Fantasie senza volto
di TAWNY WEBER
Durante una festa in costume, la timida Zoe Gaston scopre un lato di se stessa che non credeva di possedere. Con il volto celato da una maschera, è più facile realizzare le proprie fantasie, così tra le braccia di uno sconosciuto si regala inconfessabili quanto superbi momenti di passione. Come dice il proverbio, però, il bel gioco dura poco: quando ogni inganno viene a cadere, scopre che quell'uomo irresistibile è proprio "lui", il suo...
Con le mani sprofondate nelle tasche, Dex camminava inquieto avanti e indietro nell'atrio, in attesa dell'ascensore. Aveva detto a Zoe di non essere Gandalf. Il che, in un certo senso, era vero. Il suo pseudonimo era rimasto alla Leeton, non era più di suo possesso. Nonostante ciò, si sentiva roso da uno spietato senso di colpa.
Sempre più irrequieto, si passò una mano tra i folti capelli maledicendosi per essersi ficcato in un pasticcio del genere.
«Ciao, Dexter.»
Lui si voltò di scatto, riportato alla realtà da quel saluto. Era la ragazza dai capelli rossi che, al loro ultimo incontro nella hall, gli aveva tastato il sedere.
«Ehi, ciao.»
«Pensi di vedere Zoe stasera?» domandò lei con tono amichevole.
«Ceneremo insieme» ammise lui, circospetto.
«Bene.» La rossa si guardò attorno poi si avvicinò con fare furtivo. «Il tuo bel sedere è al sicuro con me. Ti consiglio di stare attento a mia sorella!»
«Siete gemelle?» Dex strinse gli occhi e si rilassò.
Lei ammiccò. «Potresti fare avere a Zoe un messaggio da parte mia? Ho sentito alcuni ragazzi parlare di una scommessa che la riguardava. Dille di stare attenta.»
Dex aggrottò la fronte. Non si fidava della ragazza davanti a lui, benché i suoi occhi sembrassero onesti e preoccupati. «Da quando in qua ti preoccupi dei sentimenti di Zoe?»
I grandi occhi azzurri di lei si fecero di ghiaccio. «Da quando sono diventata adulta e ho preso le distanze da quella massa di stupidi trogloditi dei nostri compagni.»
«Ci penserò io a tenere d'occhio Zoe» promise lui, con tono grave.
Julie lo scrutò. «Sei ancora cotto di lei, vero?»
Dex stava per negare ma, proprio in quell'istante, Zoe uscì dall'ascensore. Lo sguardo gli si illuminò e il cuore iniziò a danzargli nel petto. Anche la sua immediata erezione testimoniò il piacere della sua apparizione. Un corto abito di seta nera molto scollato avvolgeva le sue curve. Sexy da far paura. E sua. Almeno per quella sera.
«Cotto e stracotto, direi» si rispose da sola Julie.
«Pronta?» Dex chiese a Zoe, ignorando completamente la ragazza.
«Sei sicuro di voler partecipare a questa noiosa cena di classe?» replicò lei, lisciando il risvolto della sua giacca sportiva, gettata sulle spalle. «E se invece trovassimo un posticino più intimo per parlare un po'?»
Zoe stava sorridendo ma Dex percepì qualcosa di strano nel tono della sua voce. Sospettava qualcosa? No. Non era possibile. Tuttavia, lui sapeva che doveva dirglielo. Subito.
Però, come poteva gettare al vento la possibilità di trascorrere una notte da favola con lei? Frustrato e combattuto, si rese conto che confessarle la verità rappresentava il suo biglietto di sola andata verso la fine.
Si limitò, quindi, a lasciar scivolare la propria mano in una lenta carezza lungo la schiena. La pelle di lei era bollente e più liscia della seta dell'abito che indossava. Più tardi avrebbe assaggiato ogni centimetro di quel corpo, senza dare tregua alla propria lingua, golosa e insaziabile.
«È la tua riunione di classe. Diamo un'occhiata.»
Un'ora dopo, Dex si pentì di quella decisione. «Sono sempre così noiose le rimpatriate?»
«Oh, sì. E il peggio deve ancora arrivare» affermò Zoe, scoccandogli un'occhiata maliziosa. «Aspetta di sentire i discorsi sui bei tempi passati.»
