Un regalo meraviglioso
di LAURA MARIE ALTOM
Quando il marito di Rachel viene creduto morto dopo settimane di inutili ricerche, lei scompare con il frutto del loro amore che le sta crescendo in grembo. Il migliore amico di suo marito Chance è determinato a rintracciarla e forse, dopo diciotto mesi, c'è riuscito. Ma Rachel sarà pronta a sentirsi dire che...?
Trascorse un'altra settimana, durante la quale Rachel ebbe molto tempo per pensare alla bizzarra affermazione di Chance. Era contento di ospitare lei e Wesley a casa sua? Per essere onesta, doveva ammettere che anche a lei piaceva stare lì. A giudicare dai sorrisi estasiati che Wesley dispensava di continuo, doveva piacere anche a lui.
Stare con Chance la faceva sentire al sicuro, una sensazione che le era mancata del tutto durante gli ultimi diciotto mesi della sua vita. Stare con lui adesso le faceva capire in esatta misura quanto fosse stata stupida all'inizio nel rifiutare la sua offerta di aiuto. Chance era un uomo stupendo.
L'unica ragione per cui in quel momento era in piedi di fronte alla finestra in un assolato venerdì pomeriggio, e scrutava attentamente la strada in attesa di veder comparire la sua jeep,
era la gratitudine che nutriva nei suoi confronti... Giusto? Non poteva essere null'altro.
Ma anche se cercava di contrabbandare i suoi crescenti sentimenti per un puro affetto fraterno, in verità provava qualcosa di più profondo. Scintille di attrazione. Il calore di un fuoco.
E in qualsiasi modo volesse definire quella sensazione, si era accentuata quando, domenica mattina, lui aveva allungato il braccio sul tavolo della colazione per stringerle la mano. Anche lunedì sera le loro mani si erano sfiorate, mentre facevano il bagno a Wesley. Martedì e mercoledì era successo di nuovo, quando avevano rigovernato la cucina, dopo cena.
Invece di rivelarsi un compito noioso, lavare i piatti con Chance al suo fianco, che la sovrastava e la proteggeva con la sua imponente statura, era stato... come dire, inebriante.
Ma perché? Perché continuava a dimenticare che Chance era il miglior amico di Wes? Cedere all'attrazione che provava per lui era sbagliato.
Lo vide risalire il viale. Per quanto desiderasse corrergli incontro, riuscì a temere a freno l'istinto. Invece, con Wesley in braccio, si avvicinò al forno per controllare la cottura dell'ultima te
glia di biscotti allo zucchero.
«Che buon profumo!» esordì Chance, un sorriso che gli illuminava il volto, quando entrò dalla porta sul retro. «Devi essere una sensitiva.»
«Perché?» chiese Rachel dicendo a se stessa che il suo viso era andato in fiamme per il calore del forno e non perché il sorriso di Chance era diretto a lei.
«I miei genitori ci hanno invitato a cena. I biscotti allo zucchero sono i preferiti di mio padre, non che avesse bisogno di un ulteriore motivo per innamorarsi di te o del mio amico Wesley...» Si tolse il cappotto, appoggiò le chiavi e il portafogli sulla mensola di piastrelle blu, poi prese il bambino dalle sue braccia e lo sollevò in aria. Poi strinse al petto e lo baciò sulla fronte. «Sai, socio, mi sei mancato!»
Rachel combatté contro un moto di irrazionale gelosia, perché avrebbe voluto che Chance avesse sentito anche la sua mancanza. E avrebbe voluto un bacio di benvenuto...
Mentre gli uomini lavavano i piatti, Rachel si intrattenne accanto al tavolo con Helen, la madre di Chance, per bere il caffè e gustare una fetta di ottima
torta alle mandorle. Difficilmente avrebbe potuto citare un momento passato in cui si era sentita così rilassata.
Helen aveva decorato la casa con gusto e amore. Il fuoco che ardeva nel camino e le canzoni natalizie di sottofondo servivano solo a rendere la serata ancora più speciale.
«Per favore, non mi chiamare invadente se affronto questo argomento» esordì Helen appena terminarono di mangiare il dolce, «ma mio figlio è una persona diversa, se è accanto a te e a Wesley. Diversa e migliore in ogni modo possibile.»
Rachel fu talmente colta di sorpresa dal commento di Helen - casuale sono all'apparenza - che rischiò di soffocare con l'ultimo boccone di torta. «Oh?»
«Lui ti ama, sai? Ti ha amato fin da quando vi siete conosciuti, tanti anni fa.» Helen fece una pausa e bevve unsorso di caffè. «È sempre stato un uomo forte, controllato, silenzioso. Suo padre ed io lo esortammo a confessarti i suoi sentimenti prima che tu e Wes diventaste intimi, ma lui si lasciò sfuggire l'occasione. E poi, visto che era il miglior amico di Wes, si comportò da gentiluomo e si fece da parte.»
Non sapendo come replicare, la testa che le girava e il cuore che le martella
va nel petto, Rachel si limitò a un altro oh sospirato.
«Chance andrebbe su tutte le furie. se sapesse che ti sto raccontando queste cose.» Helen si girò e si guardò furtivamente alle spalle per controllare che fossero ancora sole. «Ma gli anni passano, e il pensiero di avere un nipotino e una nuora di cui apprezzo molto la compagnia, mi riempie di gioia.»
Chance mi ama.
Quella notte, distesa nel letto, Wesley che dormiva tranquillo nella bella culla che Chance aveva comprato qualche giorno prima, Rachel non sapeva bene cosa farne di quell'informazione.
Parte di lei desiderava che Helen avesse evitato di intromettersi in affari che non la riguardavano. Parte di lei, per la precisazione quella che anelava alle carezze di Chance, era in uno stato di pura euforia. Ma se si stava innamorando, che cosa era successo ai sentimenti che aveva sempre dichiarato suo marito? Che razza di moglie era, se dopo un periodo di vedovanza così breve perdeva la testa per il migliore amico di Wes?
Poiché il sonno stentava a venire, scese dal letto e camminò a piedi nudi verso la cucina. Biscotti e un bicchiere
di latte caldo, ecco cosa ci voleva per cancellare quei ridicoli pensieri dalla sua mente.
Non si stava innamorando di Chance. Lo considerava alla stregua di un fratello. E gli era grata.
«Eh, bellissima.» Chance era davanti allo sportello aperto del frigorifero, la fievole luce che gli accarezzava il torace nudo. «Che piacevole coincidenza, incontrarti qui.»
Rachel si immobilizzò. Era gratitudine, che provava per lui? Un solo sguardo a quei muscoli perfetti le bastò per capire che aveva solo cercato di ingannare se stessa. Voleva quell'uomo, molto. E non come amico, ma come non le era concesso immaginare.
«Ehm... salve» mormorò, poi si mordicchiò il labbro inferiore.
«Gradisci del latte?» offrì lui mostrandole la bottiglia.
«Sì, grazie.»
Mentre Chance riempiva due bicchieri, Rachel mise un piatto di biscotti sul tavolo.
Si sedettero l'uno di fronte all'altra.
«Perché non riuscivi a dormire?» si informò gentilmente lui.
Per un lungo istante, Rachel tacque, giocherellando con un biscotto. «Vuoi la verità? Per colpa tua.»
Chance la ricompensò con uno di quei suoi pigri e affascinanti sorrisi, che mandarono in briciole la sua risoluzione di pensare a lui come a un parente. «Ne sono lusingato. Almeno, spero di aver motivo per esserlo.»
Rachel annuì. Le piaceva tutto di lui. Allora perché sapere di amarlo le faceva così male?
«Rachel?» Chance appoggiò il suo bicchiere sul tavolo. «Stai bene?»
«Baciami» mormorò lei nell'ultimo, vano tentativo di dimostrare a se stessa – a loro due – che come coppia non potevano funzionare.