Dolce vendetta
di CATHERINE MANN
Quando il capo della sicurezza, Javier Cortez, sale a bordo del jet privato dei Medina, l'ultima persona che si aspetta di incontrare è la sua ex amante, Victoria Palmer. La loro relazione era stata appassionata e devastante... fino a quando, un anno prima, lui aveva fatto la sola cosa che lei non avrebbe mai potuto perdonare. Perché si trova lì adesso, allora? Javier non ama le sorprese, ma si rende conto che questa è l'occasione perfetta per stare con lei da solo, e per farla di nuovo sua. Per sempre.
Respirando il profumo dei fiori, di Victoria e del loro amore, Javier la attirò più vicino sul letto improvvisato sul pavimento, sotto il tetto di vetro della serra. Dopo la doccia, aveva trovato delle coperte e aveva costruito un giaciglio con i cuscini del divano. Avevano fatto l'amore per tutta la notte, appisolandosi brevemente tra una volta e l'altra.
O meglio, lei si era appisolata. Lui l'aveva guardata dormire, un piacere che gli era mancato negli ultimi dodici mesi.
Adesso la loro notte stava per finire e lui doveva fare qualcosa per riaverla nella sua vita, perché non poteva pensare di perderla di nuovo. La baciò su una tempia, aspirando il profumo dei suoi capelli sparsi sul petto.
Le stelle cominciavano a impallidire. La tempesta si era spostata verso ovest. E il sole cominciava a illuminare l'orizzonte. Victoria si mosse contro di lui e sospirò. «Tra poco dovremo rivestirci.»
«Sì, lo so.» A un certo punto della notte, aveva infilato i pantaloni ed era uscito a recuperare le valigie dalla Porsche. Poi era tornato a stendersi accanto a lei, nudo. Lasciò scorrere le dita lungo il suo braccio di seta. «Ma sappi che non ti lascerò andare così facilmente, questa volta.»
Evitando i suoi occhi, lei lo circondò con le gambe. «Parliamo d'altro. Facciamo altro...» Lui mise una mano sul fianco, reprimendo la propria reazione alla sua vicinanza.
«Dimmi una cosa: per quale ragione sei venuta sull'isola? Avresti dovuto immaginare che l'avrei saputo in ogni caso; indipendentemente dal fatto che ci saremmo incrociati.»
Lo spinse via. «Mi stai accusando di aver organizzato tutto?»
«Non c'è bisogno di alterarsi.» Javier le cinse la vita. «Sono contento di questa notte passata insieme.»
Lei si alzò e tenendosi addosso una coperta si diresse verso il bordo della fontana, dove lui aveva appoggiato le valigie. «Sono qui perché non avevo altro modo per guadagnare abbastanza soldi per pagare l'avvocato di mio fratello.»
«Sei qui per tuo fratello?» Raggelato dalla notizia, lui si alzò a sedere, seguendola con lo sguardo.
«Tuo zio mi ha offerto un impiego temporaneo molto ben pagato.» Aprì la valigia e prese degli abiti per cambiarsi, i gesti rigidi e affrettati. «Ha detto che non c'erano molte infermiere di cui si fidasse, specialmente dopo che il segreto dei Medina era stato spiattellato sui giornali.»
«I tuoi genitori avrebbero dovuto farsi carico delle spese per tuo fratello.» E se non l'avessero trascurato, lasciandolo sulle spalle della sorella, la vita avrebbe potuto essere molto diversa per tutti loro. «Io ho solo cercato di proteggerti.» «È mio fratello.» Infilò delle mutandine rosa e il reggiseno, con mani nervose. «La famiglia è importante per me.»
«Si tratta di una stoccata per la storia di mia cugina?» Javier avrebbe voluto alzarsi in piedi e raggiungerla, ma era ancora così eccitato che non poteva farlo. «Non posso fidarmi di lei, e non c'è bisogno che ti spieghi perché.»
Lei indossò dei pantaloni kaki e una camicia bianca prima di mettersi a sedere sulla panchina vicino alla fontana.
«Ti pregherei di metterti qualcosa addosso. Il mio cervello va in corto circuito, quando sei nudo.»
Lui rimase senza parole per qualche attimo, compiaciuto del complimento. Si alzò in silenzio e si infilò dei pantaloni e una camicia.
«Puoi aprire gli occhi, adesso.»
Lei sbirciò attraverso le dita con un sorriso riottoso. «Va bene. Proverò a considerare la tua posizione. Tua cugina è un rischio per la sicurezza della famiglia, ma è adulta. Timothy è un ragazzo.» Alzandosi, lo fronteggiò con sfida. «Se la sua intera famiglia gli volta le spalle, a chi può rivolgersi?»
Le afferrò le braccia. «È proprio questo il punto, dannazione!»
«Che cosa significa?»
Lui ruotò via bruscamente, stordito di quanto facilmente l'avesse smascherato. «Dimentica quello che ho detto.» «Non posso!» Victoria avanzò di un passo, le mani sui fianchi, il mento rigido. «Non importa quello che fa, io non lo abbandonerò mai.»
Non si sarebbe mai tirata indietro, anche se avesse dovuto seguire il fratello su una strada pericolosa, considerò Javier in silenzio. Per la prima volta, intuì che, forse, poteva aver avuto delle responsabilità nella faccenda, non dicendole la verità riguardo al suo arresto. Aveva provato a proteggerla, ma senza risultato.
Doveva rimediare, e subito. «Tuo fratello... all'epoca tuo fratello non era colpevole solo di atti vandalici. Faceva parte di una banda.» «Una banda?» Lei rimase a bocca aperta per l'orrore, sotto shock. Alzò una mano. «Non è vero.»
«Ti assicuro che è così, invece.» Si avvicinò per cercare di consolarla, ma i suoi occhi lo fermarono. Si mise le mani in tasca. «Il tuo avvocato lo sapeva perché gli fornii le prove. Fu registrato dalle telecamere di sorveglianza. Ed era stato costretto a passare dal vandalismo ad atti più gravi -furto di automobili e di gioielli -come rito di iniziazione.»
«Perché non mi è stato detto niente?» La rabbia brillava nel suo sguardo.
Chiaramente, qualsiasi risposta le avesse dato l'avrebbe fatta sentire peggio, così la evitò. «Per quale ragione credi che io e il suo avvocato abbiamo fatto un accordo? Volevo che tuo fratello fosse messo in un posto sicuro. I tuoi genitori non potevano gestirlo, né volevano farlo. Era fuori da ogni controllo. Il riformatorio non era solo il luogo in cui meritava di stare, era anche il posto più sicuro per lui.»
«Che cosa ti ha dato il diritto di decidere tutto questo senza consultarmi? Ovviamente, non ti fidavi di me...» Victoria alzò una mano. «Non importa. Sospendiamo questa conversazione. Tutto questo è troppo, troppo veloce. E io sono troppo... stordita e confusa anche solo per parlare con te. Bene, la tempesta sembra passata, dovremmo andare.» Javier lesse la determinazione nei suoi occhi e non poté non ammirare quanto duramente fosse disposta a combattere per Timothy, come si mettesse in prima linea per le persone che amava. Era ardente e coraggiosa, impetuosa e idealista in un modo che lo toccava, incurante di quanto quelle caratteristiche potessero rappresentare dei guai per lei. E anche per lui.
Poteva leggere nei suoi occhi. Mentre era disposta a perdonare qualsiasi cosa a suo fratello, non avrebbe esteso il perdono anche a lui.
Era un momento dannatamente inopportuno per rendersi conto di quanto l'amava.