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Petali d'amore

di MAGGIE COX

Serena Hammond ha partecipato a un’asta londinese per acquistare Rosa, un dipinto che ha un significato sentimentale per il suo gentile dolce e anziano datore di lavoro. All'ultimo momento, però, la sua offerta è stata superata da quella di Ethan Galbraith, bellissimo e arrogante milionario. Ora Serena dovrà escogitare un piano per convincerlo a cederle il quadro, ma il suo intuito le ha instillato un dubbio: rischia di recuperare il ritratto e di perdere il cuore

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Dunque, Serena aveva accettato l'inaspettato e imbarazzante commento di Ethan al proposito del suo vestito senza battere ciglio. Ora, trepidante, era seduta di fronte a lui in un angolo poco illuminato di un raffinato bar adiacente a un lussuoso albergo londinese.

Un pianista in giacca scura suonava jazz dolce per intrattenere i clienti elegantemente vestiti che godevano di quell'ambiente così rilassante.Estremamente consapevole del profumo molto sexy di Ethan, Serena sorseggiò il suo vino bianco ghiacciato e si chiese cosa ci facesse lei lì.

Non era una femme fatale, questo era un fatto. Non aveva proprio idea di come fare per ridurre un uomo alla sua volontà, in modo da estorcergli ciò che lei voleva. E da Ethan, si disse, voleva solo il quadro, Rosa, il ritratto della bella zingarella che era appartenuto alla famiglia del suo datore di lavoro, Godfrey Baillon, per generazioni, prima di essere venduto in un periodo di grandi difficoltà economiche.

Godfrey aveva ogni buona ragione per desiderare il dipinto, ragionò Serena, mentre sicuramente per Ethan Rosa era solo un'aggiunta a quella che era senza dubbio già una notevolissima collezione di arte. Probabilmente accumulava cosa belle solo per soddisfare il proprio ego, e per dare una dimostrazione di ciò che il suo denaro poteva procurargli. Ethan Galbraith non avrebbe mai capito il bisogno di un uomo malato di riappropriarsi di qualcosa di sentimentalmente prezioso che apparteneva al suo passato.

Lasciò andare un profondo sospiro.

Ethan le lanciò uno sguardo divertito, poi si sbottonò la giacca e tese la mano verso il suo bicchiere. "Sei già a corto di argomenti, Serena?" la sollecitò.

"Sai perfettamente che io voglio parlare solo del quadro" precisò lei.

"Dunque... Perché mai sfoggi un abbigliamento così provocante per parlare di un quadro?" Ancora una volta Serena percepì il suo sguardo su di sé, intenso come una carezza. "Per provocarmi? Per attirare la mia attenzione? Ebbene, la hai ottenuta, se ti interessa saperlo. La domanda è, cosa ne farai adesso?"

Ondate inopportune di calore le lambirono il corpo. Serena non sapeva nemmeno cosa fare di se stessa, sconcertata dalla sua sconcertante reazione. Il suo piano di costringere Ethan ad affrontarla stava avendo dei risvolti che non aveva affatto previsto.

"Non sono in cerca del tipo di attenzione alla quale tu ovviamente ti stai riferendo! E se avessi potuto ottenere un appuntamento con te nel tuo ufficio, sicuramente ora non saremmo qui!"

Ma quando vide i muscoli delle sue mascelle contrarsi, e un lampo pericoloso attraversare i magnifici occhi verdi, Serena si chiese perché si fosse spinta così oltre. Sforzandosi di controllare la sua apprensione, si sporse in avanti e gli sfiorò un ginocchio. Non aveva davvero avuto intenzione di fare una cosa simile, ma era per natura una di quelle persone che toccavano quando cercavano di comunicare con gli altri, e il misfatto era stato compiuto quasi prima che se ne rendesse conto.

Il lieve rossore che soffuse il viso di Ethan sembrò confermarle che decisamente non era stata la cosa giusta da fare. Con qualche difficoltà, cercò di ricordare ciò che aveva avuto intenzione di dirgli.

