L'amore ritrovato
di DARCY MAGUIRE
Tessa Knightly è appena tornata a Sidney per iniziare una nuova attività come wedding planner. Con tutti i clienti che poteva incrociare, doveva capitarle proprio Justin Pearce, l'uomo che otto anni prima le ha infranto il cuore senza un motivo apparente? Il lavoro è lavoro, ma Tessa ha una folle paura di perdere di nuovo la testa.
Justin si fermò davanti alla vetrina e guardò con poco interesse le partecipazioni di nozze in elegante carta fatta a mano, sapientemente esposte e decorate con nastri di raso e fiori di carta dalle tinte pastello.
Come aveva potuto lasciarsi convincere! Non aveva bisogno di niente di simile, lui! Uomo di successo, ricco e attraente...
Strinse il volante della lussuosa Porsche grigio metallizzato e sbuffò. Possibile che non riuscisse a trovare le parole adatte per convincere una donna perfetta a dividere la vita con lui?
Si passò una mano fra i capelli. Perché ci si trovava così in difficoltà in quel campo? Avrebbero dovuto scrivere un manuale. Sì, una guida su come muoversi per individuare la donna giusta e farla cadere ai tuoi piedi al momento opportuno. Disponibile, perfetta.
Con Laura, l’ultima ragazza che aveva frequentato, le cose non erano andate nel migliore dei modi. Dopo aver vinto le resistenze accumulate in tanti anni di celibato ed essersi proposto come fidanzato ufficiale non si era comportato come da copione e la sua Laura l’aveva piantato in asso. Così aveva dovuto trovarne un’altra: Victoria.
Di nuovo a cavallo era il suo motto. E Victoria Feathersman era una cavallina di pura razza. Gambe lunghe, pelle vellutata, bella, elegante e sensuale al punto giusto. Insomma, perfetta.
Guardò l’insegna: Proposal Planner. Possibile che avesse davvero bisogno di imparare come formulare una proposta di matrimonio?
Se fosse stato qualcun altro a proporgli quella soluzione, invece di sua sorella, probabilmente gli avrebbe riso in faccia, ma Janice lo conosceva meglio di chiunque altro e se pensava che per Victoria valesse la pena di imparare qualcosa di più su come rivolgersi a una donna, be’... non avrebbe certo potuto ignorarla. Senza contare poi che lei lo aveva messo di fronte al fatto compiuto fissandogli un appuntamento a sua insaputa.
A questo punto non gli rimaneva che entrare e... imparare. Semplice.
Scese dall’auto e, dopo essersi sistemato il nodo della cravatta, aprì la porta ed entrò. Si sarebbe occupato di quella questione come si era occupato di tutto il resto nella sua vita e presto anche quell’ultimo tassello si sarebbe inserito nel puzzle della sua esistenza. Carriera perfetta, curriculum perfetto, donna perfetta... vita perfetta.
Si stirò leggermente. In fondo era quello che voleva e in questo modo avrebbe avuto tutto. O perlomeno tutto ciò che avevano anche gli altri che facevano parte del suo mondo. Finalmente avrebbe potuto dividere la sua vita con qualcuno.
E stavolta avrebbe agito seguendo la ragione anziché affidarsi all’irrazionalità del cuore.
Del resto chiedere a Laura di sposarlo era stato un errore grossolano.
Victoria sì che era sulla sua stessa lunghezza d’onda ed entrambi guardavano alla vita con la giusta dose di realismo.
Contrariamente a ciò che pensava sua sorella, non c’era niente di male nell’essere realisti
Justin sospirò. L’amore non aveva niente a che fare con l’immagine romantica che gli avevano affibbiato nel tempo.
Il sensore della porta azionò una marcia nuziale di sottofondo e una signora dai capelli grigi e dalla corporatura minuta alzò lo sguardo dal bancone della reception per chiedere: “Fidanzamento o matrimonio?”
Lui deglutì lanciando uno sguardo alle numerose foto di matrimoni appese alle pareti e passandosi una mano fra i capelli rispose: “Ho un appuntamento con il proposal planner per una proposta di matrimonio.”
“Ah, così è lei l’uomo del mistero.” La donna abbozzò un sorriso. “L’ultima porta a destra in fondo al corridoio.”
Justin fece un cenno d’assenso prima di percorrere il corridoio fino alla porta aperta.
Seduta alla scrivania sul lato destro dell’ufficio, una donna dai capelli biondo miele e dal tailleur color grigio perla era piegata in avanti, intenta a cercare qualcosa in un cassetto.
Peccato che non potesse più considerarsi libero, altrimenti...
