La Regina del deserto
di MAISEY YATES
Da cameriera... a Regina! Determinata a non sentire mai più l’umiliazione del rifiuto inflitta dal suo ricco padre, la bella cameriera Elyse ha giurato di proteggersi dal dolore. Tuttavia la sua decisione va in frantumi quando il tocco del seducente e peccaminoso Sceicco Khaled accende una passione che Elyse non ha mai provato prima...
Per anni, lo Sceicco Khaled si è trincerato dietro al senso di colpa dovuto alla morte di sua moglie. Una notte, però, Elyse aprirà un varco nella sua armatura, minacciando di lasciare scoperte le cicatrici del suo passato. Khaled abbasserà la guardia per dare a Elyse il finale da fiaba che ha sempre sognato... facendola diventare la sua regina?
"Ha chiesto di nuovo di te, Elyse."
Sapevo a chi si stesse riferendo, senza che Re Kairos dovesse dirmelo. Lo Sceicco Khaled aveva chiesto di nuovo che fossi io la sua cameriera personale. Come accadeva sempre durante le sue visite - sempre più frequenti - a Petras degli ultimi mesi.
Avrei potuto dire, dallo sguardo diffidente che leggevo negli occhi del Re, che la ragione per cui mi stava parlando di persona fosse dovuto alla sua preoccupazione per la mia incolumità.
Ma io sapevo che Khaled non mi avrebbe mai fatto del male. Lo sapevo e basta.
Tuttavia, non riuscivo a decidere se l'affanno che mi aveva sopraffatto - oltre alla morsa allo stomaco - fossero causati dall'eccitazione o dalla paura.
Khaled non mi farebbe mai del male, mi ripetevo. Il vero problema era che temevo potesse sedurmi.
Negli ultimi cinque mesi era venuto a palazzo ogni mese per una settimana, lavorando a negoziazioni commerciali con il Re Kairos. E durante ognuna di quelle volte, mi aveva arruolato come sua cameriera.
Venticinque giorni in totale a sua disposizione.
Conoscevo ogni tratto del suo bel viso. Ogni sua espressione. E l’effetto che ogni suo sguardo provocava su Re Khaled. Sembrava scolpito nel granito per la maggior parte del tempo. Eppure ogni tanto i suoi occhi neri si ammorbidivano, e le rughe d’espressione intorno alla sua bocca diventavano più profonde. Avevo imparato ogni sfumatura delle sue maree emotive.
Per quanto ne fossi in soggezione, la sua bellezza fisica mi attraeva, ma era soprattutto la sua voce a tentarmi.
"Dunque vuole di nuovo che lo serva io?" domandai io pur sapendo già la risposta. "Non c'è bisogno che me lo chiediate: fa parte dei miei compiti, vostra altezza. Semplicemente vado dove richiesto".
"Non è stato mai scortese con te, vero?"
Ha mai approfittato di te? intendeva il Re. No, non l'aveva fatto. Mai. Oh, ne aveva parlato, la sua voce cupa scivolava sulla mia pelle come un tocco sensuale, ma non ci aveva mai provato. No, e solo perché aveva capito che spettava a me scegliere di stare con lui.
L'aveva reso perfettamente chiaro.
Avrei dovuto rispettarlo per questo.
Invece, lo odiavo per questo. Avrei dovuto prendere io la decisione, per entrambi. Ma non potevo né lui l'aveva mai fatto. E né lo farebbe ora, pensai quasi stizzita.
"Mai", risposi.
Suppongo che alcuni potrebbero considerare il trattamento che Re Khaled mi riservava come una crudeltà. Stavo iniziando a crederlo anch’io. Mi faceva soffrire. Desideravo lenzuola morbide e terre lontane. L’aria afosa del deserto e la sensazione di mani ruvide sulla mia pelle.
Cose che non avrei mai voluto prima. Cose che ora mi ossessionavano.
"Se vuoi, sono certo che la Regina Tabitha possa trovare il modo di tenerti impegnata per tutta la durata del soggiorno dello Sceicco" disse mentre il suo tono si induriva, parlando della moglie.
Non era il tipo di coppia che litigava davanti al personale del palazzo, né in luoghi in cui potesse essere vista. Ma bastava farci solo un po’ caso, per notare che un muro di ghiaccio si era formato tra il Re e la Regina.
Perfino io, che non sapevo nulla delle relazioni tra uomini e donne, potevo vederlo.
"Non sarà necessario" dissi sinteticamente.
"Prendo sul serio il benessere del mio personale di servizio, Elyse. Ci sono dei motivi per cui non ti ho mai assegnato al Principe Andres. Non perché ti farebbe del male, naturalmente, ma perché lui... lui è un problema."
Sorrisi. Il Principe Andres, il fratello minore del Re, era un leggendario playboy. Il Re però poteva stare tranquillo: se mai fossi capitolata, non sarebbe di certo stato a causa di un playboy.
Mi preoccupavo solo di un uomo con gli occhi neri che sembrava in grado di vedere in fondo alla mia anima.
"Non ho paura dello Sceicco Khaled, non mi ha mai fatto del male."
Re Kairos non disse nulla per qualche istante, poi annuì. "Se accetti, è necessario che tu vada a preparare la sua stanza."
Mi stava offrendo una via d'uscita. Avrei potuto fermarmi in quel momento. Avrei potuto tornare indietro.
"Certo che accetto" esclamai invece convinta.
Poi mi inchinai, mostrando al Re il dovuto rispetto e uscii dalla stanza. Il cuore mi martellava in petto, echeggiando nella mia testa, mentre mi dirigevo verso il corridoio in cui si trovava Khaled. Era talmente strano aver catturato la sua attenzione nella mia semplice uniforme da palazzo. Un vestito azzurro che mi cadeva ben oltre le ginocchia, i capelli scuri in una crocchia stretta.
All'improvviso, desiderai farmi bella per lui. Che sciocca, tra noi non sarebbe mai potuto accadere nulla! Sarei sempre stata una cameriera, e lui sarebbe sempre stato lo sceicco.
Aprii la porta della camera e mi fermai di colpo, con il cuore in gola e la testa che mi girava.
Lui era lì. Seduto sul bordo del letto, con la bocca bella e impossibile che si piegava lentamente verso l'alto in un sorriso. "Ti piace farmi aspettare, vero?"