La Regina del deserto
di MAISEY YATES
Da cameriera... a Regina! Determinata a non sentire mai più l’umiliazione del rifiuto inflitta dal suo ricco padre, la bella cameriera Elyse ha giurato di proteggersi dal dolore. Tuttavia la sua decisione va in frantumi quando il tocco del seducente e peccaminoso Sceicco Khaled accende una passione che Elyse non ha mai provato prima...
Per anni, lo Sceicco Khaled si è trincerato dietro al senso di colpa dovuto alla morte di sua moglie. Una notte, però, Elyse aprirà un varco nella sua armatura, minacciando di lasciare scoperte le cicatrici del suo passato. Khaled abbasserà la guardia per dare a Elyse il finale da fiaba che ha sempre sognato... facendola diventare la sua regina?
Tutto rallentò e il ghiaccio tornò a farsi sentire nelle mie ossa, congelandomi il sangue nelle vene.
"Avevo sconfitto i rivoluzionari, li avevo mandati via con la coda tra le gambe; quattro anni di guerra e avevo ridotto notevolmente il loro numero, ma poi decisero di venire loro da me, a casa mia, massacrando tutti i miei domestici. Le mie guardie, anche mio padre e infine... mia moglie."
"Khaled....” Non avevo più parole. Mi sentivo come se il mondo intero fosse stato rovesciato, tutto si disperdeva intorno a me, in un disordine insondabile da cui non riuscivo a emergere.
Era uno sceicco. Doveva essere stato a lungo da solo con il suo dolore. Con il cuore tormentato da prove di qualsiasi tipo. Ho sempre creduto che fosse così. Per molti versi, la vita era contro di noi.
I ricchi, che possedevano un titolo erano tutti come mio padre, che aveva usato mia madre e poi l'aveva lasciata. Eppure sentendo Khaled parlare di ciò che gli era accaduto... sentendo le sue parole devastanti, mi sentivo raggelare il sangue, il suo dolore bruciava più in profondità di quanto non avessi mai provato.
Era uno sceicco. Ma ovviamente al di là di questo, era un uomo. Poteva essere ferito. Poteva essere distrutto. Come chiunque altro.
All'improvviso fui consapevole del battito del suo cuore. Del fatto che era un uomo vero e non semplicemente una fantasia che stavo vivendo.
All'improvviso era tutto troppo radicato nella realtà. Volevo allontanarmi da quella realtà. Per continuare a giacere su questo morbido letto con l’uomo più importante della mia vita. Non volevo vederlo come un re. Né volevo vederlo come qualcuno che poteva essere ferito.
Tuttavia la cicatrice sotto il mio palmo, e il battito del suo cuore non mentivano.
"Ero così giovane quando ci siamo sposati” continuò. "L'ho sposata per dovere, per onore e per lignaggio, come ogni uomo nella mia posizione. Ma mentre vivevo i miei giorni con lei, mentre lei diventava mia moglie, iniziai ad amarla. Aveva ragione, la guerra mi aveva cambiato, mi aveva indurito, ma nulla mi aveva cambiato così rapidamente come la perdita di lei; la cosa più triste è che non credo che lei mi avrebbe creduto se glielo avessi detto; l'amavo ancora di più mentre la guerra infuriava. Sapevo che lei la pensava diversamente, ma io vedevo anche una tale tragedia, una tale perdita di uomini, e tutto questo mi aveva allontanato da lei; più ero frastornato dalla guerra, più mi allontanavo da lei. È morta pensando che io non l’amassi, ne sono certo, è il mio unico rimpianto.
Le sue parole si aggrapparono al mio cuore come artigli, echeggiarono in una profonda paura che giaceva dentro di me. La paura della perdita. La paura del dolore. Ciò che mi teneva in silenzio quando tutto il resto in me implorava di parlare.
Adesso la paura stava prendendo il sopravvento. Ricordandomi del dolore che sarebbe venuto se mi fossi permessa di entrare più a fondo nell’animo e nella vita di quest'uomo.
Un uomo bello e straziato dal dolore che era fin troppo umano per resistere a tanto. Troppo umano per me...
Non potevo parlare. Ma non potevo nemmeno allontanarmi.
Così, coprii la distanza tra noi e rivendicai la sua bocca con la mia.