La Regina del deserto
di MAISEY YATES
Da cameriera... a Regina! Determinata a non sentire mai più l’umiliazione del rifiuto inflitta dal suo ricco padre, la bella cameriera Elyse ha giurato di proteggersi dal dolore. Tuttavia la sua decisione va in frantumi quando il tocco del seducente e peccaminoso Sceicco Khaled accende una passione che Elyse non ha mai provato prima...
Per anni, lo Sceicco Khaled si è trincerato dietro al senso di colpa dovuto alla morte di sua moglie. Una notte, però, Elyse aprirà un varco nella sua armatura, minacciando di lasciare scoperte le cicatrici del suo passato. Khaled abbasserà la guardia per dare a Elyse il finale da fiaba che ha sempre sognato... facendola diventare la sua regina?
"Non lo permetteresti mai?" chiese Khaled avvicinandosi a me. Più si avvicinava e più aspirava l'aria dai miei polmoni come una siringa.
"No!" esclamai cercando di suonare decisa.
"Hai uno strano concetto di seduzione: non permetti che ti si avvicini, perché hai paura che qualcuno entri nella tua vita e la riorganizzi. Hai paura che ti cambi abbastanza da far sì che lui e solo lui ti sembri l'unica risposta possibile a ogni tuo desiderio. Nello stesso tempo, però, non puoi decidere di accettarlo o meno, perché ne sei dipendente. Giusto?”
I miei occhi si chiusero ma mi costrinsi a riaprirli. E obbligai me stessa a guardarlo. E ad ammirare la sua brutale ma stupenda mascolinità. Se l’avessi affrontato in quel momento, avrei potuto affrontarlo in qualsiasi altro momento. "Sì. Ho il pieno controllo della mia vita, delle mie decisioni e voglio continuare così. Potete anche essere il re di una nazione, Khaled, ma non governare il mio corpo.”
Nessun uomo mi aveva mai veramente avuto. Dopo tutto quello che aveva passato mia madre, avevo deciso molto tempo prima di imparare a tener testa agli uomini con ogni mezzo. E mi sarei assicurata di avere il controllo di tutti i miei rapporti con loro.
Avevo deciso di non volere promesse ma sicurezza, prima di lasciare che un uomo mi si avvicinasse. Non potevo permettere a nessuno di essere lasciata da sola con un bambino.
E dal momento che nessuno aveva mai fatto le giuste promesse, nessuno mi aveva sedotto.
Con Khaled non sarebbe stato diverso. Perché lui era simile all'uomo che aveva lasciato mia madre e me da sole. Ricco. Potente. Il tipo di uomo che non potrebbe mai avere una donna come me nella sua vita.
Allora perché sei qui? mi domandai.
Strinsi i denti e costrinsi la mente a cancellare quella domanda. In quel momento non avevo alcun interesse a essere onesta con me stessa. Ero solo un agnello che fissava un lupo.
E stavo combattendo una dura battaglia per la mia sopravvivenza.
Un sorriso gli incurvò le labbra, poi allungò lentamente la mano. Il cuore mi batteva così forte che pensai che si sarebbe schiantato dritto nel mio petto. Mostrandosi a lui come il traditore che era.
La punta delle sue dita toccò la mia guancia, poi il suo palmo si posò più saldamente sulla mia pelle. Le sue dita erano calde e insieme ruvide. Avevo sempre immaginato che le mani dei reali sarebbero state lisce, perché in fondo vivevano una vita avvolti nell’ovatta.
Ma non le sue dita.
Le sue mani raccontavano una storia e volevo saperne di più. Volevo che la tracciassero sulla mia pelle, su ogni centimetro del mio corpo. E volevo che me la sussurrasse così vicino che solo io avrei potuto sentire.
"Non sono il padrone del tuo corpo, habibti?" chiese Khaled, le parole mi bruciavano come una fiamma. "Io, invece, penso di sì. Penso che tu ti sia già arresa."