Uniti dalla neve
di MELISSA MCCLONE
Coco Marsh è rassegnata: rinuncerà ai suoi sogni. Ha già detto addio all'idea di diventare una snowboarder professionista, ma almeno il ruolo di grafica per la Hughes Snowboards le dà la possibilità di usare le tavole quando le pare e piace. E per quel che riguarda quella fastidiosa speranza nel lieto fine... Be', l'amore che provava cinque anni prima per Rex Billings, superstar dello snowboard, non era comunque reale. Lo ha dimostrato lui stesso quando se n'è andato e non le ha più rivolto la parola.
Fino ad ora. Perché Rex Billings è tornato, più sconvolgente che mai. Ma lei non ha certo intenzione di lasciarsi incantare di nuovo dal suo fascino e da quel sorriso che le fa tremare le gambe. Anche se lui pare aver messo la testa a posto, sembra pronto a impegnarsi e... a far diventare realtà il sogno di Coco.
«È meglio per tutti se restiamo... professionali.»
Rex non riusciva a credere alla facilità con cui Coco lo aveva messo a tacere. Non le aveva chiesto di diventare il suo ragazzo, ma solo di passare del tempo insieme. Di farle compagnia durante le feste. E farle vedere ciò che lei non ricordava.
Eppure, non poteva darle torto. Ogni pomeriggio si presentava alla Hughes Snowboards per lavorare. Era l'emblema della professionalità. Forse comportandosi bene le avrebbe fatto cambiare idea.
Ma i giorni tutto lavoro e niente divertimento lo stavano sfinendo. I labili confini della postazione di Coco in ufficio accrescevano la sua attrazione.
Voleva prenderla fra le braccia e baciarla. Quando non era con lei, non riusciva a smettere di pensare a lei. La sognava persino di notte.
Le cose dovevano iniziare a cambiare. Al più presto.
Giovedì mattina Rex prese la seggiovia insieme a due dei suoi ragazzi. I muscoli erano doloranti e la neve fioccava, ma tutti volevano continuare ad andare sullo snowboard. I progressi dei ragazzi lo entusiasmavano.
«Raga!» disse Liam, indicando qualcosa. «Quella tipa spacca!»
Rex guardò alla sua destra. Riconobbe la giacca. Coco! Il battito del suo cuore aumentò.
Lei affrontò la rampa, fece un 360 con tanto di presa stalefish e atterrò alla perfezione.
Liam emise un fischio. «Stai male!»
«Figata!» Travis si sporse dalla barra di sicurezza della seggiovia. «Quella tipa spacca proprio di brutto!»
Rex sorrise. Coco aveva stile da vendere. Ed era pure bella, intelligente. Con lei era riuscito a mettere insieme progetti pazzeschi. La sua creatività lo sbalordiva. Riusciva a prendere un'idea, anche solo uno schizzo su un tovagliolo, e renderla un capolavoro.
Coco guardò in direzione della seggiovia. Lo vide, sorrise e lo salutò con la mano.
Una sensazione strana, sconosciuta, si affacciò allo stomaco di Rex. Tutto ciò a cui riusciva a pensare erano Coco e le sue grandi qualità. Era davvero la donna perfetta.
«Ammazza!» esclamarono i ragazzini come estasiati.
Rex alzò il pollice verso di lei. Ben fatto!
Lei rise. Il suono della sua risata scivolò sulla neve e si librò in aria fino ad arrivare a lui e a toccarlo come una carezza. La sensazione dentro di lui si intensificò.
Ignorala.
Ma non voleva farlo.
Rex sapeva esattamente ciò a cui Coco stava pensando. Hai talento, davvero. Sorrise. Coco non avrebbe mai dimenticato quelle parole.
«Possiamo vedere come le fai il filo?» chiese Travis.
Liam annuì. «Vogliamo delle dritte da un professionista del settore.»
«Ho smesso» rispose Rex. «Concentratevi piuttosto sui vostri 1080.»
Fecero una smorfia. Entrambi dovevano ancora perfezionare i loro trick.
Anche lui aveva del lavoro da sbrigare. Il suo approccio professionale con Coco non stava dando i risultati sperati. Era arrivato il momento di smuovere le acque e, come aveva consigliato ai suoi ragazzi quella mattina stessa, darci dentro.
* * *
Giovedì sera Coco stava svuotando i sacchetti della spesa insieme alla sua coinquilina. Quel rituale che ripetevano di settimana in settimana dava loro l'opportunità di chiacchierare un po' e raccontarsi le ultime novità.
Leanne aveva appena finito di raccontarle una storiella divertente su una telefonata alla quale aveva risposto il giorno prima. «Allora, come sta andando il tuo nuovo progetto al lavoro?»
«Siamo in anticipo sulla tabella di marcia.» Coco ripose il brodo vegetale nella credenza. «Rex è molto concentrato e sta lavorando sodo. Mi ha sorpresa, ma non quanto vederlo insegnare. Con i ragazzi dimostra lo stesso entusiasmo e lo stesso atteggiamento positivo di quando faceva snowboard. Sono... colpita.»
Leanne inarcò un sopracciglio. «Fa progressi il più lurido pezzo di emme sulla faccia della terra.»
«Forse il secondo più lurido. O il terzo.»
Con in mano una fetta di formaggio Cheddar, Leanne rise. «Ha fatto un'altra mossa delle sue?»
«No.»
«Arrabbiata?»
