Emergenza: ex in corsia!
di CAROL MARINELLI
Ogni medico del Pronto Soccorso trema all'idea di poter riconoscere qualche paziente in questo reparto, persino il razionale ed efficiente dottor James Morrell. Rimane quindi doppiamente scioccato quando si imbatte in una donna priva di sensi identica alla sua ex moglie! Lorna McClelland non sopporta di essere bloccata in un letto d'ospedale e di dover dipendere proprio dall'uomo che l'ha ferita di più. Tuttavia, una volta guarita, si rende conto che la passione che la lega a James è tutt'altro che sbiadita.
|
Lorna si rese conto di quanto fosse ancora fragile e indolenzita solo quando lasciò l'ospedale. Le bastò la fatica di alzarsi dalla sedia a rotelle, sedersi nella bassa automobile sportiva di James per comprenderlo.
Perfino il semplice movimento, ormai automatico, di allacciare la cintura di sicurezza le era quasi impossibile.
«Aspetta, ci penso io» disse lui, gentile.
Si chinò su Lorna, standole molto vicino. I suoi capelli le sfiorarono il viso. Ne riconosco l'odore, pensò lei, è lo stesso James di sempre, così forte, efficiente e cortese.
«Ahi...» protestò. La pressione della cintura sul torace le era insopportabile.
«Scusami...» James la allentò, slacciandola. «Aspetta un momento.»
Tornò nel Pronto Soccorso, ne uscì poco dopo recando un cuscino, lo pose tra il torace di Lorna e la cintura, provando di nuovo ad allacciarla.
Piccole complicazioni, e non avevano ancora lasciato il parcheggio. Nel breve tragitto fino a casa di James, Lorna si guardò intorno, confusa, aggredita dai rumori del traffico, stordita dalla nitida luce del mattino. Tremò, udendo la sirena di un mezzo dei Vigili del Fuoco che correva sul lato opposto della strada.
Il ricordo dell'incidente era tornato interamente, con tutti i particolari. Non ne aveva ancora parlato, ma aveva ben presente l'auto senza controllo, lo stridore delle ruote, lo schianto delle lamiere contro l'albero. Un evento incredibile, mentre procedeva praticamente a passo d'uomo nel caotico traffico di Londra.
«Siamo quasi arrivati» annunciò James, girandosi a guardarla.
Non distrarti, mentre guidi, pensò Lorna, ansiosa.
La casa di James era una graziosa villetta dalle parti di Islington. Lorna salì lentamente i gradini esterni, sorretta da lui, approdando all'ingresso già esausta.
«È deliziosa» approvò, guardandosi intorno. Mobili splendenti, fiori freschi nei vasi. Non se lo aspettava, da un uomo che viveva solo.
«C'è una sorpresa per te» disse James, appena Lorna sedette lentamente su una sedia.
Da una borsa, saltarono fuori una vestaglia e dei pigiami dai colori chiari. Pantofole, leggings, calzettoni morbidi e un mucchio di altre cose carine e utili.
«Grazie, ma non dovevi!»
«Merito di May» disse James.
«Davvero gentile.»
«Una persona squisita, è vero. E comunque» aggiunse, con indifferenza, come quando scherzava. «Non potevi trasferirti qui indossando quegli orribili pigiami, francamente i più brutti che abbia mai visto!»
«Mia madre ne ha comprati tre, arancione, rosa shocking e verde acido. Forse non ha buon gusto» ammise Lorna, malinconica. «Ma sono sicura che la tua presenza l'ha spinta a cercarli di proposito, per rendermi il meno attraente possibile ai tuoi occhi.»
«Aveva ragione» ammiccò James.
«Vuol dire che li indosserò quando Ellie passerà a trovarti» promise Lorna, continuando lo scherzo. «Così non avrà motivo di preoccuparsi, se ospiti la tua ex moglie!»
James non replicò. Non aveva intenzione di dirle che con Ellie era finita. Lorna poteva provarne disagio, e rinunciare così al piacevole dialogo ironico, leggero, iniziato tra loro. Del resto, la correttezza è molto importante, nelle questioni sentimentali, meglio non creare confusione.
Poco dopo, Lorna ammise di sentirsi stanca. James l'aiutò a salire le scale fino alla stanza da letto.
«Spero vi starai a tuo agio. Hai un bagno personale, e vista sulla strada. Così non ti annoierai a guardare dalla finestra.»
«Sempre meglio del panorama sul generatore dell'ospedale, no?»
«Vuoi fare la doccia?»
«No, ti ringrazio. Vorrei solo dormire.»
«Buona idea.» James tirò le tende, piuttosto spesse, che immersero la stanza in una piacevole penombra. «Questa stanza è molto luminosa, non è facile cercare di dormire, dopo un turno di notte, perciò ho adottato questo tipo di tende» disse, accendendo la lampada sul tavolino accanto al letto. «Allora, buon riposo» aggiunse, diretto alla porta.
Lorna dormì sodo almeno per quattro ore. Si risvegliò a causa della tosse insistente, e la fine dell'azione degli analgesici. Udì i passi di James, lo sentì bussare, contenta che fosse rimasto a casa con lei, almeno il primo giorno. Forse aveva riposato anche lui, pensò, guardando il suo viso assonnato, i capelli scomposti.
Le porse un bicchiere d'acqua e le compresse da prendere a metà giornata. «Adesso ti preparo qualcosa da mangiare.»
«Non ho fame...»
«Non te l'ho chiesto. Preparerò il pranzo, e tu mangerai, che lo voglia o no.»
Lorna sorrise. «Guarda che devi essere gentile con me, sai? Ricorda che sono ammalata...»
Sono sempre stato gentile con te, in ogni occasione, pensò James. Ho sempre cercato di fare ciò che era giusto. Ma preferì non ricordarlo a Lorna.
Non aveva anche deciso di non parlare mai più del passato?