana lui sarebbe riuscito a trovare una crepa nell'armatura dentro la quale si intestardiva a volersi proteggere.
"Avanti, vedrai che dopo aver cenato la situazione non ti sembrerà più così tragica. Ho riservato un tavolo all'Amuse Bouche per le nove."
Kate atteggiò le labbra a un broncio, poi lanciò un'occhiata all'orologio e annunciò: "Vado a farmi una doccia veloce, poi mi cambio".
Josh si alzò, passando le mani sulle gambe come a lisciare i jeans. "Perché non mi raggiungi al bar quando sei pronta?"
Kate inarcò un sopraciglio, squadrandolo dalla testa ai piedi. "Tu non ti cambi?"
Bene, quella sì che era la boriosa signorina Kate che lui conosceva ormai da un anno. Josh aprì l'anta dell'armadio in cui aveva appeso i pochi indumenti che si sarebbero spiegazzati in un cassetto, prese una giacca nera e se la infilò sopra la maglietta anch'essa nera. "Va meglio così?"
Kate sollevò gli occhi al cielo, prese la trousse e scomparve nel bagno. Il rumore della chiave che girava nella toppa strappò una risata a Josh che uscendo dalla stanza si diresse verso l'ascensore. Quando arrivò nella hall stava ancora ridendo.
Non vedeva l'ora che quel fine settimana incominciasse.
Kate rimase in ascolto e quando sentì la porta della stanza chiudersi alle spalle di Josh, si sedette sul bordo dell'enorme vasca con idromassaggio e affondò il viso nelle mani. Che cosa ci faceva lì? Il soggiorno regalo per i loro genitori avrebbe potuto benissimo essere prenotato tramite e-mail e con lo stesso mezzo avrebbero potuto ottenere tutte le informazioni che volevano riguardo all'albergo. E, se non fossero stati ancora soddisfatti, avrebbero sempre potuto chiamare direttamente e farsi dare tutti i chiarimenti per telefono.
E invece no. Kate aveva acconsentito a trascorrere il fine settimana con lui all'Hush per verificare se un soggiorno all'albergo poteva essere un regalo adatto ai loro genitori e ora si ritrovava a dover condividere la stanza con lui. E che cosa aveva fatto oltre a vociare come una comare e a fingere di chiamare la reception? Niente. Non aveva fatto niente perché era una codarda. Josh Sawyer era la personificazione di tutto quello che Kate cercava di evitare da sempre e ora si trovava a desideralo come non aveva mai desiderato nessun altro uomo.
Josh era alto e forte ed era immune al giudizio altrui, quindi si vestiva quasi sempre in modo sportivo, teneva i capelli biondi troppo lunghi e scarmigliati e non si ricordava mai di rasarsi. Era un selvaggio e Kate era pazza di lui.
Così pazza da temere di essersi innamorata.
Alzandosi si sfilò i collant, la gonna, poi lasciò cadere la camicetta e la giacca di maglia sopra gli altri indumenti.
In piedi davanti agli enormi specchi, con indosso solo la biancheria intima bianca di cotone, si chiese se sarebbe riuscita davvero a portare avanti il piano che aveva studiato per sedurlo.
Fino a quel momento non era andata così bene. Kate non riusciva a capire come mai non avesse nessun problema a perorare una causa davanti a una giuria e invece diventasse un fascio di nervi nel momento in cui doveva affrontare Josh.
Probabilmente si trattava di una questione di autoconservazione. Kate ne era quasi certa. In passato aveva scelto uomini poco adatti a lei e temeva che desiderare Josh come lo desiderava fosse semplicemente uno sforzo per gettare la cautela alle ortiche, pensiero che la indusse a lanciare un'occhiata alla sua trousse.
In fondo all'astuccio, avvolti in carta velina, c'erano un paio di mutandine nere di satin con il cavallo tagliato e un reggiseno a balconcino senza coppe dello stesso colore e dello stesso materiale. Il solo pensiero di indossare quel completino nell'intimità della sua stanza dove aveva avuto il coraggio di provarlo una sola volta, bastava per farle tremare le ginocchia, nonché altre parti del corpo.
Pensare poi di indossarlo per Josh...Kate rabbrividì, quindi si tolse la biancheria intima e si infilò sotto il getto freddo della doccia.

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