Viaggio di un guerriero irlandese
di MICHELLE WILLINGHAM
Da tre anni Quin MacEgan è il più caro amico e protettore di Brenna Ó Neill. Quin è tutto per Brenda, ma lei prova emozioni e desideri che la spaventano. |
Brenna prevedeva che lui la baciasse, invece, non fu così. Almeno, non ancora.
Quin si sfilò la tunica e la lasciò cadere a terra. I muscoli del petto e delle braccia erano saldi e resistenti come le navi che costruiva. Possenti fasce muscolari segnavano il ventre e una piccola cicatrice chiara spiccava vicino alle costole.
Sebbene lei tentasse di mostrarsi coraggiosa, lasciava trasparire la tensione. «Mi sto offrendo a voi, Brenna. Non c'è nulla da temere» le ricordò Quin.
Si portò le sue mani al petto, invitandola a toccarlo. Con le dita aperte, lei esplorò le sue forme, tastando i forti pettorali e le spalle robuste. Il cuore prese a batterle forte, e, nel contempo, un inatteso languore la pervase, come se i loro corpi fossero stati in perfetta sintonia.
Tuttavia, appena lo sentì afferrare i nastri del vestito, s'immobilizzò, in preda all'ansia. Colta da un brivido gelato, tentò di fermarlo.
Lui, però, abbassò il tessuto sulle spalle per denudare i seni. Brenna era impaziente di coprirsi, ma lui la trasse a sé, pelle contro pelle. I seni erano piccoli e sodi, i capezzoli turgidi a contatto con il forte petto virile.
Quin le percorse le braccia con i palmi, stuzzicando la pelle sensibile. Con un movimento rapido e improvviso, insinuò una coscia tra le sue, e subito generò un caldo umidore nel punto più intimo.
«Per me siete tutto, Brenna» le dichiarò in un sussurro, posando le labbra sulla gola. «Non c'è nessun motivo per avere paura.»
La sostenne contro il freddo granito, accarezzandole intanto i seni con l'altra mano. Lei si sentiva timida e vulnerabile. Mai era stata così esposta di fronte a un uomo e moriva dal desiderio di nascondersi.
«Siete simile a seta» mormorò lui. «Morbida e dolce.» Le sfiorò con il pollice il capezzolo, suscitando una reazione così potente da sorprenderla. Delicato e sensuale, Quin continuò a eccitarla, fino a farla fremere per l'intensità delle sensazioni.
Quando si chinò per posare le labbra sul seno, lei sospirò rapita. Quin la stimolò con la punta della lingua e con le labbra, inducendola a spingersi contro il suo ginocchio per accentuare il piacere. Brenna si lasciò sfuggire un gemito tremante e, in quel momento, rischiò di smarrirsi. Ormai non capiva più se volesse liberarsi, oppure avvinghiarsi a lui.
Non sentiva nemmeno il freddo della sera, travolta da un'ardente frenesia, simile a una febbre incontrollabile. Il corpo bruciava di passione, bramava l'unione fisica. Quando Quin spostò la coscia per accarezzarla intimamente, la condusse sull'orlo della follia. Infine, soffocata dal desiderio, Brenna fece appello alle poche energie rimaste per respingerlo.
«Non posso. Vi dovete fermare.»