Guardare ma non toccare
di DEBBI RAWLINS
DO NOT DISTURB è una serie di novelle online che ti ha tenuto compagnia su HARMONY TEMPTATION con sei scottanti romanzi, e sul sito con sei racconti inediti, per vivere la piccante atmosfera dell'Hotel Hush. GUARDARE MA NON TOCCARE è firmata da Debbi Rawlins
La risatina nervosa che le sgorgò dalla gola minacciò di rovinare tutto, perciò, portandolo in camera, Tara si sforzò di mantenere un'espressione seria, calma e composta, evitando di comportarsi come una sciocca scolaretta.
I suoi fan non avrebbero creduto ai loro occhi se l'avessero vista in quel momento, abituati com'erano ad applaudirla mentre si dimenava mezza nuda sul palco, ammiccando con la voce e con i movimenti del corpo perfetto, opera di Manny, il personal trainer più intransigente di tutta la nazione. Manny la faceva lavorare sodo, come se tutte le prove in scaletta giorno dopo giorno durante il tour non fossero già un esercizio abbastanza micidiale.
Indicando il letto lo invitò: «Siediti lì».
«Posso restare in piedi mentre parliamo?»
«Hai paura di me?»
Mitch corrugò la fronte indignato. «No.»
Tara sorrise. «Senti, quello che devo chiederti è strettamente professionale, quindi vedi di rilassarti.»
L'ombra della delusione che vide passare sul suo viso le fece balzare il cuore in gola per l'eccitazione. Tara aspettò che Mitch si fosse seduto sul bordo del letto, poi aprì l'armadio ed estrasse un paio di manette. Niente di particolare, quelle normali da poliziotto. Non voleva spaventarlo.
Voltandosi sorrise della sua espressione allibita.
«Che cosa sono quelle?»
«Vedo che non hai ancora esplorato la tua stanza.»
«Non è saggio andare in giro a giocare con un paio di manette, a meno che non si abbia la chiave per aprirle» commentò lui preoccupato.
«È qui» lo tranquillizzò lei mostrandogliela prima di infilarla nella tasca dei jeans.
Mitch sollevò lo sguardo per incontrare il suo. «Tu sei pazza.»
Tara rise. «Voglio solo che mi spieghi come usarle.»
Mitch fece per alzarsi, ma lei lo spinse di nuovo sul letto, cogliendolo di sorpresa. «Tara, non è divertente.»
«Infatti non ho nessuna voglia di farti ridere» sentenziò lei accarezzandogli le labbra con un dito. Non avrebbe avuto il coraggio di dimostrarsi così audace se poco prima non avesse avuto la conferma di quanto lui fosse eccitato. Anche in quel momento riusciva a sentire la sua erezione premerle contro l'addome.
«Tara, stai commettendo uno sbaglio» l'ammonì lui con voce roca e molto poco convincente.
Tara fece scivolare una mano sotto la sua camicia per accarezzargli il torace e i capezzoli. I suoi muscoli si contrassero nel momento in cui scese con la mano verso la cintura dei jeans.
«Tara» mormorò Mitch, ma lei lo zittì coprendogli le labbra con un bacio avido e invadente.
Mitch gemette e rabbrividì, abbandonando a poco a poco ogni resistenza, al punto che Tara si stava per dimenticare delle manette.
Non poteva permettergli di scappare prima di aver ascoltato quello che lei doveva dirgli riguardo ai sentimenti che provava per lui. Peccato che in quel momento non riuscisse a concentrarsi su nulla, tranne che sul bacio che si stavano scambiando e sulle sensazioni che quel contatto provocava in alcune parti molto intime del suo corpo. Quando tentò di ammanettarlo, lui la afferrò per un braccio.
«Che cosa diavolo stai facendo?» I suoi occhi erano così scuri da apparire quasi neri. Mitch le strappò le manette dalle dita e, con una mossa felina, la attirò sul letto e si posizionò sopra di lei.
«Io volevo solo farti restare» mormorò lei.
Mitch corrugò la fronte perplesso, poi le sue labbra si incurvarono in un sorriso. «Tu sei matta, lo sai?»
«Sì, lo so. Ehi, che cosa stai...»
Mitch la legò al letto con le manette. «È così che volevi giocare?» Con il cuore in gola abbassò la testa e con la mascella ruvida le sfiorò la pelle delicata dietro l'orecchio, facendola fremere di piacere.
Tara cercò di accarezzarlo con la mano libera, ma lui glielo impedì, afferrandola per il polso e sollevando poi con i denti il bordo della camicetta fino a scoprirle i seni.
Guardandola si lasciò sfuggire un gemito, poi passò la lingua su uno dei capezzoli. Tara rabbrividì quando lui si occupò dell'altro e l'aria fresca incontrò la sua pelle umida. Inarcandosi per sollevare la schiena dal letto, gli permise di slacciarle i jeans.
«Togliti la camicia» lo invitò, e nel giro di qualche secondo Mitch si spogliò completamente.
Tara pensò che era bellissimo. Tutto muscoli e pelle olivastra. Il suo sguardo planò sull'erezione imponente. Per reazione contrasse i muscoli delle gambe.
Senza ulteriori esitazioni, Mitch la liberò dai jeans e usò la chiave per aprire le manette. Tara si sfilò la camicetta e, nuda, si strinse a lui.
I loro cuori battevano all'unisono. Baciandosi e accarezzandosi si scambiarono mute promesse e, quando alla fine lui la penetrò, Tara sentì svanire tutte le paure che l'avevano assillata fino a quel momento.
«Sarà meglio alzarci.» Smentendo le parole appena pronunciate, Mitch attirò Tara contro di sé e appoggiò il mento sulla sua testa. «Gli uomini della sicurezza butteranno giù la porta.»
Il telefono aveva suonato quattro volte, ma loro lo avevano ignorato.
«Lasciali fare» replicò Tara accoccolandosi contro di lui, la guancia appoggiata al suo torace, le braccia intorno alla vita.
«Certo, altro materiale piccante per i giornali scandalistici.»
Tara sollevò lo sguardo preoccupata, poi, determinata dichiarò: «Non ci saranno più scandali né articoli su di me».
Mitch sorrise. «Non riuscirai a liberarti dei giornalisti e dei fotografi tanto in fretta.»
«Vedrai che quando capiranno che sono diventata una persona noiosissima, prederanno interesse e mi lasceranno stare.»
Mitch le accarezzò i capelli. A quanto pareva Tara era finalmente cresciuta.
«A proposito» annunciò, scostandosi per guardarla negli occhi verdi e sorriderle. «Buon compleanno» le augurò, baciandola con una tale passione da farle girare la testa.