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Solo un bacio

di JESSICA HART

Quando Caroline Taylor racconta alle amiche di aver appena visto l’uomo che sposerà, lanciano una scommessa: dovrà fare in modo che quel meraviglioso papà single le dia almeno un bacio.

Talvolta però, il destino ha bisogno di una piccola spinta. Carol pensa che il miglior modo per attirare l’attenzione di Anthony Gilchrist sia di parlare dei loro figli. Peccato che lei non ne abbia! La soluzione: prendere in prestito suo nipote per un pomeriggio al parco, lo stesso parco in cui Anthony porta suo figlio…

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Se Caroline voleva vincere la scommessa, doveva subito creare la giusta immagine di sé: una donna seducente e indipendente, ma anche vulnerabile e senza dubbio disponibile a un nuovo legame.

In altre parole: doveva mentire.

“Siamo sempre stati soli, io e Jake” gli spiegò spudoratamente. Anthony aggrottò le sopracciglia, sorpreso.

“Non hai nessun contatto con il padre?”

“No, lui non sa nulla di Jake.”

Caroline si rese conto troppo tardi che, così, poteva dare un’idea sbagliata di lei, perché sembrava che non conoscesse affatto il padre di Jake. No, quello di cui aveva bisogno era creare un alone di fascino e mistero…

“Lui… ecco, lui è un personaggio noto” aggiunse sentendosi ispirata. “Lavoro per una rivista. All’epoca ero andata in California con la redazione, per scrivere alcuni articoli sugli stili di vita californiani. È stato lì che ho incontrato… be’, forse farei meglio a non dire di chi si tratta” si fermò riluttante. “So solo di aver perso completamente la testa.”

Adesso Carol era in grado di visualizzare la propria fantasia: eccola lì, in California, nelle vesti della tipica ragazza inglese un po’ ingenua, rapita dal fascino di una superstar, sedotta dalla magia incontrollabile di ciò che le stava accadendo.

“Mi sono accorta di essere incinta solo quando sono tornata a casa. Non ho voluto rivelarglielo, perché non volevo fargli credere che l’avessi incastrato apposta per farmi mantenere.” Carol terminò il suo racconto, piuttosto soddisfatta di se stessa per quel finale perfetto.

Anthony era sempre più accigliato. “Be’, lui magari vorrebbe sapere di aver un figlio!”

Sembrava aver preso la sua storia molto sul serio, notò lei meravigliata. Credeva davvero che lei fosse capace di provocare una folle passione in un divo del cinema, abituato ad avere le donne più belle del mondo ai suoi piedi?

“Tenere Jake è stata una mia scelta” ribadì aspettandosi, da un momento all’altro, una sua risata divertita. “Penso che sia stato un bene tenerlo all’oscuro di tutto e crescere da sola Jake. Non voglio che mio figlio sia esposto alle regole strampalate dello star system di Hollywood e alla ricchezza sfrenata” aggiunse nonostante pensasse esattamente il contrario di ciò che aveva appena detto. Le sarebbe piaciuto eccome essere esposta a ricchezza e celebrità!

“Jake un giorno vorrà sapere chi è suo padre, non ci hai mai pensato?” Sembrava che Anthony avesse preso la faccenda troppo sul serio.

“Glielo spiegherò quando sarà abbastanza grande per capire” rispose Carol decisa a cambiare argomento il più in fretta possibile, prima che le bugie diventassero troppo complicate da gestire. “Nel frattempo, ci siamo solo io e lui, vero Jake?”

Con suo grande disappunto, il viso di Jake si contrasse in una smorfia e il bambino cominciò a piangere. “Che cosa c’è?” gli domandò prendendolo in braccio e cominciando a cullarlo sulle sue ginocchia. Non mi abbandonare proprio ora, lo pregò in silenzio.

“Forse si sta annoiando” le suggerì Anthony.

Fantastico. Proprio quando le cose stavano andando per il verso giusto! Con tutta l’immane fatica che aveva fatto per fingersi una madre premurosa ed efficiente.

“Forse potrebbe piacergli dare da mangiare alle anatre…” le consigliò timidamente Anthony.

“Non ho portato le molliche di pane, acc...” Un altro punto a suo svantaggio. Tutti sapevano che al parco si portano le molliche di pane per buttarle alle anatre, soprattutto quando ci si accompagnano i bambini.

“Noi ne abbiamo in quantità. Possiamo condividerle, se ti va.”

Carol si riprese subito dal momento di depressione in cui stava sprofondando. Poteva quasi sentire lo stridio dei freni quando si azionano all’improvviso e, dopo un testacoda, ritornano a funzionare di nuovo.

“Sarebbe meraviglioso!” esclamò riconoscente, mentre Anthony chiamava Tom. “Potremmo prendere una tazza di tè insieme al bar, prima di rientrare, che ne pensi?” Non era il cocktail e la cena da Claridges che aveva immaginato, ma era pur sempre un inizio.

