Dolce vendetta
di CATHERINE MANN
Quando il capo della sicurezza, Javier Cortez, sale a bordo del jet privato dei Medina, l'ultima persona che si aspetta di incontrare è la sua ex amante, Victoria Palmer. La loro relazione era stata appassionata e devastante... fino a quando, un anno prima, lui aveva fatto la sola cosa che lei non avrebbe mai potuto perdonare. Perché si trova lì adesso, allora? Javier non ama le sorprese, ma si rende conto che questa è l'occasione perfetta per stare con lei da solo, e per farla di nuovo sua. Per sempre.
Javier aveva saputo che doveva baciare Victoria nel momento in cui l'aveva vista sotto i vetri della serra, bagnata dai raggi di luna. L'aveva sempre attratto in modo irresistibile.
In quel momento era a un solo respiro da lui. La sua lingua che passava sul labbro superiore era tutto l'in-Javier aveva saputo che doveva baciare Victoria nel momento in cui l'aveva vista sotto i vetri della serra, bagnata dai raggi di luna. L'aveva sempre attratto in modo irresistibile. In quel momento era a un solo respiro da lui. La sua lingua che passava sul labbro superiore era tutto l'incoraggiamento di cui aveva bisogno. Le sollevò il mento. Dopo un anno di separazione, un anno in cui l'aveva dolorosamente desiderata, lei era di nuovo tra le sue braccia.
Stringendola a sé, calò la propria bocca su quella di lei, che dischiuse le labbra con un sospiro. Il desiderio bruciò nelle sue vene, eccitandolo ferocemente. Victoria gli mise le braccia intorno al collo e si inarcò contro di lui. I suoi vestiti bagnati aderivano al corpo di lui, riscaldati dai corpi bollenti. Dalla loro passione.
Lui si addentrò in profondità nella sua bocca, rievocando la sensazione di lei, il modo in cui suscitare la sua risposta, facendosela ancora più vicina. I suoi seni gli premevano contro il petto, resuscitando memorie di come le sue mani avevano percorso quella pelle soffice e cremosa.
La tempesta che aveva imperversato sulle loro teste sembrava riecheggiare ora nelle sue pulsazioni.
Le sue mani scivolarono lunga schiena di lei, fino a catturare le sue natiche e sollevarla, premendola di più contro la propria eccitazione. «Dio, Victoria, ti voglio così tanto da stare male!»
«Lo so» mormorò lei contro la sua bocca. «Per me è lo stesso. È stato tropo lungo, un intero anno senza di te, senza questo...»
Le mani di Victoria scivolarono tra i loro corpi e toccarono la sua durezza. Lui piegò la testa all'indietro, gli occhi socchiusi. Serrò i denti con forza e prese un respiro profondo. Il profumo della sua pelle, amplificato dalla pioggia, mescolato all'aroma intenso dei fiori della serra, lo stordiva.
Aveva scelto deliberatamente la serra. Era il posto più romantico e privato che gli era venuto in mente. Avrebbe potuto chiedere che qualcuno venisse ad aiutarli, ma non poteva perdere l'occasione di restare solo con lei. Improvvisamente un pensiero orribile lo colpì. L'aveva manipolata, conducendola lì senza spiegarle che c'erano alternative, senza darle una scelta. Poteva essere autocratico, ma era orgoglioso della propria integrità. Anche quando gli era costato il suo amore, l'anno precedente. Anche se gli fosse costato la seconda possibilità.
Afferrandola per le spalle, la allontanò a malincuore. Lei oscillò sotto le sue mani, gli occhi che si aprirono per rivelare desiderio e confusione. «Javier?» Le mani si aggrapparono ai risvolti della sua giacca.
Lui le scostò una ciocca di capelli biondi dal viso. «Non ci sono mai stati dubbi su quanto ci desideriamo a vicenda. Ma dobbiamo essere onesti.»
«Vuoi... parlare? Adesso?» La voce era colma di incredulità.
«Non siamo obbligati a restare qui questa notte. Posso chiamare e fare in modo che ci aiutino a raggiungere la casa.»
«La strada non è bloccata?»
«La strada principale sì, ma ci sono altre possibili vie che il fuoristrada può affrontare. Non è semplice ma neppure impossibile.»
Mentre afferrava il concetto, Victoria sgranò gli occhi. «Stai dicendo che mi hai portato qui di proposito?»
Era arrabbiata? Javier non avrebbe saputo dirlo. Almeno non l'aveva respinto, così la tirò a sé.
«Sì. Ho scelto questo posto in modo che potessimo restare soli. Pensavo di sedurti con i fiori.» Le tolse un petalo di ortensia dai capelli. «Tuttavia, quel bacio mi ha colto di sorpresa...»
«Anche a me...» ammise lei ironicamente.
«Inoltre, non mi aspettavo che la situazione, fra noi, cambiasse così velocemente. Anche se avrei dovuto prevederlo, visto quello che è accaduto in passato.» Le afferrò il viso con le mani e la fissò negli occhi. «Se andiamo oltre il bacio, se restiamo qui per la notte... devo essere sicuro che lo desideri sul serio.» Lei lo fissò così a lungo da instillargli il pensiero che volesse andarsene. E questa volta sarebbe stato per sempre, non ci sarebbero state altre possibilità. Quella donna, i suoi bellissimi occhi azzurri, il suo profumo, il suo tocco... l'avrebbero perseguitato per il resto della sua vita. Un secondo dopo Victoria lasciò scivolare le mani lungo la sua giacca, facendo volare altri petali di ortensia. E lui capì che non voleva respingerlo del tutto. Infatti il suo ventre era ancora incollato contro di lui.
«Javier....» gli mormorò passando le dita intorno al suo collo. «Nessuno dovrebbe guidare con questo tempo, quando c'è un posto sicuro dove stare. Io sono esattamente dove voglio essere.»
Il sollievo lo sommerse, più di quando si aspettasse. Sapeva che c'erano ancora molti argomenti del passato di cui parlare, molti problemi da considerare e da risolvere... Come il ruolo che lui aveva giocato nell'arresto di suo fratello, per citarne uno.
«Ora smettiamo di parlare e sfruttiamo al meglio questa notte insieme, per favore... Ci occuperemo del resto domani, quando la tempesta sarà passata.»
Lui non poté ignorare la sicurezza nella sua voce. E pur domandandosi quanto fosse saggio lasciarsi distrarre dal sesso come tante volte era successo nel passato, non poté resistere all'opportunità di rimanere con lei.
Tendendo la mano, percorse alcuni passi verso l'ufficio che ospitava un bagno e una comoda doccia. «Penso che sia ora di togliersi questi abiti bagnati.»