Uniti dalla neve
di MELISSA MCCLONE
Coco Marsh è rassegnata: rinuncerà ai suoi sogni. Ha già detto addio all'idea di diventare una snowboarder professionista, ma almeno il ruolo di grafica per la Hughes Snowboards le dà la possibilità di usare le tavole quando le pare e piace. E per quel che riguarda quella fastidiosa speranza nel lieto fine... Be', l'amore che provava cinque anni prima per Rex Billings, superstar dello snowboard, non era comunque reale. Lo ha dimostrato lui stesso quando se n'è andato e non le ha più rivolto la parola.
Fino ad ora. Perché Rex Billings è tornato, più sconvolgente che mai. Ma lei non ha certo intenzione di lasciarsi incantare di nuovo dal suo fascino e da quel sorriso che le fa tremare le gambe. Anche se lui pare aver messo la testa a posto, sembra pronto a impegnarsi e... a far diventare realtà il sogno di Coco.
La neve cadeva dal cielo all'imbrunire. Rex era all'entrata del pub di Hood Hamlet. Era il suo posto preferito nel villaggio di montagna, ispirato a quelli sulle Alpi. Buon cibo. Ottima birra. Bella gente.
Ma quella sera fissava la porta con emozioni contrastanti. Dire a Coco di incontrarlo lì non era stata una delle sue mosse migliori. Non sapeva cosa gli fosse preso.
Col cavolo! Lo sapeva eccome qual era la ragione.
Coco.
Era entrata nell'ufficio di Sean con un balzo, un sorriso che le illuminava il viso e i suoi capelli biondi, di solito lisci, arricciati in spirali morbide che la facevano somigliare alle donne nude dei dipinti a olio dei più famosi pittori. Il sangue gli era ribollito nelle vene, mentre il suo cervello si era congelato, come se lui fosse caduto di faccia in due metri di neve.
Tutto ciò che aveva desiderato era stato trascorrere del tempo con lei. Non in ufficio a lavorare, ma fuori, a divertirsi. Solo loro due.
Stupido, considerato quanto Coco si fosse innamorata di lui in passato. Lui non voleva farla soffrire di nuovo.
«Ehi, Rex!»
Lui si voltò verso il punto da cui proveniva la voce di Coco. Lei attraversò la strada. Fiocchi di neve sulla giacca, sul berretto e i sui suoi lunghi capelli.
Accidenti, era proprio bella. Rex la fissò nei suoi occhi color cioccolata e aprì la bocca per parlare. Non uscì neanche una parola.
«Rex?» gli chiese.
Cosa non andava in lui? Si comportava come un ragazzino alla sua prima cotta.
Coco era pericolosa. