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Passione sotto la neve

di CAITLIN CREWS

Lucy Qaderi ha sposato suo marito perché lo amava. Non perché era il cugino del futuro regnante di Alakkul, né perché era ricco, ma perché Rafi Qaderi le infiammava i sensi come nessuno.

Però Rafi non crede al suo amore, perciò Lucy lo fa andare nel palazzo reale di Alakkul per dirgli una volta per tutte che intende lasciarlo… Tuttavia il destino ci mette lo zampino, e una tormenta di neve li blocca, mettendo alla prova la determinazione di Lucy e dimostrando tutta la potenza della loro passione.

E’ stata quella passione a unirli, ma dopo tanto dolore, sensi di colpa e accuse, sarà sufficiente per farli rimanere insieme per sempre?

 

 

Capitolo 6

6.

Rafi era pronto per altri fuochi d’artificio. Anzi, li desiderava. Non gl’importava delle bugie di Lucy, si disse mentre si aggirava come una belva in gabbia nel palazzo, la sede secolare del potere della sua famiglia. Non gl’importava che fosse la moglie più improbabile da scegliere per uno come lui, e che avesse preso il suo onore per usarlo contro di lui. Non gl’importava di niente.

La desiderava, e tanto; e se avesse dovuto litigare con Lucy per far divampare il fuoco tra loro… sarebbe stato ben lieto di farlo.

Quando entrò nella camera padronale sorrideva quasi, pregustando di rivederla nel salottino adiacente che era la sua stanza preferita. Invece si bloccò di scatto, con il cuore che gli martellava in petto per un’emozione che evitò di analizzare.

Lucy era raggomitolata dal lato più lontano del letto, tutta vestita, con le mani giunte sotto la guancia. Fermo sulla soglia, Rafi poteva vedere solo il contorno del suo corpo alla luce fioca che usciva dalla cabina armadio. Quel perfetto fisico a clessidra che risvegliava il suo istinto virile, quell’incantevole forma femminile che aveva ispirato artisti e amanti nel corso dei secoli. La bellezza delle curve di una donna – della sua donna – gli toglieva quasi il fiato.

Si avvicinò al letto e abbassò lo sguardo verso di lei, rendendosi conto di essere nuovamente accigliato, anche se non sapeva perché. Quando dormiva, Lucy sembrava più giovane e infinitamente più fragile. Non sembrava una scaltra avventuriera che aveva mirato a incastrarlo, ma semplicemente una bella donna spossata che riposava. Rafi puntò lo sguardo sulla sua bocca, quella bocca sensuale e maliziosa.

Stese la mano, quasi mossa da volontà propria, e la guardò come se fosse di un altro mentre accarezzava la pelle vellutata della guancia di Lucy. Lei mormorò qualcosa d’indistinto nel sonno, poi si sistemò meglio sul letto.

Rafi non avrebbe dovuto avvertire quella stretta al petto, come se il suo cuore avesse reagito a quella vista. Non avrebbe dovuto avere un’impressione di sacralità in quella stanza silenziosa, avvolta dalla dimensione ovattata creata dalla neve. Il desiderio carnale che l’aveva spinto a entrare nella stanza si tramutò in una sensazione molto più pericolosa.

Però non poteva farci niente. Si stese sul letto al suo fianco, cedendo a un impulso che non osava approfondire. Rimase lì sdraiato al suo fianco per qualche minuto, assaporando la quiete di quel momento, la serenità del legame con lei che non poteva non ammettere, per quanto fosse stato snaturato da un mucchio di bugie.

Lucy continuò a dormire. Anche quando lui si avvicinò e la prese fra le braccia. Anche quando la tenne stretta e le accarezzò i capelli, liberando i riccioli biondi dallo chignon in cui li aveva stretti. Anche quando le sfiorò delicatamente la sommità del capo con le labbra. E quando si addormentò anche lui, abbracciandola come se quella fosse stata la sola cosa che li avesse mai uniti.

Lucy avvertiva un delizioso tepore. Si svegliò lentamente, assaporando il calore, e impiegò qualche minuto ad accorgersi di quale fosse la fonte. Era sdraiata sul petto di Rafi come un gatto al sole.