Lui le sorrise. “Mi sembra un’ottima idea. Prima le anatre, poi il tè.”

Una tazza di tè al bar valeva lo stesso come appuntamento? si domandò Carol guardando Anthony e i due ragazzini gettare il cibo alle anatre. E anche se fosse valso come appuntamento, le rimaneva comunque il problema di farsi baciare da lui. I bambini avevano svolto il loro ruolo alla perfezione per stabilire un primo approccio, ma ora erano senza dubbio di troppo. Una sorta di terzo incomodo. Doveva escogitare un modo per ottenere un altro appuntamento, ma rigorosamente senza figli.

* * *

“Forse dovremmo presentarci,” suggerì Anthony quando si accomodarono fuori, a uno dei tavolini del bar.

Nonostante il freddo, sedersi fuori era risultata un’idea azzaccata. I bambini stavano mangiando un gelato, e restare all’aperto significava evitare il rischio che sporcassero ovunque. Carol prese la sua tazza di tè con entrambe le mani, per scaldarle. Distolse lo sguardo dal viso di Jake, imbrattato di gelato.

“Io sono Anthony Gilchrist, piacere.” Carol fece appena in tempo a mordersi le labbra per non esclamare: “Lo so!”.

“Caroline Taylor, ma tutti mi chiamano Carol…” si presentò lei sentendosi a disagio. Era fin troppo consapevole del magnetismo che lui emanava, senza volerlo.

Anthony sedeva di fronte a lei con un braccio poggiato allo schienale della sedia, mentre con l’altra mano reggeva la tazza di tè. Carol si sforzò di rivolgere l’attenzione altrove, ma i suoi occhi tornavano a posarsi sul volto di lui in modo quasi automatico. Sulla sua bocca volitiva, sulle rughe attorno agli occhi che rendevano lo sguardo così sexy, fino alla curvatura delle guance quando sorrideva.

Non distrarti!, si rimproverò. E soprattutto fai in modo che ti dia un appuntamento. Solo in quel momento potrai fantasticare di ricevere un bacio. Per non parlare della scommessa e dell’allettante prospettiva di non lavare la cucina per un mese.

Intanto, avrebbe fatto bene a interpretare al meglio il ruolo della madre single. Guardò Tom finire con gusto il suo gelato.

“È proprio un bel bambino!” esclamò convinta. Era il genere di commento che funziona sempre con i genitori. “Lo vedi spesso?”

“Principalmente nei weekend, per ora” le rispose Anthony pulendo il visino di Tom con un fazzoletto, con gran sollievo di Carol. “Susan, la madre, sta cercando di finire la tesi per il dottorato che ha cominciato subito dopo la nascita di Tom. È molto complicato, per lei, stare dietro contemporaneamente sia alla tesi che a un bambino piccolo. Comunque ci sta riuscendo, le mancano poche settimane per terminare il dottorato. Io mi occupo di Tom il più possibile, così da darle l’opportunità di lavorare alla tesi durante il fine settimana.”

Carol ebbe un moto di stizza: Anthony sembrava molto orgoglioso della madre di Tom. In cuor suo, sperò che non fosse uno di quegli uomini che rimangono in buoni rapporti con le loro ex e che fanno continui paragoni tra le attuali compagne e quelle precedenti. Il solo pensiero le metteva l’ansia. Non sarebbe stata all’altezza di essere paragonata a Susan, la cervellona!

Tra l’altro, se a lui piacevano le intellettuali, Carol era ben conscia che un’eventuale storia tra loro non sarebbe durata a lungo. Non avrebbe avuto alcuna chance di chiedergli di uscire se lui avesse anche solo immaginato che l’unica attività intellettuale di Carol era un’approfondita analisi di ER, Medici in Prima Linea e CSI: Miami, di solito basata solo ed esclusivamente sulla bellezza degli attori. Anche se, doveva ammetterlo, tutto ciò portava a stimolanti discussioni tra coinquiline.

“Dev’essere una donna in gamba” commentò Carol recitando un tono serio. Regola numero uno: mai mostrarsi gelosi degli ex. In particolar modo quando hai buone ragioni per esserlo.

“Sì, lo è.” Era risuonata una nota divertita, nella voce di Anthony. “Susan è stata sempre brillante negli studi, anche se non ha il minimo senso pratico. Casa sua è sempre un caos incredibile.”

Oh-oh! Non è che per caso Anthony era uno di quegli uomini maniaci dalla pulizia e dell’ordine? Questa sì che sarebbe stata una pessima notizia, per lei.

I suoi occhi blu sembrarono più intensi quando le sorrise. “E tu?” le chiese. “Che cosa fai nella vita? Prima mi hai detto che lavori per una rivista. Sei una giornalista?”

Il lavoro di giornalista poteva competere con quella secchiona della sua ex, però non sarebbe stata in grado di reggere la parte ancora a lungo.

Era forse arrivato il momento di confessargli dirgli la verità?

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