L'amore ritrovato
di DARCY MAGUIRE
Tessa Knightly è appena tornata a Sidney per iniziare una nuova attività come wedding planner. Con tutti i clienti che poteva incrociare, doveva capitarle proprio Justin Pearce, l'uomo che otto anni prima le ha infranto il cuore senza un motivo apparente? Il lavoro è lavoro, ma Tessa ha una folle paura di perdere di nuovo la testa.
Justin spalancò la porta dell’ufficio di Tessa con il cuore che batteva all’impazzata. Stavolta non poteva permettersi di sbagliare.
“Mi dispiace, siamo già chiusi” gli disse la segretaria che, in piedi accanto alla sua scrivania, si stava infilando la giacca.
“Dov’è lei?” Non gli importava affatto che l’ufficio fosse chiuso, era Tessa che voleva vedere e non certo per motivi di lavoro.
La donna prese la borsetta. “Si sta facendo un caffè, di là” gli indicò il corridoio con un cenno del capo.
Justin attraversò la stanza e si infilò nel corridoio che portava al cucinotto dove la trovò.
“Tessa” disse appena la vide.
“Justin” mormorò lei voltandosi di scatto.
I loro sguardi parvero fondersi e una luce di speranza balenò nella mente di Justin.
Tessa strinse le mani sul bancone. “Come mai qui?”
“Ti cercavo.”
“Problemi con la proposta di matrimonio?” s’informò lei chiaramente a disagio.
“Ho fatto saltare tutto.” Era vero anche se non come avrebbe potuto pensare lei.
Tessa asciugò dell’acqua sul bancone. “Dimmi che cosa le hai detto e vediamo se si può aggiustare la situazione.”
Justin le si avvicinò. “Sei molto coscienziosa”
Lei abbozzò un sorriso. “È il mio lavoro. Allora, che cosa le hai detto?”
“L’ho sorpresa.” Le si avvicinò pregando che ci fosse ancora una possibilità. “Credevi che mi fossi tirato indietro?”
“No, certo che no.” Quando incontrò il suo sguardo Tessa abbassò gli occhi. “Be’, per essere sincera temevo proprio di sì.”
Proprio come aveva fatto quando erano giovani. Aveva avuto paura di impegnarsi seriamente e di abbandonarsi all’amore. “Pensi che non sia in grado di prendere un impegno?”
“Penso che tu abbia paura di amare qualcuno come tuo padre ha amato tua madre.” Tessa si passò una ciocca di capelli dietro un orecchio. “Perché quando morì, lui non fu in grado di accettare la vita senza di lei.”
Justin affondò le mani nelle tasche lottando contro la tentazione di fuggire ancora una volta da quella donna che gli leggeva nelle pieghe dell’anima. “Forse hai ragione, ma sono qui proprio per rimediare a ciò che ho fatto.”
“Per chiedermi aiuto su come dichiarare il tuo amore a Victoria?” Tessa scosse la testa. “Perché se è per qualcos’altro non sono una terapista. Era solo una bugia per mettere tranquilla Victoria.”
“E quante volte hai mentito, signorina Knightly?” Non gli fu facile respingere la tentazione di prenderla fra le braccia per coinvolgerla in un bacio che le togliesse ogni dubbio.
Lei evitò il suo sguardo. “Quando è stato necessario.”
“Credo di non essere l’unico a non accettare ciò che provo.” Stavolta il suo tono fu quasi d’accusa.
“Non capisco cosa vuoi dire.” Tessa gettò lo straccio nel lavandino.
“Semplice.” Justin si passò una mano fra i capelli. “Ero perso nella ricerca della persona perfetta con cui dividere la mia vita e... all’improvviso ho ritrovato te.”
“Me? La tua compagna perfetta?” Tessa rise con amarezza.
“Proprio così. Tu sei perfetta” mormorò lui. “Dalla punta dei capelli alla punta dei piedi, perfetta.”
“È questo che cerchi? La perfezione?” Un’ombra le attraversò lo sguardo.
“Sei bella, Tessa. Sei tutto quello che un uomo potrebbe desiderare, quello che io potrei desiderare. Sei perfetta.” Finalmente la sua vita avrebbe avuto un senso. “Non ho chiesto a Victoria di sposarmi” ammise decidendo di uscire allo scoperto. “In realtà ci siamo lasciati e adesso voglio pensare solo a noi.”
“Vattene” gli intimò lei con tono gelido.
“Scusa?”
