Solo un bacio
di JESSICA HART
Quando Caroline Taylor racconta alle amiche di aver appena visto l’uomo che sposerà, lanciano una scommessa: dovrà fare in modo che quel meraviglioso papà single le dia almeno un bacio.
Talvolta però, il destino ha bisogno di una piccola spinta. Carol pensa che il miglior modo per attirare l’attenzione di Anthony Gilchrist sia di parlare dei loro figli. Peccato che lei non ne abbia! La soluzione: prendere in prestito suo nipote per un pomeriggio al parco, lo stesso parco in cui Anthony porta suo figlio…
“Qual è il tuo sogno?” le aveva chiesto Anthony. La risposta le era venuta spontanea.
Sei tu, il mio sogno. Per un attimo Carol pensò di aver espresso i suoi pensieri ad alta voce.
Eppure era vero. Non poteva desiderare niente di meglio dalla vita, che lui le prendesse la mano, la facesse alzare e dicesse al cameriere che avevano deciso di non cenare più, perché aveva voglia di portarla a casa sua e di fare l’amore con lei.
Deglutì. “Oh… be’, sai com’è…”
“No,” esclamò Anthony. Non la stava aiutando per niente!
“Be’, suppongo di avere i soliti sogni di tutti. Di desiderare le solite cose. Un marito, una famiglia, una bella casa. Di sentirmi amata e al sicuro.” Carol distolse lo sguardo. “Sono noiosa, eh?”
“No, se è ciò che vuoi veramente.”
Caroline sorrise, sentendosi triste e abbattuta. “Non pensi che i sogni debbano essere più emozionanti? Non so, non credi che si debba osare di più? Che si debba correre qualche rischio?”
“Non c’è niente di più rischioso del matrimonio!” esclamò lui, sarcastico.
“Tu e Susan eravate sposati?”
Le sue labbra si contrassero in un sorriso enigmatico. “No.”
“Perché no?”
Anthony sembrò scegliere le parole con cura prima di risponderle: “Lo abbiamo deciso insieme. Nessuno di noi due voleva sposarsi.”
Carol si accigliò. “Cosa vuoi dire, che non credi nel matrimonio?”
Gli occhi blu oltremare di Anthony si posarono sui suoi. “No, significa solo che sto aspettando di trovare la persona giusta, con cui voler passare il resto della mia vita.”
Carol si ritrovò rapita dalla strana luce che illuminava i suoi occhi. Le mancò il respiro: “Come sei romantico,” esclamò con un fil di voce.
“Lo so.” Anthony le rivolse un sorriso disarmante. “Ti dà fastidio?”
“No,” si affrettò a rispondere, imbarazzata. “Figurati!”
Non sapeva se essere sollevata o delusa quando lui distolse lo sguardo, ponendo fine all’atmosfera carica di aspettative, che si era creata tra loro.
“Almeno tu hai cominciato a realizzare il tuo sogno,” le fece notare.
“Davvero?” Carol lo guardò, confusa.
“Hai Jake,” le ricordò.
“Oh… sì, certo!” esclamò con un sorriso debole. Continuava a dimenticarsi di Jake, che invece avrebbe dovuto essere il suo primo pensiero. Che madre straordinaria! “Vorrei altri figli, comunque. Ho sempre desiderato una grande famiglia.”
Era tutto ciò che voleva, in fondo. Si sentì strana: la verità era fuoriuscita tra la marea di bugie che gli aveva raccontato.
“Come faresti poi a conciliare il tuo lavoro con una nidiata di bambini?” Anthony le stava intanto chiedendo.
“Oh, il lavoro non è tutto nella vita, no?” disse Carol, abbassando le difese. “Non sono ambiziosa. Tutto ciò che voglio è essere felice, essere pagata bene, e metterci l’anima in quello che faccio.”
Le sopracciglia di Anthony si inarcarono. “Credevo che l’ambizione facesse parte del tuo lavoro. Sei giovane e sei già una redattrice di moda!” osservò, stupito.
Giusto! Carol, ricordi, tra le tante frottole, che gli hai detto di essere una redattrice di moda? E anche di essere una madre single che ha avuto una relazione con una star del cinema?