«Non ne ho motivo. Rex sta facendo esattamente quello che gli ho chiesto di fare: lavorare.» La faceva sentire intelligente. Importante. Competente. Peccato che lei desiderasse sentirsi attraente, femminile, desiderata, quando c'era lui nei paraggi. «Spero solo che lui sia un po' meno... serio. Era così allegro e divertente una volta.»
«Ti piace.»
Coco fece spallucce. «È un bravo ragazzo.»
«Sai benissimo cosa intendo.»
Lo sapeva. Sistemò le mele nel cesto della frutta. «Pensi sia possibile cambiare per quelli come Rex?»
«Penso che dipenda da ragazzo a ragazzo.» Leanne chiuse il frigo. «Guarda Jake Porter. Come rubacuori non era secondo a Sean. Finché Carly è tornata a Hood Hamlet. Adesso Jake è felicemente sposato e con un figlio in arrivo.»
«Vero.»
«Mentre per quel che riguarda Sean...» disse Leanne. «Dubito che esista una donna in grado di mettere l'anello al dito di quell'uomo.»
«O una che il suo cane, Denali, approverebbe.» Coco prese un pacco di caffè. «Mi domando a chi dei due assomigli di più Rex, Jake o Sean?»
* * *
Seduta alla sua scrivania venerdì mattina, Coco fissava l'immagine sul monitor del computer. Non vedeva l'ora di mostrare a Rex il nuovo design. Peccato che quel pomeriggio non sarebbe venuto, perché aveva da fare alla scuola di sci.
Il telefono squillò. Alzò la cornetta. «Sì?» disse.
«Sono Rex.»
Sentire la sua voce le fece avvertire un brivido. «Stavo giusto pensando a te» disse. «Il tuo suggerimento di aggiungere un'immagine di Mount Hood era azzeccatissimo. Dà un senso d'insieme al tutto.»
«Non vedo l'ora di vederlo.» Fece una pausa. «Ci si becca stasera?»
Cavoli, avrebbe dovuto lavorarci fino a tardi la sera prima, o arrivare presto in ufficio quella mattina per finirlo in tempo. «Non ho messo a punto tutti i cambiamenti di cui abbiamo parlato ieri.»
«Non dicevo per il lavoro» chiarì. «Ti stavo chiedendo di uscire con me.»
Di uscire così, tanto per passare il tempo, o per un appuntamento? Lo stomaco di Coco si chiuse.
«Passo a prenderti alle sette?»
Di' di no. Uscire con lui non era una buona idea. Ma lei desiderava tanto vederlo. «Perfetto. Ti mando un sms con il mio indirizzo.»
* * *
Il pub era strapieno. Non che a Rex desse fastidio trovasi a pochissimi centimetri da Coco a causa del sovraffollamento, o essere spinto contro di lei vicino al bersaglio per le freccette. Gli piaceva toccarla, anche se solo accidentalmente.
Decise che avrebbe messo in pratica i suoi pensieri più tardi, mentre la aiutava a salire sulla sua auto a fine serata.
«Grazie per la serata» lo ringraziò Coco mentre uscivano dal parcheggio. «Hai dimostrato di avere davvero talento per le freccette.»
Lei aveva vinto tutte le partite, con grande dispiacere di Rex. «Certo che sei proprio un'imbrogliona» la prese in giro.
«Non ho mai detto che non sapevo giocare.» Gli fece l'occhiolino. «Ho detto che non mi dispiaceva giocare.»
Il suo sorriso gli piacque. «Be', ci sono cascato.»
Ed era caduto nella sua rete. Era una bella sensazione.
Rex non voleva che la serata finisse. Posteggiò l'auto che aveva noleggiato di fronte a una villetta a due piani. Stava praticamente trattenendo il respiro.
«Ti va una tazza di caffè?» gli chiese Coco.
Centro! Adesso doveva rubarle un bacio. «Certo.» La seguì lungo il vialetto innevato. Solo la luce del portico era accesa. «Sembra che non ci sia nessuno in casa.»
«Stasera Leanne è in servizio alla caserma dei pompieri.»
Di bene in meglio.
Una volta entrati in casa, Rex si guardò attorno. Ambiente pulito e accogliente. Fotografie di montagne e tavole da snowboard appese ai muri facevano sembrare l'abitazione meno femminile. «Bel posto.»
«Grazie.»
Il modo in cui lei inclinò la testa con le labbra leggermente socchiuse gli fece pensare ai baci. Il desiderio esplose in lui.
«Preferisci normale o decaffeinato?» gli chiese.
«Preferisco baciarti.»
Coco non voleva incrociare il suo sguardo. «Non credo proprio.»
«Ci siamo già baciati in passato.»
«E guarda cos'è successo poi.»
Rex le si avvicinò. «Non siamo le stesse persone di allora.»
Lei indietreggiò finché non andò a sbattere contro il bancone della cucina. «Potresti spezzarmi il cuore e rovinare tutte le mie relazioni future. E poi mi toccherebbe placare la mia solitudine con giovani snowboarder.»
«Non voglio ferirti.» Voleva cancellare con un bacio la paura nei suoi occhi color cioccolata. «E comunque non credo che ai giovani snowboarder dispiacerebbe.»
«Non sto scherzando.»
«Nemmeno io.» Rex si fece più vicino, fermandosi solo quando la possibilità di toccarla lo intimidì. Lei si passò la lingua sulle labbra, rendendole lucide in maniera oltremodo invitante. Il desiderio scorse dentro di lui come un brivido. «Un bacio, Coco. Che ne dici?»