Prima che lui riuscisse ad afferrarle una mano per trascinarla fuori alla sala da pranzo, al loro tavolo si aggiunsero altri ex studenti. Dex abbozzò un sorriso e si rassegnò a far buon viso a cattivo gioco. Intanto che le diverse portate venivano servite, si perdette a fantasticare sul seguito della serata, quando avrebbe potuto spogliare Zoe e godere della sua meravigliosa nudità.
D'improvviso, quasi si soffocò con un pezzetto di pollo che gli era andato di traverso. Un piede gli stava accarezzando un polpaccio. Un eccitante, seducente piede nudo femminile. Lanciò un'occhiata interrogativa al tizio seduto alla sua sinistra e si rifiutò categoricamente di considerarlo. Quindi, si volse fulmineo verso Zoe.
«Così ingordo?» gli domandò lei, suadente.
«Insaziabile» ammise lui, un po' confuso per l'inaspettata piega che stavano prendendo le cose.
«Saziati, allora» lo incoraggiò lei con la voce sempre più bassa e roca. «Hai bisogno di energie. Chissà quali sorprese ti attendono più tardi.»
«Sorprese?»
«Tua nonna potrebbe organizzare qualche altra follia, no?»
«Ah, quelle sorprese!» Perché c'era qualcosa nel tono di Zoe che non lo convinceva? L'istinto gli diceva che lei stava giocando al gatto e il topo.
In quell'istante, qualcuno accese il microfono che produsse uno suono stridulo e assordante.
«La prima candidata per l'elezione della reginetta della riunione è Zoe Gaston.»
«Cosa?» strillò lei, impallidita, voltandosi di scatto verso il palco, mentre la sala rimbombava di sussurri e commenti.
«Hai sentito bene. Cosa c'è che non va?»
«Non posso credere che...» proruppe Zoe. Poi fece una pausa. «Sono certa che mi hanno scelto solo per mettermi contro Candice.»
«Be', avrebbero potuto nominare chiunque altra» le fece notare Dex, alzando le spalle.
Entrambi volsero l'attenzione al palco mentre venivano nominate le altre candidate. Julie Fenton e Candice Love. La folla applaudì in modo svogliato. Solo il tavolo degli ex giocatori di football sostenne, con urla e fischi di approvazione, la candidatura della ex capo cheerleader, che si alzò con espressione radiosa per tenere un discorso.
«Potresti vincere alla grande» affermò Dex convinto.
«Vincere? Ma sei matto? Io non desideravo partecipare a questa pagliacciata e di sicuro non voglio vincere.»
Dex rimase colpito dalla furia nella voce di Zoe. Si guardò attorno e notò diverse sgradevoli occhiate nella loro direzione. Julie, invece di essere elettrizzata per la nomina che aveva ricevuto, mostrava uno sguardo preoccupato.
«Perché non dovresti vincere?» rincalzò lui. «Sei molto più bella e intelligente di loro!»
Zoe alzò gli occhi al soffitto. «Non capisci che è tutto uno scherzo? Come allora, quando mi nominarono la Regina Vergine.»
Dex trattenne un'imprecazione, soffocando l'impulso di alzarsi e prendere a pugni Brad. Non aveva dubbi: c'era lui dietro a questa pagliacciata.
«Vorrei andarmene» annunciò lei e, senza attendere risposta, gettò il tovagliolo sul tavolo, si alzò e lasciò la sala con passo sostenuto.
Dex si affrettò a raggiungerla nella hall, dove la prese da parte e la condusse dietro una colonna. «Aspetta un attimo» la fermò, strattonandola per un braccio. «Non sai se è uno scherzo. Forse alcuni pensano davvero che meriti di essere eletta reginetta.»
«Certo, come no!» commentò, sarcastica. Non volendo protrarre quella sterile discussione, lei si guardò attorno. «È qui che ti apparti con le tue ragazze per dar loro la buonanotte?»
«Vuoi dire che la nostra serata è finita?»
«Ho da fare» si giustificò lei, lanciando un'occhiata all'orologio. Quindi lo scrutò per cercare di cogliere un cedimento nella sua recita.