E tutto questo solo per un bacio. Non sarebbe stato più facile attirare la sua attenzione in un altro modo, lì alla panchina del parco, senza doversi ricordare cosa gli aveva e cosa gli non aveva detto? Pazienza! Ormai era troppo tardi.
“Mi piace molto il mio lavoro,” gli disse, “ma non è il centro della mia vita. Jake ha la priorità su tutto.” Avendogli ricordato di avere un ipotetico figlio, ora avrebbe fatto meglio a rincarare la dose: “Non sarebbe la fine del mondo perdere il lavoro.”
Se, solo per un attimo, lui l’avesse invitata a vivere nella splendida e luminosa casa sul mare che progettava da anni…
“Questo sì che è parlar chiaro!” esclamò Anthony. Fece una breve pausa. “Sai qual è la cosa che più mi piace di te?”
“No, cosa?” chiese Caroline, perplessa ma al contempo felice.
“La tua sincerità!”
Se la situazione non fosse stata così paradossale, Carol sarebbe scoppiata a ridere, ma rimase a bocca aperta per lo stupore.
“Sembri una persona così sincera,” le stava dicendo lui, serio. “E questo vuol dire molto per me. Sai, cominciavo a credere che non avrei mai trovato una persona di cui potermi fidare. Ogni volta che cominciavo a fare sul serio con una donna, scoprivo inevitabilmente che lei non era stata sincera e che la nostra relazione si basava su una iniziale incomprensione. Dopo aver rotto con la mia ultima fidanzata, mi sono ripromesso di non farmi mai più coinvolgere da chi non è capace di essere se stessa.”
Questa non ci voleva!
Caroline si sentì persa. Gli aveva raccontato una montagna di bugie farraginose, fino a quando lui non le aveva confessato che la sincerità era la qualità che cercava in una donna!
Non era meravigliata che lui avesse una fissa - tutti gli uomini ne hanno almeno una, giusto? Non poteva odiare, invece, le donne stravaganti? Non che le cose sarebbero cambiate. Che stupida! Le venne in mente il prezzo pagato per le scarpe che aveva comprato da poco. Più stravagante di così…
Perché Anthony non detestava, che so, le donne intelligenti, per esempio? Sarebbe stato perfettamente comprensibile se avesse avuto una profonda sfiducia verso le intellettuali, dopo l’esperienza con la madre di Tom.
E che dire delle donne troppo efficienti, di quelle ultra pratiche, delle donne troppo frugali e di quelle tiranniche? Se si faceva mente locale, ci sarebbero stati vizi e virtù in abbondanza da non possedere e che lui avrebbe legittimamente potuto odiare in una donna. Perché tra tutti questi, lui odiava proprio la disonestà?
Come faceva a dirgli, ora, che gli aveva mentito spudoratamente? Non sarebbe mai riuscita a farsi baciare se gli avesse confessato la verità.
E più pensava a quel bacio e più lo desiderava.
Carol mangiò la sua insalata, ben conscia che un’ombra stava oscurando quella serata. Era tutta colpa sua. Aveva mentito fin dal primo istante e ora non aveva colto al volo l’occasione di redimersi, raccontandogli la verità. Lui le aveva dato un’opportunità favolosa per confessare, ma lei non l’aveva sfruttata. “Be’, a dire la verità, Anthony,” ecco, avrebbe dovuto cominciare così, con queste parole, “non sono stata del tutto sincera con te…”. Avrebbe potuto trasformare la scommessa in una sorta di scherzo e farlo ridere e guadagnare punti in suo favore semplicemente confessando la verità.
Tuttavia non aveva voluto correre il rischio di vederlo sbiancare, di leggere nei suoi occhi tutta la delusione per essersi fidato di lei. Non avrebbe soprattutto potuto sopportare di sentirgli trovare una scusa per terminare la serata prima del previsto. Un giorno gli avrebbe detto la verità, si ripromise. Certo che gliel’avrebbe detta. Solo, non ora.
Non prima che lui la baciasse, almeno.