Justin piegò la testa da un lato. Da quell’angolazione non sembrava affatto male! La gonna sopra il ginocchio lasciava intravvedere due lunghe gambe affusolate ed era abbastanza aderente da sottolineare le invitanti curve dei fianchi mentre la camicetta sbottonata al punto giusto offriva uno spunto interessante per la sua immaginazione.
Quando lei si alzò, i suoi occhi verdi furono come una pugnalata in pieno petto. Benché fossero passati tanti anni non l’aveva certo scordata. E il suo nome gli affiorò alle labbra all’istante. “Tessa!”
Lei lo fissò, immobile, e le ci volle un po’ prima di riuscire a parlare.
“Justin” disse poi scuotendo lentamente la testa.
La tentazione di girare i tacchi e di darsi alla fuga fu potente almeno quanto il desiderio di prenderla fra le braccia per colmare con un bacio tutti quegli anni di separazione.
Invece, si cacciò le mani in tasca e cercò di ritrovare l’equilibrio che aveva creduto di possedere. Respirò profondamente per mascherare il suo disagio.
Era più maturo adesso, molto più maturo e non era più sensibile al suo fascino incantatore.
Con il tempo aveva ormai superato quella storia e non ci sarebbe ricascato. Certo, era stato incredibile, finché era durato, ma non era stato facile uscirne e non aveva nessuna intenzione di tornare indietro.
Si guardò le scarpe. Che situazione! Era stata proprio una sorpresa, un bello scherzetto del destino, ma era solo questione di minuti, poi sarebbe stato libero. Niente drammi!
“Come stai, Tess?” chiese con poca naturalezza guardandosi intorno nella speranza di veder comparire la persona che doveva incontrare e che avrebbe posto fine a quell’incubo.
Non aveva nessuna voglia di trovarsi solo con Tessa. Certo, forse il suo corpo la pensava diversamente, ma il resto di lui preferiva lasciare il passato al passato.
Lei si mosse sulla sedia senza accennare ad alzarsi. “Sto bene, adesso, grazie. Come mai qui?”
La sua voce era esattamente come la ricordava: dolce e carezzevole, mentre quegli occhi verdi gli trafiggevano l’anima.
Varie scuse gli attraversarono la mente, ma non avrebbe avuto senso mentire né a lei né tanto meno a se stesso. “Ho bisogno di consigli su come chiedere la mano di una donna” rispose con tono opaco.
Lei inarcò un sopracciglio, incredula. “Tu vuoi chiedere la mano di una donna?”
“Sì.” Per niente al mondo avrebbe saputo dire perché in quel momento gli costasse tanto ammetterlo.
Victoria era la donna per lui, l’altra metà della mela. Avevano capito insieme di essere complementari, avevano immaginato insieme come sarebbe stata la loro vita a due, dove sarebbero stati fra cinque, dieci anni... Non si poteva dire che avessero perso la testa l’uno per l’altro e che si amassero alla follia, ma qual era il problema? Amarsi non era una garanzia per la buona riuscita di un matrimonio e il fatto di affidarsi più alla ragione che al cuore non significava certo che la loro relazione non avrebbe funzionato. “Di Victoria Feathersham” aggiunse.
“Oh!”
“Perché tanto sorpresa?” Victoria aveva un’ottima reputazione e... un altrettanto ottimo pedigree che nessun uomo di successo avrebbe osato disdegnare. Era perfetta, dalla punta dei piedi, perfettamente curati, alla punta dei capelli biondo platino.
“Niente in particolare” disse Tessa incrociando le braccia sul petto e accavallando le lunghe gambe. “Mi sorprende solo che tu abbia deciso di sposarti, indipendentemente dalla scelta.”
Justin la percorse con lo sguardo. Tessa era diventata una donna e il suo corpo era maturato a meraviglia con lei. “E... tu sei sposata?” le chiese.
Lei alzò il mento socchiudendo gli occhi. “Non vedo che cosa c’entri adesso.”
Il solo pensiero che un altro uomo potesse stringerla fra le braccia gli fece ribollire il sangue. “Ti dispiace tanto rispondere a una semplicissima domanda?”
Lei si strinse nelle spalle. “No.”
“No, non ti dispiace rispondere a una domanda o no, non sei sposata?”
“A te la scelta.” Tessa lo fissò impassibile e lui guardò in direzione della porta, per evitarla.
Gli sarebbe stato troppo facile perdersi in un passato che a quanto pareva non aveva esaurito il suo potere.
Che diamine stava trattenendo la persona con cui aveva appuntamento? Perché ci metteva tanto ad arrivare?
“Si può sapere che cosa ci fai qui anche tu?” disse spazientito.
Lei sospirò. “Semplice, ho un appuntamento con te, Justin. Sono io la proposal planner.”