Un brivido di gelo percorse la schiena di Dex che fece un passo indietro. Zoe avanzò verso di lui, giungendogli così vicina che il profumo della sua pelle gli procurò un senso di vertigine.
«So che è una domanda stupida... ma cosa stai facendo?» le domandò, con voce malferma.
«Non è stato un appuntamento quello di stasera?»
Dex deglutì a fatica mentre Zoe s'incollava a lui, ondeggiando i fianchi. Contrasse la mandibola per resistere a quella erotica tentazione. Doveva stare attento a ogni propria mossa per non far saltare tutto.
«Non credo che questo possa essere definito un appuntamento vero e proprio» azzardò, impacciato.
Mentre da lontano giungevano le grida e gli schiamazzi sguaiati degli studenti, Zoe gli fece scivolare le braccia attorno al collo, infilando le dita affusolate tra i suoi folti capelli. Lui trattenne a stento un gemito di piacere e le afferrò i polsi per abbassare le mani ai fianchi. La sua resistenza era ormai ridotta ai minimi termini.
Con le labbra a un soffio dal paradiso, Zoe desiderava spazzare via ogni dubbio dalla mente, e baciare Dex era il modo migliore per farlo. E doveva farlo in fretta. Subito. Adesso.
«Mi piace concludere una bella serata con il bacio della buona notte» sussurrò lei, con tono seducente.
Ogni respirò che Dex esalava non faceva altro che incollarlo sempre di più contro il seno palpitante di lei. Zoe stava esultando trionfante dentro di sé, quando lui lasciò la stretta dei suoi polsi.
«Zoe, questo è assurdo.»
«Non ti sto chiedendo di spogliarti nudo e fare sesso selvaggio nel bel mezzo della sala» protestò lei, stizzita per essere stata bloccata a un passo dalla sua piccola vendetta.
«Dopo un mio bacio, saresti tu a spogliarti nuda» l'ammonì, ponendo le mani sui suoi sinuosi fianchi.
«Ti piacerebbe.»
«Enormemente» mormorò Dex, arrendendosi a quella logorante tentazione e abbassando la bocca su quella di lei.
Zoe aveva memorizzato e imparato a riconoscere l'intensità della pressione delle labbra dell'uomo mascherato. Conosceva l'irruenza della sua lingua nella propria bocca, che la scuoteva come una potente scossa elettrica.
Questo bacio non era lo stesso. Era carezzevole e dolce, non arrogante ed esigente. Le labbra di lui lambirono quelle di lei, sollecitando con dolcezza la loro apertura. Con un sospiro profondo, Zoe le dischiuse e lui ne prese possesso, affondando la lingua nel calore umido della sua bocca. Le ginocchia le tremarono, un incendio prese a divampare tra le sue cosce.
Dex si scostò e Zoe, emettendo un lieve suono di soddisfazione, riaprì gli occhi. No. Non era lo stesso, ma era comunque deliziosamente sensuale.
«Devo andare» fu tutto quello che lui riuscì a dire prima di sparire, senza nemmeno darle il tempo di replicare.
Zoe scosse la testa e si diresse verso l'ascensore. Sorrise compiaciuta e lasciò che un fremito di delizia erotica l'attraversasse tutta. Ripensò con intima soddisfazione all'espressione stupefatta e leggermente terrorizzata sulla faccia di Dex. Non che fosse arrabbiata con lui. Sapeva che ci doveva essere un motivo per quella mascherata. Dex non l'avrebbe mai ferita. Ma aveva sentito la necessità di prendersi una piccola rivincita.
Giunta alla porta della sua stanza, inserì la tessera ed entrò, pronta a trascorrere le successive dodici ore come in una fiaba da mille e una notte.
Bendata, Zoe si fece guidare da una forte mano maschile lungo uno stretto corridoio. Con tutti gli altri sensi amplificati, udì lo scalpiccio dei loro passi sul tappeto e poi lo scatto di una serratura. Una porta si aprì.
Le sue pulsazioni accelerarono per l'anticipazione.
«Hai portato il costume, vedo» constatò la roca voce dell'uomo mascherato, notando il borsone che lei portava con sé. Glielo tolse di mano e lo poggiò per terra.