Sussultò e, quando si ritrasse, vide che Rafi era sveglio e la guardava.

«Lasciami.» Ma l’aveva detto con un filo di voce. La bocca affascinante di Rafi s’incurvò impercettibilmente.

«Non ti sto trattenendo» precisò lui, pragmatico. Decisamente divertito. «Sei tu distesa sopra di me.»

«Mi sono messa a letto a riposare solo per qualche minuto» cominciò Lucy. Ma poi Rafi si mosse sotto di lei, e l’attrito tra i loro corpi le provocò un brivido, e il calore che le trasmetteva divenne di tutt’altra natura, trasformandosi in una colata di lava incandescente. Però neppure lui era immune; Lucy avvertiva la prova concreta della sua eccitazione che le premeva addosso, e vedeva la passione che gl’incupiva occhi grigi.

Sarebbe stato molto più semplice se non l’avesse desiderato anche lei. Se non l’avesse amato.

«Non posso divorziare da te» disse Rafi, infilandole le dita tra i capelli. «Non posso lasciarti andare via. I Qaderi mantengono le loro promesse solenni. Non si piegano ai caprici della modernità, e non divorziano tranquillamente.»

Lucy era senza fiato. Non riusciva a staccarsi. Era avvinta al suo sguardo, sospesa nell’incertezza, con i seni gonfi che premevano contro il suo torace possente.

«Che cosa ne sai tu di promesse? Le mantieni solo di nome, però rimanendo più lontano possibile, giusto?»

«Adesso non sono lontano, però» precisò lui sottovoce, fissandola intensamente con i suoi occhi penetranti. «Con il mio corpo, io ti venero.» Fece un sorrisetto sghembo. «Se me lo permetterai.»

Lucy fu scossa da un brivido quando Rafi le fece scorrere una mano lungo la schiena, accendendo un fuoco intenso lungo la spina dorsale. Aveva voglia di strusciarsi contro di lui. Di muoversi all’unisono con lui.

Era sempre stato così tra loro. Bastava il tocco di Rafi, ed era sua. Quando si erano conosciuti, l’aveva seguito in albergo dopo che erano usciti dal locale notturno, e poi fino a quel paesino sperduto dall’altra parte del mondo. Avrebbe dovuto odiarlo per questo, per il potere che esercitava sul suo corpo che si ribellava alla ragione. Però non vi riusciva.

Lo amava.

Fissò il suo viso stupendo, così virile, arrogante, unico, che Lucy non poteva neppure rimproverarsi per la sua debolezza, come aveva fatto in quei mesi.

Rafi l’aveva trattata malissimo, era innegabile. La mortificazione le bruciava ancora, e a volte pensava che non le sarebbe mai passata. Però il suo dolore non cambiava il fatto che dietro quello che c’era stato tra loro si celava il vero Rafi, l’uomo che lei conosceva e in cui aveva fede. L’uomo d’onore che aveva giurato di proteggerla. E l’aveva fatto.

Ma non l’aveva protetta da se stesso.

«Lucy…» Il modo in cui pronunciava il suo nome, con un lievissimo accento, e il fuoco che gli illuminava gli occhi le facevano ancora effetto. Come sempre.

Lucy aveva perso tanto, e si era sentita sola. Lo amava. Quella sera era suo marito. Sicuramente l’avrebbe lasciata di nuovo, come se non lo fosse mai stato, e lei sarebbe tornata in Inghilterra, alla sua realtà. Perciò che male c’era a considerare quella parentesi come uno dei tanti sogni che aveva fatto nei mesi che aveva trascorso a languire lì da sola?

Non voleva più pensare. Non voleva interrogarsi, preoccuparsi e tormentarsi cercando di capire che cosa fosse successo al loro matrimonio, che cosa avesse spezzato il loro legame. Ora, lì, voleva solo provare sensazioni.

Anche se poi se ne sarebbe pentita.

Chinò la testa e lo baciò.

Le fiamme divamparono tra loro. Rafi la strinse a sé e la baciò con maggiore ardore, poi rotolò facendola finire sotto di lui, accarezzandola dappertutto come per conoscere di nuovo il suo corpo.

E Lucy non poté fare altro che abbandonarsi. A lui. Finalmente.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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