Passione sotto la neve
di CAITLIN CREWS
Lucy Qaderi ha sposato suo marito perché lo amava. Non perché era il cugino del futuro regnante di Alakkul, né perché era ricco, ma perché Rafi Qaderi le infiammava i sensi come nessuno. Però Rafi non crede al suo amore, perciò Lucy lo fa andare nel palazzo reale di Alakkul per dirgli una volta per tutte che intende lasciarlo… Tuttavia il destino ci mette lo zampino, e una tormenta di neve li blocca, mettendo alla prova la determinazione di Lucy e dimostrando tutta la potenza della loro passione. E’ stata quella passione a unirli, ma dopo tanto dolore, sensi di colpa e accuse, sarà sufficiente per farli rimanere insieme per sempre? |
8
Stavolta, quando si svegliò, Lucy era tra le braccia di Rafi.
Per un attimo non ricordò, e si concesse d’inspirare il suo profumo di pino e d’inverno, assaporando la stretta delle sue braccia forti. Ma poi espirò e le tornò tutto in mente.
«Smettila» sibilò, scostando la testa per guardarlo. Rafi aveva le sopracciglia aggrottate sugli occhi grigi, la bocca serrata. «Lasciami andare, Rafi.»
«Se è quello che vuoi» disse lui con voce roca. «Ma prima voglio farti vedere una cosa.»
Lucy non aveva la forza di guardarlo negli occhi, fargli capire l’effetto delle sue parole. Una cosa era annunciare che voleva lasciarlo e divorziare, volerlo fare… ma tutt’altra cosa era farglielo accettare. Sentì improvvisamente un vuoto che le si spalancava dentro, come un baratro incolmabile.
Forse per questo impiegò qualche istante per riconoscere la stanza. Si era distesa sulla chaise longue in biblioteca, ma quando alzò lo sguardo…
Era Natale.
Lucy non poté trattenere un sussulto.
In un angolo c’era un folto alberello addobbato alla rinfusa con oggetti che Lucy riconobbe: statuine in porcellana che erano in salone, piccoli portafoto ornamentali che di solito erano sparsi sui tavolini in soggiorno e altri piccoli soprammobili. Era come se Rafi avesse fatto razzia in casa di tutti i ninnoli di dimensioni adatte da legare ai rami per addobbare l’albero.
Lucy si coprì la bocca con la mano mentre lo guardava, poi si girò verso l’uomo che si era inginocchiato davanti a lei e la guardava con occhi seri.
«Che cos’hai fatto?» esalò, ammirata.
«E’ Natale, dopotutto, no?» replicò lui imbarazzato.
«Ma tu odi il Natale.» Lucy aveva le vertigini, come se avesse perso l’equilibrio. «Per te è…»
«Ti racconterò una storia» lo interruppe lui con delicatezza, accarezzandole le gambe, sollevando lo sguardo verso di lei. «Non è così che faceva tua madre?»
Sopraffatta dall’emozione, Lucy non poté fare altro che annuire, incapace di staccare lo sguardo dai suoi occhi.
«Sono stato sveglio quasi tutta la notte» ammise Rafi sottovoce, fissandola intensamente con occhi cupi, turbati. «Ho capito che ieri sera dicevi la verità. Poi ho parlato con il medico di famiglia che mi ha ripetuto le stesse cose che avevi detto tu, e che avrei dovuto accettare subito come vere. Che avevi perso il bambino e io ti ho abbandonato mentre soffrivi. Non potrò mai rimediare a tanto e passerò tutta la vita a pentirmene, Lucy.»
Lei lo fissò con gli occhi lucidi, incapace di trattenere le lacrime, con la gola stretta dalla commozione che le impediva di respirare.
«Però, per quanto mortificato, ho dovuto ragionare sul mio comportamento deprecabile per capirne il motivo. Il dolore che non ho avuto il coraggio di affrontare. E ammettere che ero diventato uno snob insopportabile, e ti avevo rigirato contro le tue origini, come se in fondo non fossero state casuali quanto le mie. Come se potessero essere scelte.»
Lucy riuscì finalmente a fare un respiro profondo. «Sei un Qaderi, Rafi.»
«Sì, e sono il capofamiglia» dichiarò lui con forza. «Un giorno mio cugino sarà re e io gli sarò accanto per aiutarlo a governare. Perciò perché dovrebbe importarmi quello che pensa di mia moglie la società di Alakkul? Quando mai mi sono fatto influenzare dall’opinione altrui?»
«Mai» rispose lei con voce strozzata.
Però lei non si riteneva degna di lui. Per questo l’aveva ferita tanto essere giudicata male da lui? Perché pensava che fosse giusto essere sminuita da Rafi?
«Ho permesso agli altri di avvelenarmi e mettermi contro di te. E per questo mi sono dimostrato un uomo più debole di quello che vorrei essere.» Serrò le labbra. «Safir non lavorerà più per me, e chiunque osi parlare male di te se ne pentirà. Te lo prometto.»
Le prese le mani e la fece avvicinare, guardandola con un’espressione a cui lei non osava credere. Stava sognando? Sicuramente sì, perché aveva sognato mille volte quel momento, o una situazione molto simile. Però quando batté le palpebre Rafi non scomparve.
«Non mi aspettavo di conoscerti, Lucy. Ero immerso in una vita grigia, dedita ai miei doveri, ma poi ho alzato lo sguardo e ti ho vista. Non sapevo come gestire la cosa, e non riesco a immaginare l’infelicità che ti ho causato. Non potrò mai farmi perdonare. Se vuoi lasciarmi, ne hai tutto il diritto e tutti i motivi. Non mi opporrò.»
Lucy vide la sincerità nella sua espressione e la sentì nella sua voce. Lui le stringeva le mani, ma con delicatezza, e Lucy sapeva che non l’avrebbe trattenuta se si fosse staccata da lui.
Una parte di lei voleva farlo, solo per ferirlo, per fargliela pagare. Ma era una parte che diventava sempre più piccola ogni secondo.
Perché lo amava. Anche dopo tutto quello che Rafi aveva fatto, lo amava più di quanto volesse farlo soffrire. Anche più delle proprie ferite profonde. Si era sentita sciocca per questo, per tanto tempo, ma forse l’amore era più forte anche di questo.
«E se invece non ti lasciassi?» sussurrò.
Sul viso di Rafi comparve immediatamente una potente emozione che accese i suoi occhi di bagliori argentei. Le strinse le mani.
«Allora ti dirò che ti amo» disse lui con voce roca. «Che ti ho sempre amata sin dal primo momento. E non me ne vergognerò mai più.»
Lucy pronunciò il suo nome e quando sentì un sapore salato sulle labbra si accorse che era quello delle lacrime.
«Non c’è mai stato posto per l’amore nella mia vita» disse lui concitato, rauco. «Il matrimonio serve solo per le alleanze politiche. Per il potere e l’avidità. L’amore appartiene alle favole.»
«E appartiene a noi» mormorò Lucy, chinandosi per dargli un bacio sulla fronte. «A noi due, Rafi.»
Poi lo baciò sulla bocca. Fu un bacio esitante ma poi divenne subito più dolce, più appassionato. Lucy sentì nascere di nuovo in lei il desiderio, ma stavolta reso più intenso dalla gioia che provava perché lui l’amava.
Rafi mi ama.
Sapeva che vivere con lui non sarebbe mai stato semplice, ma finché lui l’avesse amata avrebbero potuto superare qualsiasi ostacolo.
E poi non ci fu più spazio per i pensieri, ma solo per le sensazioni.
Molto più tardi, mentre erano distesi davanti al caminetto all’ombra dell’albero di Natale improvvisato da Rafi per lei, lui la guardò e fu scosso da un brivido al pensiero che aveva rischiato di perderla.
«Non so come farai a perdonarmi. Io non mi perdonerò mai.»
Lucy sorrise, con gli occhi illuminati da un amore che lui non sentiva di meritare, e si sentì onorato per la felicità che traspariva dal suo volto. «Dovrai impegnarti, credo» gli disse in tono leggero, accarezzandogli i capelli prima di attirarlo a sé. «Ogni giorno. Sarà difficile, faticoso, ma tu sei un uomo determinato, e sono certa che un giorno ti sarai fatto perdonare del tutto.»
Lo prendeva in giro, ma lui prese sul serio quelle parole, come un giuramento. La guardò negli occhi.
«Lo farò» le promise. «Credimi, Lucy.»
Con gli occhi scintillanti, lei lo scrutò per un istante, poi annuì, e sorrise.
«Allora baciami» sussurrò. «E’ Natale.»