Il bacio del duca
di VIRGINIA HEATH
Londra, 1812. |
14
Freddie spuntò fuori da dietro un cespuglio a qualche metro di distanza, scompigliato e attraente, ancora vestito da viaggio e non con abiti adatti a un ballo.
«Credevo che fossi andato via!» Però, oh!, quanto era sollevata nel vederlo! Fu travolta dall’impulso di gettarsi tra le sue braccia e aggrapparsi spasmodicamente a lui.
«Ero andato via… Sono arrivato fino a Chelsea ma poi ho dovuto fare dietrofront.» Freddie si diresse verso di lei, concitato. Ansioso. Furente. Disperato.
Determinato.
«Sapevo che non mi sarei mai perdonato se non avessi fatto un ultimo tentativo. Devo dirti delle cose. Non posso tacere. E ti giuro che farò una scenata memorabile e ti rovinerò la festa se non mi farai la cortesia di ascoltarmi.» Le prese la mano, e quel contatto le riempì il cuore e l’anima di gioia. «Perciò seguimi!»
Si diresse a passo deciso verso il fondo del giardino trascinandosela dietro, addentrandosi nell’oscurità, con una falcata tanto rapida e poderosa che Dorothea dovette correre per restare al passo con lui. Quando raggiunsero la panchina preferita di sua madre, tra i cespugli di rose, Freddie la fece sedere e cominciò a camminare in su e in giù davanti a lei. Si fermò per qualche secondo per trafiggere l’aria con un dito imperioso.
«Sposare Peter è un errore!» sentenziò. Poi riprese a camminare gesticolando animatamente mentre parlava. «Tu non lo ami, Dot! Lo sposi solo per accontentare i tuoi genitori, e francamente è il motivo più assurdo del mondo per sposarsi. Perché il matrimonio è un impegno per tutta la vita, Dot!»
Si fermò e serrò i pugni. «Per tutta la vita!» ripeté.
Poi riprese a camminare. «E tu meriti di passarla con un uomo che ti adora, non con uno che ti tollera e che tu tolleri a tua volta. Devi stare con uno che non riesce a smettere di pensare a te! Uno che ti ama con una passione tanto ardente che sarebbe una pazzia, se non fosse tanto giusta! Uno che tu ami e desideri con tutta te stessa!»
Stavolta, quando si fermò, l’intensa emozione dei suoi occhi decisi le trafisse il cuore.
«Se quell’uomo è Peter, veramente Peter, allora mi farò da parte e non ne riparleremo più. Potrai sposarlo con la mia benedizione perché voglio che tu sia felice.» Deglutì. Con forza. Poi si avvicinò a lei e le prese la mano, fissando le sue dita con stupore come se anche il suo corpo avesse provato la stessa sublime vibrazione che aveva avvertito lei per quel contatto. «Ma se non è lui, allora ti giuro su Dio che farò tutto ciò che è in mio potere per cercare di conquistarti per averti io.»
I suoi tempestosi occhi azzurri scrutarono quelli di Dorothea, implorandola di dirgli la verità.
«Lo ami, Dorothea?»
«In casa ci sono duecento persone che stanno per brindare al nostro fidanzamento.» Era intrappolata. Dal momento sbagliato. Dalle circostanze. Dal dovere. «Domattina verranno lette le pubblicazioni in chiesa…» Le vennero le lacrime agli occhi per gli aspetti della situazione, la futilità di tutto quello. «Peter e i nostri genitori si aspettano che…»
Lui le mise un dito sulle labbra, poi lo spostò per sfiorarne delicatamente il contorno prima di darle un bacio tenero.
Breve.
Ma fu sufficiente per riempirle il cuore di gioia.
Per esaltarla.
«Lo ami, Dorothea?»
Lei scosse la testa. «No» ammise con voce strozzata.
Freddie incurvò le spalle per il sollievo, poi le accarezzò dolcemente una guancia. Dorothea non l’aveva mai visto tanto vulnerabile. «E ami me?»
«Io…» La voce lontana della ragione le risuonò in testa. L’avvertiva che era una follia. Una pazzia sconsiderata, potenzialmente scandalosa, ma il suo sguardo ipnotico l’avvinceva inesorabilmente, e la sua presenza irresistibile l’attirava come una falena a una fiamma, cancellando quella voce, il buonsenso e la ragione. Senza riflettere, protese le labbra verso le sue. Gli cinse il collo. Infilò le dita tra i capelli di Freddie, e disse la verità innegabile: «Sì».
«Dorothea!» Sussultò sentendosi chiamare imperiosamente da Peter. «Ma che diamine succede qui?»