Petali d'amore
di MAGGIE COX
Serena Hammond ha partecipato a un’asta londinese per acquistare Rosa, un dipinto che ha un significato sentimentale per il suo gentile dolce e anziano datore di lavoro. All'ultimo momento, però, la sua offerta è stata superata da quella di Ethan Galbraith, bellissimo e arrogante milionario. Ora Serena dovrà escogitare un piano per convincerlo a cederle il quadro, ma il suo intuito le ha instillato un dubbio: rischia di recuperare il ritratto e di perdere il cuore
Ethan l'aveva invitata a trascorrere il resto della serata nel lussuoso albergo, ma doveva averlo fatto sapendo già che lei non aveva altra scelta se non rifiutare.
Cenare con Ethan Galbraith sarebbe stato come tuffarsi in una piccola baia popolata dagli squali! Lui non le piaceva, ragionò Serena, e il sentimento era reciproco. Qualsiasi cosa la sua mente impenetrabile e calcolatrice stesse congegnando, sicuramente non avrebbe aiutato lei a portare a buon fine la sua missione: comprare il ritratto Rosa a nome del suo datore di lavoro.
Ora, mentre osservava nella penombra del bar il viso dell'uomo seduto di fronte a lei, capì anche che doveva declinare l'invito per un ulteriore motivo. In qualche modo, a un certo punto della conversazione, lei era diventata troppo consapevole del fascino di Ethan.
La spaventava anche solo considerare la possibilità di trascorrere altro tempo con lui; il suo istinto le suggeriva di darsela a gambe, e subito! Ethan aveva affermato che lei non era il suo tipo, e certamente lui era quanto di più diverso dagli uomini che in genere le piacevano.
Non usciva spesso, badare a Godfrey era un impegno gravoso; ma quando lo faceva, Serena preferiva la compagnia di uomini semplici e gentili. Certamente una persona sana di mente non avrebbe mai definito Ethan gentile!
"Stai scherzando, vero?" domandò rifugiandosi nel bicchiere di vino che aveva appena abbandonato.
"È davvero così difficile per te credere che io ti giudichi così interessante da invitarti a cena?" le domandò Ethan, la voce che vibrava di irritazione.
"Sì, francamente lo è. Anzi, sono certa che non mi trovi affatto interessante, quindi devo dedurre che stai usando questa opportunità per raggiungere altri scopi" affermò Serena, rossa in volto. E poi, per sua grande mortificazione, Ethan reclinò il capo e scoppiò a ridere.
"E... gentilmente, vorresti spiegarmi quali sarebbero questi scopi, mia dolce Serena? Mi piacerebbe molto essere informato della tua teoria."
"Sono certa che non hai bisogno delle mie spiegazioni! Il tuo è solo un giochetto a cui fanno ricorso uomini sofisticati e annoiati come te, un giochetto al quale io non ho alcuna intenzione di partecipare! Te l'ho già detto: io voglio solo che tu rifletta sulla possibilità di vendere il ritratto a Godfrey. Tranne questo, non c'è nulla di te che mi interessi."
"No?"
Senza concederle il tempo per intuire le sue intenzioni, Ethan le tolse il bicchiere da mano, lo appoggiò sul tavolino, si alzò e l'attirò fra le sue braccia. E mentre si ritrovava imprigionata contro il suo ampio petto - e il profumo, il calore, la percezione di Ethan si impadronivano del suo corpo con un vero ciclone di sensazioni - Serena sentì le labbra di lui impossessarsi delle sue. Non si oppose nemmeno quando la lingua di Ethan intrecciò con la sua la più erotica delle danze.
Vacillò, ma Ethan la strinse un po' di più per impedirle di cadere. Che cosa le stava succedendo, si chiese disperata. Era impazzita, per caso? Permettergli di baciarla così, oltretutto in pubblico! Ma anche se era furiosa, la sua offesa non resistette al travolgente desiderio di prolungare l'esperienza. Era sconcertante, ammise Serena, ma non voleva che quel bacio terminasse.
Sicuramente non era normale disprezzare un uomo, tuttavia anelare alle sue carezze con tanto ardore da credere di non essere più in grado di sopravvivere senza, giusto?
