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La Regina del deserto

di MAISEY YATES

Da cameriera... a Regina! Determinata a non sentire mai più l’umiliazione del rifiuto inflitta dal suo ricco padre, la bella cameriera Elyse ha giurato di proteggersi dal dolore. Tuttavia la sua decisione va in frantumi quando il tocco del seducente e peccaminoso Sceicco Khaled accende una passione che Elyse non ha mai provato prima...

Per anni, lo Sceicco Khaled si è trincerato dietro al senso di colpa dovuto alla morte di sua moglie. Una notte, però, Elyse aprirà un varco nella sua armatura, minacciando di lasciare scoperte le cicatrici del suo passato. Khaled abbasserà la guardia per dare a Elyse il finale da fiaba che ha sempre sognato... facendola diventare la sua regina?

6

Aveva ragione. Sapevo che aveva regione. L'unica incognita era su quando avrei abbassato la guardia e ammesso di essere stata conquistata.

Una parte di me sperava ancora di resistere, ma dovevo chiedermene il perché. Per soddisfare una parte di me stessa che aveva sempre creduto di essere al di sopra delle tentazioni? O forse per continuare a illudermi che non avrei mai sofferto così tanto e non avrei mai voluto così disperatamente essere toccata, fino a dimenticarmi della realtà circostante?

Sì, era tutta colpa del mio orgoglio. Non volevo sventolare la bandiera bianca della resa, anche se sapevo che la guerra stava per essere perduta. Volevo vincere ancora un'altra battaglia.

"Ho altro da fare” dissi facendo del mio meglio per ignorare la calda pressione della sua mano.

"Bugiarda…” ribatté Khaled in un tono fiducioso che stranamente non mi diede fastidio.

Ero consapevole che avrei dovuto trovarlo offensivo, ma non era così.

"Non sto mentendo, non conoscete le disposizioni che ho ricevuto dal re."

"Sì, invece. Ho chiesto al re di renderti disponibile a servire solo me." Nessuna meraviglia che il re Kairos fosse stato così premuroso. Khaled stava quasi cercando di essere gentile. Certo, dubitavo che un uomo come lui potesse mai esserlo. Quando mai gli veniva negato ciò che voleva? Mai, risposta ovvia.

"Allora spero che voi abbiate portato un gioco da tavolo” dissi in tono quasi sprezzante, "perché dovremmo pur trovare qualcosa per tenerci occupati.”

Lui ridacchiò e lasciò cadere la mano lungo il fianco. La sua mano che si allontanava dal mio corpo fu orribile, fu come perdere le coperte calde al mattino quando si è costretti ad alzarsi per uscire. Orribile. Necessario. "Potrei pensare a molti modi ma, come ti ho detto prima, dovrai essere tu a prendere la decisione finale. Vorrei che fossi tu” si corresse, "Perché fosse per me, vorrei prenderti qui e ora. Sul pavimento, contro il muro."

Le sue parole mi lasciarono senza fiato. Volevo fuggire via da lui, ma non potevo. Volevo scappare perché sapevo che, se l’avessi lasciato fare, mi sarei ritrovata in mare aperto e non avrei mai più trovato la strada per tornare indietro.

"Non succederà” fu tutto ciò che riuscii a mormorare.

"Perché?"

"Perché, Sceicco Khaled, dopo che mi avrete preso, non vorrete più nulla, il gioco sarà finito per voi, ma io non sono un gioco."

Allungò di nuovo la mano, questa volta stringendo il mio mento tra il pollice e l'indice. C'era qualcosa di oscuro nei suoi occhi. Qualcosa di disperato. Spaventoso. "Non sei affatto un gioco, per me. Se ti prendessi ora,  questa decisione frantumerebbe entrambi e nessuno dei due sarebbe mai più integro. È una promessa.” Lasciò la presa su di me e si voltò. "Non dirmi mai che pensi che io stia giocando con te, altrimenti sarò costretto a provarti il contrario."

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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