Dolce vendetta
di CATHERINE MANN
Quando il capo della sicurezza, Javier Cortez, sale a bordo del jet privato dei Medina, l'ultima persona che si aspetta di incontrare è la sua ex amante, Victoria Palmer. La loro relazione era stata appassionata e devastante... fino a quando, un anno prima, lui aveva fatto la sola cosa che lei non avrebbe mai potuto perdonare. Perché si trova lì adesso, allora? Javier non ama le sorprese, ma si rende conto che questa è l'occasione perfetta per stare con lei da solo, e per farla di nuovo sua. Per sempre.
Victoria prese la mano di Javier, accettando quel momento. Respinse i pensieri di quando aveva sognato che l'impegno tra loro potesse essere con tutto il cuore e per la vita.
Quella notte avrebbero fatto ancora l'amore. Non aveva dimenticato quello che lui aveva fatto a suo fratello, ma non poteva negarsi quella possibilità di stare con lui, di alleviare il dolore di un intero anno di privazione. Aveva bisogno di un'ultima volta con lui, anche se non avevano molta scelta in quel posto.
Le foglie le strofinarono le gambe mentre superava una vite rampicante.
Javier sorrise, gli occhi neri accesi di promesse. «C'è un bagno perfettamente attrezzato. E io mi ricordo benissimo com'era fare il bagno insieme.»
«Vuoi dire che c'è una vasca qui?» Il suo pollice si posò all'interno del polso, e sentì la sua pulsazione accelerata al ricordo dei petali di rose fluttuanti. «Ci si sporca a fare giardinaggio.» Le fece oltrepassare un'area di coltivazione con vasi di terracotta disposti in fila, e sacchi di terra impilati sotto il tavolo.
«Giusto. Sei stato lungimirante a pensarci.»
Lui si sporse per aprire la porta dell'ufficio. «Se fossi furbo come dici, ci avrei pensato molto prima.» «Sssh..» Gli posò le dita sulle labbra. «Basta parlare.» Victoria sostituì le dita con le labbra, e lui non obiettò. Le sue mani tornarono su di lei, slacciando in fretta i bottoni della camicia. E lei non volle essere da meno. Gli tolse la giacca, le mani che ricordavano il modo migliore per spogliarlo, finché i loro vestiti disegnarono un curioso sentiero verso il bagno. Pelle contro pelle, aderì più strettamente a lui, sospirando con soddisfazione nel sentirlo contro di sé. Reclinò la testa e per la prima volta colse uno sguardo d'insieme. Wow! Non era affatto una normale stanza da bagno dove darsi una ripulita. Pareti di travertino, asciugamani morbidi e spessi e un'ampia doccia termale con un assortimento di bagnoschiuma floreali posti nella nicchia scavata nella parete.
La visione di petali fluttuanti fu sostituita da immagini di loro due che si insaponavano a vicenda con fluidi che odoravano di lillà, di gardenia o di gelsomino. «Non mi sarei mai aspettata un locale così lussuoso, in una serra.»
«Mio zio non bada a spese...» Si allungò dietro di lei per aprire l'acqua.
Victoria fece scorrere le dita sul suo torace, sentendo i muscoli che si tendevano sotto il suo tocco. «Non mi lamento. Solo un'ultima cosa: hai qualche protezione? Io non avevo certo programmato nulla di simile.» «Ci ho pensato io» ammise lui timidamente. «Il bagno dell'aereo era ben fornito, e ho pensato che avremmo potuto averne bisogno.» Recuperò i pantaloni dal pavimento e prese qualcosa dalla tasca. «Grazie al cielo.» Uscendo dalla doccia, appoggiò una mano alla parete. «Quanti ne hai presi?»
La divorò con gli occhi mentre la sospingeva all'indietro e posava un certo numero di bustine nel piatto della doccia. «Quelli che servono.»
Mille getti d'acqua tiepida scorsero sul suo corpo nudo, ma la sua presunzione lo rendeva anche più seducente. «Per una volta, apprezzo la tua arroganza.»
I loro corpi si fusero mentre zampilli d'acqua li inondavano, raccogliendosi poi intorno ai loro piedi. Lei baciò, succhio e leccò la sua pelle intorno al collo, alle spalle. Lui la toccava ovunque, le accarezzava i seni con tocchi così abili da mozzarle il respiro e confermarle che anche lui non aveva dimenticato neppure un secondo delle volte in cui avevano fatto l'amore.
Poi lui versò un po' di bagnoschiuma tra le mani, la fragranza di lillà potenziata dal vapore, tanto che sembrava avesse strofinato dei fiori freschi. I pensieri si persero lontano quando passò le mani tra le sue gambe.
Victoria esplorò il suo corpo tanto quanto lui fece con lei, finché pensò che sarebbe esplosa in mille pezzi; proprio lì, tra le sue braccia. «Ti voglio dentro di me. Non posso più aspettare.»
Il suo grido roco di approvazione tuonò contro il suo petto. Si accorse a malapena che lui si stava infilando il preservativo, poi la premette contro le piastrelle. Afferrandole i glutei con le mani, la sollevò, mettendosi le sue gambe intorno ai fianchi finché non fu perfetta... per penetrarla. Victoria lo abbracciò stretto, premendogli i talloni contro i fianchi, catturandolo dentro di sé. Si sincronizzarono fino a ritrovare il ritmo perfetto, mentre quei dodici mesi si dissolvevano con il vapore dell'acqua. Come se tutte quelle notti che aveva trascorso desiderandolo non fossero mai esistite. Come se non avesse sognato di possederlo esattamente in quel modo.
Solo che nei suoi sogni non si era mai verificata una conclusione. Si svegliava sola e frustrata, languendo per lui. Scacciò i pensieri di suo fratello, di quell'ultima orribile litigata che aveva avuto con Javier, e si concentrò su quello che provava per lui, stretta tra le sue braccia, sommersa dalle sue parole appassionate. I muscoli sodi del suo petto le premevano sui seni, mentre un raggio di luce giocava con i suoi capelli nero giaietto.
La tensione si concentrò dentro di lei, dilagando poi su tutta la sua pelle, più calda dell'acqua che la inondava, finché... l'orgasmo la scosse potentemente, pulsandole nel suo ventre. Ancora e ancora...
Il rauco grido di lui le fece eco immediatamente, in quel momento Victoria giurò che il pavimento vibrasse intorno a loro. Lentamente le sue gambe scivolarono verso le piastrelle del pavimento, anche se dubitava di potersi sostenere da sola. Si raddrizzò, il viso nascosto contro di lui che la sosteneva.
Mentre l'acqua si intiepidiva, non poté nascondersi oltre la verità: stare con Javier era diverso. Speciale. L'avrebbe sempre desiderato, l'uomo che le aveva chiesto l'unica cosa che lei non avrebbe potuto mai fare. Girare le spalle a suo fratello.