Una donna che arrossiva così facilmente era una creatura rara per quello che ne sapeva lui, rifletté Ethan, mentre il pensiero di portarla a letto diventava più allettante col passare dei secondi. Aveva già un'idea di quanto fosse passionale la natura di Serena. E se ora gli stava resistendo, era solo perché lui aveva rifiutato di venderle il ritratto, il che poteva tornare anche a suo vantaggio. La furia di Serena poteva essere sfruttata degnamente, visto che scatenava quelle scintille che si trasformavano nell'incendio dei sensi in camera da letto!
Nonostante il suo interesse per l'arte, Ethan non avrebbe mai potuto essere definito come un poeta, tuttavia mentre baciava Serena riscoprì in sé una vena creativa paragonabile a quella di Keats! Una illuminazione che influì sul suo equilibrio violentemente, quasi come se una crepa si fosse improvvisamente aperta sotto ai suoi piedi. Sarebbe stato inutile fingere che si trattava solo di un bacio appassionato ma abilmente estorto: toccando quella donna ed entrando in un intimo contatto con il suo corpo voluttuoso, infatti, capì che l'alternativa era fra portarla a letto o trascinarsi dietro una frustrazione sessuale per il resto dei suoi giorni.
Terminato il bacio, il dolce, caldo respiro di lei gli accarezzò le labbra. Serena non si ritrasse di scatto, ma lo guardò, un'espressione sbalordita in quei fantastici occhi nocciola.
"Perché l'hai fatto?" chiese lei, la voce non più di un sospiro.
"Coraggio... non è possibile che tu sia così ingenua!"
"Cosa vuoi dire, che io desideravo che tu mi baciassi?"
Il sorriso che incurvò le labbra di Ethan era beffardo. "Tesoro, non mi hai certo respinto" sottolineò. "Anzi, mi hai incoraggiato."
"Perché non mi fai una grande cortesia e chiudi il becco?"
Serena alzò una mano con la chiara intenzione di schiaffeggiarlo, ma lui le afferrò il polso e lo intrappolò in una morsa ferrea. Un brivido di eccitazione gli corse lungo la schiena, perché aveva appena ricevuto la conferma che la natura di Serena era passionale esattamente come lui aveva immaginato.
Un cameriere con in mano un vassoio si materializzò accanto a loro. Guardò prima Serena e poi Ethan, una luce preoccupata negli occhi. "Va tutto bene, signora? Signore?"
Immediatamente Ethan lasciò andare il polso di Serena e con fare provocatorio le sfiorò la gota arrossata con la punta delle dita. "Sì, naturalmente, va tutto bene" confermò. "Io e mia moglie abbiamo avuto una piccola divergenza di opinioni... Sa come succede a volte?"
"Sì, certo, signore, capisco."
Il cameriere sorrise a Ethan con fare cospiratorio e si allontanò in tutta fretta. Serena sentì il cuore martellarle nel petto con tale forza da attenuare ogni altro rumore nella sala. Nel punto in cui Ethan l'aveva toccata, la gota bruciava come se lui le avesse impresso il suo marchio.
"Tua moglie?"
Ethan scrollò le spalle con noncuranza. "Come altro avrei dovuto definirti? La mia amante?"
"La tua arroganza supera ogni limite!"
"Perdonami, ma così non mi offendi, Serena. Mi hanno detto cose molto peggiori. Ora perché non la smettiamo di discutere?"
Serena lo guardò mentre era intento a sistemarsi il colletto della giacca. La sua espressione era cambiata, diventando più dolce e molto più intrigante di quelle che lei aveva visto avvicendarsi sul suo bel viso. Tutta la tensione degli ultimi istanti sembrò dissolversi, e nello stesso momento in cui registrò la reazione dei muscoli del suo basso ventre all'impatto con lo sguardo di Ethan, capì di trovarsi in guai più seri di quanto inizialmente aveva sospettato.
"Visto che cerchi di sollecitare in me delle reazioni più intense, perché non andiamo a casa mia e ci provi... a letto?"