“Hai scelto la persona sbagliata.” Gli fece segno di allontanarsi. “L’idea sbagliata. Ti prego, vattene.”
Lui esitò e Tessa strinse le mani sul bancone. “Mi dispiace per il bacio. È stato un errore. Non ti amo, non mi piaci neppure. Anzi ti odio!”
Justin esitò per la seconda volta. Come aveva potuto sbagliarsi di tanto? Come aveva potuto essere così stupido da illudersi? Tessa non stava mentendo a se stessa, era stata sincera sin dall’inizio! Lo aveva davvero dimenticato.
Senza una parola si precipitò fuori dal cucinotto.
Tessa percorse il corridoio zoppicando con l’ausilio del bastone. Non era solo la gamba a metterla in difficoltà, ma anche la testa che le girava come se fosse su una giostra.
Le lacrime le bruciavano in gola. Justin non sapeva dell’incidente... ma voleva la perfezione e lei non avrebbe potuto offrirgliela in alcun modo.
Senza volerlo l’aveva ferita, ma non gli avrebbe detto la verità per niente al mondo. Non voleva la sua pietà.
Aspettò di sentire la porta dell’ufficio che si richiudeva, ma non udì alcun suono.
Entrò nell’ufficio con il cuore che batteva all’impazzata e dopo avere raggiunto il divano vi si lasciò cadere appoggiando da un lato il bastone.
“Bisogna che tu mi apra la porta” disse Justin facendola sussultare.
“Perché?” chiese lei sussultando.
“Perché è chiusa a chiave.”
“La mia segretaria la chiude sempre a chiave quando va a casa. Io di solito lavoro fino a tardi e non voglio che entri qualcuno quando sono qui da sola.” Si mordicchiò un labbro. “Be’... puoi prendere le chiavi.”
Justin incrociò le braccia sul petto. “E perché dovrei?”
“Perché non ho intenzione di fare nessuno sforzo per te.”
Le si avvicinò. “Allora lascia che ti aiuti.”
“Non è necessario, sono nell’ultimo cassetto della scrivania, a destra.” Tossicchiò. Perché la sua segretaria non aveva lasciato la porta aperta?
Justin s’infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e la fissò. “Ho l’impressione che tu stia cercando di nascondermi qualcosa.”
Tessa fece una risatina forzata che le morì in gola.
“Allora, di che cosa si tratta? Hai un altro uomo? Un figlio segreto?”
Lei si coprì le labbra con una mano. “Sei pazzo! Ti prego, prendi le chiavi e va’ via.”
“Bene, se è questo che vuoi addio, signorina Knightly.” Le porse la mano per salutarla.
Un ultimo addio... Non poteva negarsi un’ultima stretta di mano.
Appena ebbe la sua mano, Justin la tirò verso di sé facendola alzare. “Almeno puoi accompagnarmi alla porta.” disse come se fosse la cosa più normale del mondo.
Tessa barcollò.
“Che diamine...” Justin la guardò preoccupato mentre lei si aggrappava al suo braccio per ritrovare l’equilibrio.
Stupida gamba! E stupida anche la sua segretaria che aveva chiuso la porta!
Justin le passò un braccio attorno alla vita. “Si può sapere che cosa succede, Tessa?”
Lei sospirò. “Ero in bicicletta quando una macchina mi ha investita facendomi cadere. La mia gamba non è più affidabile come prima. Tutto qui. Niente di grave.”
“E perché non me lo hai detto? Perché non me ne hai parlato?”
“Volevo che tu mi ricordassi com’ero” mormorò lei fissando il pavimento.
Justin le passò un dito sotto al mento per farle alzare lo sguardo. “Io, invece, ti voglio esattamente come sei adesso.”
“Ma non sono perfetta.” Non le fu facile respingere le lacrime.
“Lo sei sempre stata e lo sarai sempre. Perfetta per me.” Lui le sfiorò il viso con una mano in una delicata carezza. “L’unico problema è che tu invece non mi ami.”
Tessa abbozzò un sorriso. “A questo proposito, devo ammettere di averti mentito.”
“Allora non era vero?” Anche lui sorrise dolcemente.
“Ti ho sempre amato e... adesso più che mai.”
Le loro labbra si unirono colmando in un istante il vuoto lasciato da anni di separazione.
Certo, nessuno avrebbe potuto garantire loro una vita perfetta, ma dentro di sé Tessa sentì che c’era qualcosa che valeva molto di più della perfezione.
Il loro amore, sincero e reale che li avrebbe accompagnati per sempre.