Attraverso la bandana, Zoe intravide una luce fioca, forse proveniente da una candela. «Anche il frustino, se è per questo» tenne a precisare. «Ma non credo di essere portata per le pratiche sadomaso.»
«Vedremo.»
Quel tono, quella leggera risata appena percepibile nelle sue parole le tolsero ogni dubbio. Il suo misterioso seduttore era Dex. Con un sospiro, lasciò che la tensione abbandonasse i suoi muscoli. Avrebbe discusso di quella questione con lui più tardi. Ora, voleva solo godersi una lunga e appagante notte di sesso sfrenato. E sapere di farlo con qualcuno che conosceva e di cui si fidava rendeva le cose molto più facili. Mille farfalle si agitarono nel suo stomaco in un'eccitata danza di pregustazione.
«Cosa succede adesso?» domandò, curiosa e impaziente.
Silenzio. L'aria si mosse attorno a loro e lei percepì la sua vicinanza. Seguendo il suo istinto, allungò una mano e trovò subito l'ampio e muscoloso torace di lui. Il cuore gli batteva all'impazzata.
Con l'altra mano, iniziò a tracciare una linea lungo la sua gola, la scultorea mascella e, finalmente, trovò la sua bocca. Fece scorrere l'indice sulla bruciante carnosità del suo labbro inferiore e gli sentì trattenere il respiro, quando lo lasciò scivolare piano tra i denti.
Pura e liquida sensualità le scorse nelle vene quando lui prese a lambire e mordicchiare il suo dito. Allo stesso tempo, le insinuò una mano tra le cosce, premendo e accarezzando il centro della sua femminilità, facendola mugolare.
Zoe fece scivolare i palmi sul suo addome scolpito e prese a tirare la camicia per estrarla dai pantaloni. Infilò le mani sotto la soffice stoffa, contro l'ardente calore della sua pelle, e poi sotto la cintura dove un forte rigonfiamento spingeva palpitante. Con la punta delle dita, accarezzò la punta liscia e soda del suo sesso.
Lui emise una specie di singulto arrochito che suonò come una sinfonia alle orecchie di Zoe, esaltata per la consapevolezza del potere tutto femminile che riusciva a esercitare su di lui, al punto di fargli perdere il controllo.
Il cervello di Zoe iniziò a registrare le sensazioni di beatitudine e di passione che le stavano scuotendo il corpo. Non era solo una reazione sessuale. Per la prima volta nella sua vita, si sentiva avviluppata in una spirale di connessione emotiva.
Sempre più impaziente, si lanciò sulla fibbia dei calzoni, ma la mano di Dex coprì le sue dita smaniose.
«Aspetta.»
«Ti prego» si lamentò lei.
«Spogliati.»
Riluttante, Zoe lasciò la sua cintura di cuoio e iniziò a slacciare la lunga fila di bottoni sul davanti del proprio abito.
«Lascia che ti aiuti» si offrì lui, spingendola indietro, fino a farla sedere sul letto.
Zoe si passò la lingua sulle labbra secche per la tensione. Il gioco si stava facendo più intrigante e coinvolgente.
Le nocche delle dita di Dex strusciarono sui suoi seni gonfi e ansimanti mentre la spogliava. Zoe rimase in attesa di una carezza più sensuale che non arrivò. Quando lui giunse all'ultimo bottone, fece scivolare l'impalpabile abito di seta lungo le braccia. Lei contrasse l'addome, sentendosi intimidita. Era mezza nuda davanti ai suoi occhi e non poteva nemmeno gustare l'espressione sul suo viso.
Lo udì trattenere il fiato alla vista del reggiseno di pizzo nero. Non volendo affrettare quell'erotico gioco di seduzione, lui sfiorò con le dita la durezza di un capezzolo che spingeva invitante contro il prezioso tessuto. Quindi, invece di spostare la stoffa, si chinò per poggiarvi sopra la bocca, bagnandola con la lingua e prendendo tra le labbra una punta turgida.
Con un rapido tocco le fece scattare il gancio che, finalmente, rivelò la sua nudità. Zoe ansimò languida, inarcando la schiena ma Dex ignorò il suo tormentato appello. Stringendole i fianchi, la fece rialzare e si pose dietro le sue spalle, sollevando e attorcigliando la folta massa di capelli.
