Uniti dalla neve
di MELISSA MCCLONE
Coco Marsh è rassegnata: rinuncerà ai suoi sogni. Ha già detto addio all'idea di diventare una snowboarder professionista, ma almeno il ruolo di grafica per la Hughes Snowboards le dà la possibilità di usare le tavole quando le pare e piace. E per quel che riguarda quella fastidiosa speranza nel lieto fine... Be', l'amore che provava cinque anni prima per Rex Billings, superstar dello snowboard, non era comunque reale. Lo ha dimostrato lui stesso quando se n'è andato e non le ha più rivolto la parola.
Fino ad ora. Perché Rex Billings è tornato, più sconvolgente che mai. Ma lei non ha certo intenzione di lasciarsi incantare di nuovo dal suo fascino e da quel sorriso che le fa tremare le gambe. Anche se lui pare aver messo la testa a posto, sembra pronto a impegnarsi e... a far diventare realtà il sogno di Coco.
Nel momento di massima elevazione, Caroline Coco Marsh afferrò la tavola da snowboard nello spazio fra i due attacchi. L'aria gelida le colpì il volto mentre volava sopra lo snowpark Timberline. Atterrò dolcemente e scese verso valle.
Il suo capo, Sean Hughes, aveva molto migliorato le performance di questo prototipo di tavola freestyle. Leggera. Agile. Coco non vedeva l'ora di cimentarsi in un'altra acrobazia.
Giornate come quella le ricordavano perché il lavoro di grafica alla Hughes Snowboards fosse il più bello del mondo. Gli stagionali per gli impianti di risalita erano solo uno dei tanti benefit per i dipendenti. Poteva sciare tutto l'anno a Mount Hood. E, come nel caso di quel lunedì mattina di novembre, veniva spesso pagata per farlo.
Coco intravide la rampa successiva e pensò di provare un salto tabletop. Il battito del suo cuore aumentò. Affrontò l'ostacolo con sufficiente velocità per liberare la punta della tavola in tempo e atterrare sulla discesa sottostante. Mentre era sospesa in aria, ruotò le spalle per effettuare un frontside3, un giro a 360 gradi. Era elettrizzata.
Toccò accidentalmente la neve con la lamina superiore e finì a terra, battendo la schiena. Le mancò il respiro. Continuò a scivolare verso valle, poi, finalmente, la sua corsa si fermò.
Rimase immobile un istante, intontita. Un esame veloce confermò che non era ferita. La neve fresca che era scesa durante la notte aveva attutito la caduta, ma di sicuro non le avrebbe risparmiato qualche bell'ematoma.
Era stata la voglia di strafare a buttarla a terra, non la nuova tavola. Il passamontagna che le teneva il viso al caldo smorzò la sua risata.
Qualcuno le offrì una mano coperta da un guanto. Lei l'afferrò e venne aiutata a rimettersi in piedi da un uomo con una giacca scozzese, una di quelle dei maestri della scuola di sci di Hood Hamlet. Coco non lo riconobbe ma, per quanto lui avesse il volto praticamente coperto dalla maschera, ebbe l'impressione che fosse qualcuno a lei familiare. «Grazie!» disse, mentre si toglieva la neve da giacca e pantaloni. «Sei in cerca dei tuoi allievi?»
«Sto controllando che la zona di atterraggio sia libera, più che altro.»
Un brivido la percorse. Sembrava la voce di Rex Billings. No, la star dello snowboard non si sarebbe mai allontanata dalle luci della ribalta per insegnare. Coco si spostò dalla zona di atterraggio.
L'uomo la seguì e fece un cenno ai ragazzi che aspettavano sulla rampa. «Bella partenza, ma hai avuto fretta di scendere.»
Lei fece una smorfia. «Sì, so dove ho sbagliato.»
«Hai talento, davvero.»
Coco non sapeva se sentirsi infastidita o lusingata. Era stata indicata come una delle potenziali vincitrici della medaglia d'oro alle Olimpiadi invernali del 2006. E invece aveva guardato le gare di snowboard da un letto d'ospedale. «Talento, eh?»
Lui alzò la maschera e la sistemò sul caschetto. «Da vendere.»
Guardando in quei penetranti occhi azzurri fin troppo familiari, Coco inspirò l'aria fredda. Oh, no! Aveva già guardato in quegli occhi prima. E baciato quelle labbra. Fremiti indesiderati la scossero.
Rex.
Era proprio lui.
A quanto pare non l'aveva riconosciuta. D'accordo, indossava il passamontagna e la maschera, ma lui aveva già dimostrato anni prima che di lei e del tempo che avevano trascorso insieme non gli importava nulla. Passava da una donna all'altra come fossero pop-corn e lei non era stata altro che l'ennesimo chicco nel suo ricco secchiello. Gli amici l'avevano messa in guardia sulla reputazione di Rex, ma lei all'epoca era troppo giovane e stupida. E innamorata.
«Rex Billings.»
Lui annuì, come se fosse abituato a essere riconosciuto. Grazie a film sullo snowboard, medaglie prestigiose, una linea di abbigliamento con il suo nome e numerosi sponsor, lo era eccome.
Rex la fissò. «Ma noi ci siamo già conosciuti!»
Bellissimo, ma pur sempre uno a cui piaceva giocare con le donne. «Anni fa.»
«Dovevi essere una bambina.»
«Ero già grande abbastanza.» Abbastanza grande perché lui la baciasse fino a farle perdere il respiro e le facesse credere a una sciocchezza come il lieto fine. Aveva pensato che fossero in sintonia, che a unirli fosse qualcosa di speciale. Si era sbagliata.
