La Regina del deserto
di MAISEY YATES
Da cameriera... a Regina! Determinata a non sentire mai più l’umiliazione del rifiuto inflitta dal suo ricco padre, la bella cameriera Elyse ha giurato di proteggersi dal dolore. Tuttavia la sua decisione va in frantumi quando il tocco del seducente e peccaminoso Sceicco Khaled accende una passione che Elyse non ha mai provato prima...
Per anni, lo Sceicco Khaled si è trincerato dietro al senso di colpa dovuto alla morte di sua moglie. Una notte, però, Elyse aprirà un varco nella sua armatura, minacciando di lasciare scoperte le cicatrici del suo passato. Khaled abbasserà la guardia per dare a Elyse il finale da fiaba che ha sempre sognato... facendola diventare la sua regina?
Tracciai i contorni delle rughe sulla sua fronte, fino a quelle che circondavano la bocca. Rabbrividì, poi spinse il suo membro eccitato contro il mio corpo.
Mi irrigidii, una reazione involontaria mentre lui iniziava a scivolare dentro di me.
Per un momento mi dimenticai di respirare: quell'invasione era così sbalorditiva, così completa, che si impadronì di me e dei miei sensi in modi che non avevo immaginato possibile.
Non lo sentivo solo lì, tra le mie gambe, ma dappertutto. E più affondava dentro di me, più la sensazione del dolore veniva sostituita al piacere, non era il suo fisico che s’impossessava di me ma piuttosto l'intensa profondità dell'emozione che mi toglieva il respiro.
Spinse più forte e il dolore mi immobilizzò, tanto che quasi cercai di respingerlo, ma la mia stessa anima voleva aggrapparsi strettamente a lui. Per tenerlo dentro di me e non lasciarlo mai andare.
Il mio cuore aveva vinto.
Mi aggrappai alle sue spalle, le mie unghie che affondavano nella sua pelle. Sapevo che probabilmente gli stavo facendo male però quel pensiero mi provocava un piacere quasi perverso.
Non perché volessi vendicarmi di lui per il dolore pungente che provavo a causa della penetrazione, ma perché volevo marchiarlo nello stesso modo in cui lui stava facendo a me. Cambiandomi. Cambiandolo. Dopo non sarei più stata la stessa, e non solo perché aveva preso la verginità. Era... era qualcosa che non riuscivo nemmeno definire.
Non aveva nulla a che fare con la liberazione, niente a che fare con il piacere. Era solo lui. La virilità dura di un uomo che era entrato in me, mi aveva cambiata, mi aveva fatta rinascere completamente.
Così affondai le mie unghie nella sua pelle, e pregai che lasciassero il loro segno. In modo che ci fosse qualcosa - qualsiasi cosa – che gli ricordasse ciò che stava accadendo. In modo che potessi lasciare un segno, inciso sulla sua pelle, come lui aveva lasciato il suo segno su e dentro di me.
Lui gridò e spinse il suo membro più profondamente dentro di me. Il piacere si irradiava dall’interno verso l'esterno, inondando il mio corpo di una strana sensazione che mi faceva sentire languida e piena di energia allo stesso tempo. Lo facemmo di nuovo. E di nuovo.
Mi ritrovai a tenermi stretta a lui, senza preoccuparmi dei segni o del per sempre, o di qualcosa oltre quel momento. Oltre il piacere
Abbassò la testa e affondò i denti nel mio collo, un atto molto più crudo, molto più selvaggio di quanto potessi immaginare.
Mi piacque perché era lui. Mi stava mostrando l'uomo che era, l’uomo oltre il re. Il mostro, come l’aveva chiamato, anche se forse non era neanche quello. Non potevo dire cosa fosse e questo mi faceva rabbia. Mi faceva desiderare di strappargli la carne con i miei artigli finché non riuscivo a togliere gli strati che lo avevano reso Khaled. Per il mondo Per se stesso.
Per me.
Ma poi persi il controllo sotto il peso schiacciante del mio stesso piacere, e non vidi altro che stelle.