Per prima cosa, Zoe percepì il suo fiato, che la fece rabbrividire. Mentre le sue dita le accarezzavano le braccia, le labbra percorrevano – con piccoli baci – la nuca e la lunga linea della schiena, sempre più giù. Dopo averle stretto la linea morbida della vita, lasciò che le sue mani si riempissero della pienezza del seno sodo e tormentassero le punte indurite. I gemiti rochi si fecero più frequenti, il corpo flessuoso fu percorso da gemiti di piacere.
Era fantastico sentirla fremere in quel modo. Le labbra di Dex raggiunsero il fondo della schiena intanto che le carezzava il bacino. Le sue lunghe dita si insinuarono sotto il bordo sottile delle mutandine di seta, sfilandogliele, e a Zoe sfuggì un lamento basso e roco. Lui incominciò poi ad accarezzare la carne umida e sensibile, le pieghe turgide, giocando con il clitoride.
Affannata e febbricitante per l'incontenibile piacere, lei sobbalzò quando Dex la rigirò su se stessa, facendole perdere l'equilibrio. Si ritrovò sdraiata sul letto, con i fianchi sollevati, pronta a offrirsi a lui che si posizionò in ginocchio fra le sue cosce.
Dex riprese a tormentarle la linea dolce delle areole e lei infilò le dita fra i suoi folti capelli per attirarlo più vicino. Avvertendo il suo respiro sul viso, lei sollevò la testa e assaporò le sue labbra tumide. Lentamente lo costrinse a socchiuderle, cercandogli la lingua con tocchi leggeri, provocatori, a cui lui rispose avviluppandosi a lei in una danza erotica e antica.
Nell'oscurità, lo sentì muoversi con concitazione e comprese che si stava togliendo gli abiti, lasciandoli cadere sul tappeto. Zoe si affrettò ad aprirgli completamente la camicia, strappandogliela quasi di dosso, passando le dita febbrili sui muscoli del torace, sui piccoli capezzoli.
«Sei una meraviglia» mormorò lui, preparandosi a farla impazzire di piacere.
Sensazioni impetuose e travolgenti, si rovesciarono sul suo corpo come una cascata, togliendole la ragione. Le mani di lui si strusciarono sui seni. Le prese una punta tra le dita, stringendola e pizzicandola. La sua bocca rovente si unì a quella meravigliosa tortura e lei gli si abbandonò completamente, gettando la testa all'indietro e mugolando rapita.
Zoe sollevò i fianchi, sfregando le cosce contro quelle marmoree di lui. «Ti voglio» gemette, accarezzandogli la dura linea della mascella.
Dex ruggì e l'attirò a sé per rubarle un bacio appassionato. Nel buio della sua realtà dietro la bandana, Zoe avvertì i suoi movimenti. Un rumore di carta strappata le fece intuire che stava indossando un preservativo.
Il materasso si mosse. Lei fece scivolare le mani sulle possenti spalle di lui e cinse le caviglie attorno alla sua vita affinché potesse penetrarla. Con un'unica, rapida spinta la riempì completamente e lei lo risucchiò nelle sue calde profondità, con un sospiro di pura felicità.
Le spinte si fecero più prepotenti, veloci e selvagge. Zoe era talmente eccitata da non capire più nulla. L'immaginazione compensò la mancanza della vista e la visione del volto di Dex, dei suoi profondi occhi azzurri, del suo sorriso malizioso, le fece perdere il controllo. Sentiva il loro ansimare animalesco e frenetico, percepiva il sudore dei loro corpi impazziti. Lo sfregamento del clitoride aumentava a dismisura il piacere, fino a che non si sentì catapultata oltre il precipizio dell'estasi. Dopo due spinte violente, brutali, le giunse il grido dell'esplosiva soddisfazione di lui. Quel gemito e la sensazione del forte pulsare dentro di lei, le provocarono un altro, inaspettato orgasmo.
Ancora avviluppata in una nuvola di ovatta, il corpo spossato, Zoe si abbandonò fra le braccia dell'uomo che le aveva aperto le porte del paradiso.
«E siamo a quota due...» le mormorò Dex, stringendola forte a sé. Poi caddero entrambi nell'oblio.