"Per favore, ascoltami... Godfrey, il mio datore di lavoro, è innamorato di quel ritratto da anni. Praticamente è l'ultimo rappresentante della sua famiglia. Ha trascorso l'ultimo anno entrando e uscendo dagli ospedali, ora per un problema, ora per un altro. A volte scopro un'espressione così triste sul suo viso, quasi come se fosse sul punto di rinunciare... Quasi come se fosse convinto di non avere nulla per cui continuare a vivere. Quando ha saputo che Rosa era in vendita, per la prima volta dopo mesi si è rianimato. Sperava di avere la possibilità di riportare a casa il suo quadro. Adesso sicuramente capirai perché è imperativo che ne rientri in possesso, non è così?"

"Solo perché una persona desidera fortemente una cosa, non significa che sia imperativo che la ottenga. E se ti dicessi che anche io da tempo cercavo di comprare il ritratto? Chi può decidere se è giusto che lo abbia io o il datore di lavoro?"

Ethan appoggiò il bicchiere sul tavolino e le rivolse uno sguardo glaciale. Ora il calore che le aveva avvolto il corpo aveva lasciato il posto al freddo, perché Serena sapeva che nulla di quello che avrebbe potuto dire o fare avrebbe indotto quell'uomo a cambiare idea.

La fronte aggrottata, respinse una ciocca di capelli che le era ricaduta sul viso e sprofondò nei soffici cuscini della poltrona. "Il denaro e il possesso sono così importanti per te? Più importanti del riuscire a rendere le persone feli-ci?"

"Se tu sapessi io da dove vengo, non avresti osato chiedermi una cosa simile!"

"Scusami, non intendevo offenderti. Dunque, rifiuti nella maniera più assoluta di prendere in considerazione la possibilità di vendere il quadro?"

Per quanto il cuore le dolesse al pensiero di dover riferire la brutta notizia a Godfrey, non poté evitare di interrogarsi sul significato della frase che Ethan aveva appena pronunciato. Ovviamente doveva aver toccato un tasto dolente, e ora l'uomo la stava guardando torvo, quasi lei fosse il suo peggior nemico. E, strano ma vero, la cosa le dispiaceva.

"Conosci già la mia risposta, non costringermi a ripeterla" borbottò lui.

"Allora non approfitterò oltre del tuo tempo. Grazie per il vino. Non alzarti, non è necessario che mi accompagni."

Quella donna non immaginava nemmeno con chi aveva a che fare! Chi le dava il diritto di risvegliare in lui dei sentimenti che invece avrebbero dovuto continuare a dormire, pensò Ethan furioso. Era stato pronto ad intrattenere un fugace storia a base di sesso con lei – era un uomo giovane dotato di una sana libido – ma assolutamente non era pronto a giocare con le emozioni, per quanto brevemente. Il passato, il suo passato, era fuori di discussione.

Era fatto solo di tristezza e rimpianti, e lui per fortuna se lo era lasciato alla spalle molto tempo prima. Inoltre, era fermamente convinto di essere responsabile esclusivamente della sua felicità, il che lo aveva indotto a stare alla larga da minacciose catene come il matrimonio e l'impegno verso gli altri.

Ora toccò a lui allungare una mano per toccare. La sua mano si strinse possessivamente sul polso sottile di Serena mentre quest'ultima si alzava, intenzionata ad uscire dal bar.

Il gesto la colse talmente di sorpresa che, senza proferir parola, Serena tornò a sedersi, il polso ancora intrappolato in quella morsa di ferro.

"Resta."

"Cosa?"

"Ti ho chiesto di restare" ripeté Ethan, fissandola con una intensità tale da farle mancare il respiro.

"Perché?" Le sopracciglia di Serena si unirono mentre guardava, perplessa, le lunghe dita che l'avevano catturata e che sembravano assolutamente poco disposte a lasciarla andare.

Il cuore gli stava galoppando in petto, si rese conto Ethan. Ma cosa c'era in quella donna fastidiosa e molesta che lo colpiva tanto?

Forse tutto quello che doveva fare era portarla a letto per risolvere la situazione? Un'idea che si rafforzò subito nella sua mente. Le liberò il polso e sorrise.

"Perché non ceni con me?" propose. "Chi può dirlo? Forse alla fine della serata potresti decidere che io non sono l'orco insensibile e crudele che credi io sia."

Serena sarebbe scoppiata a ridere volentieri, se non fosse stato per l'innegabile fatto di essere genuinamente e profondamente terrorizzata.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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