Sollevò il passamontagna e mise la maschera sopra il caschetto.
Gli occhi azzurri di Rex si spalancarono. «Coco!»
Avere in mano le redini del gioco una volta tanto era meraviglioso. «Ehi!»
Il respiro di Rex rimase sospeso nell'aria gelida. «Sono un idiota.»
«L'hai detto tu, non io.»
Lui fece un mezzo sorriso. «Non ti avevo riconosciuta.»
«Altrimenti non ti saresti fermato.»
«Come?»
«La nazionale americana di snowboard si allena tutte le estati a Mount Hood, eppure noi non ci siamo mai incrociati» disse. «Ce ne vuole di impegno!»
Non che lei lo avesse cercato, però.
Le labbra di Rex si incurvarono nel suo sorriso letale. «Mi fa piacere vederti.»
Coco non era della stessa opinione.
Avrebbe voluto essere indifferente alla sua presenza, ma il suo battito aumentò. Ali di farfalla dichiararono guerra al suo stomaco. La temperatura polare non riusciva a far nulla per raffreddare i suoi istinti. «Pensavo fossi qui per allenarti, non per insegnare.»
«Sarò il maestro ospite per un paio di settimane.»
Due settimane erano un bell'impegno per uno che non si legava a niente e nessuno tanto a lungo.
Un ragazzino in pantaloni verde lime e giacca colorata affrontò il salto. Non riuscì a superare il flat e atterrò troppo presto con un gran ruzzolone.
Coco fece una smorfia. «Ahi!»
«Il lavoro mi chiama» disse Rex. «Ci si vede, Coco.»
Lei si irrigidì. Aveva detto qualcosa di molto simile a Mount Bachelor, poco prima della caduta dall'half-pipe che aveva distrutto i suoi sogni e le aveva cambiato la vita. Non aveva più avuto notizie di Rex da allora.
Ci si vede, Coco.
Non se lei aveva voce in capitolo.
* * *
«Ottima velocità» disse Rex a Liam, un ragazzino talentuoso che aveva bisogno di imparare cosa fosse la pazienza. «Ma questo è ciò che succede alle cavie da laboratorio.»
«Cavie da che?»
«Il primo a fare un salto» gli spiegò Rex. «Adesso che tutti ti hanno visto, possono aggiustare il tiro ed eseguire il salto correttamente. La prossima volta vedi di far andare avanti qualcun altro.» Guardò nel punto in cui aveva visto Coco. Di lei adesso restavano solo poche tracce nella neve.
Non che Rex si fosse aspettato di vederla ancora lì. Sarebbe stato... imbarazzante.
Un altro ragazzino, Travis, affrontò la rampa. Durante l'atterraggio, mentre la coda della tavola toccava terra, strisciò il sedere sulla neve, ma non cadde.
«Non ti preoccupare» lo rassicurò Rex. «Hai ritrovato l'equilibrio e non sei caduto.»
Ecco perché Rex amava insegnare. Gli piaceva l'idea di restituire qualcosa a quello sport che gli aveva dato tanto.
Arrivò il turno di Bekah. La ragazzina affrontò un indy backside a 180 gradi e atterrò in modo perfetto.
Rex emise un fischio di approvazione. «Grandissima!»
Lei fece un sorriso a trentadue denti. «Bella.»
Sì, so dove ho sbagliato.
Coco era più bella che mai. E faceva ancora snowboard.
Ricordò quando affrontavano insieme le discese. Quando parlavano, quando si baciavano. I loro baci erano davvero bollenti. Ma dal momento in cui lei gli aveva confessato quello che provava per lui, Rex si era reso conto che fra loro non avrebbe mai funzionato. Coco non era interessata a una storiella da poco. Lei ambiva al per sempre, al matrimonio, una casa, dei bambini, tutte cose che non erano sul suo radar. L'avrebbe solo fatta soffrire di più, se le fosse rimasto vicino. Lasciarla prima che le cose diventassero troppo intense, troppo serie, troppo... sentimentali gli era sembrata una buona idea.
Così, dopo l'evento a Mount Bachelor, Rex l'aveva baciata. Era stato il più dolce, memorabile bacio d'addio della sua vita. Poi si era avviato al parcheggio con l'intenzione di andarsene prima che Coco concludesse la sua gara finale. Un brusio proveniente dalla folla di spettatori lo aveva fatto voltare. Aveva guardato il maxischermo e aveva visto Coco a terra, immobile.
Si era irrigidito. Aveva fatto fatica a respirare. Le lacrime gli erano salite agli occhi.
Era corso all'ospedale, ma lei non era cosciente. Sembrava così ferita e vulnerabile. Emozioni a lui sconosciute lo avevano sopraffatto. Lo avevano terrorizzato. Teneva a Coco più di quanto avesse creduto. Ma non era riuscito a sopportare il fatto di sentirsi così inutile, così disperato, così perso all'idea che lei non sopravvivesse. Avrebbe voluto scappare via, ma le era rimasto accanto. Per più di una settimana. Finché non era stato costretto a partire per le gare di qualificazione al Grand Prix.
Aveva messo a tacere la coscienza ripetendosi che Coco avrebbe voluto che lui partecipasse alla competizione di Mountain Creek. La verità era che Rex non aveva nessuna intenzione di tenere tanto a una donna. Una relazione seria sarebbe stata una distrazione che non poteva permettersi, se ambiva a sfiorare le vette dello snowboard. Così se n'era andato e aveva evitato Coco da allora.
Ma cinque Grand Prix dopo, Rex non l'aveva ancora dimenticata. Adesso che l'aveva rivista, si domandava... Coco baciava ancora bene come faceva snowboard?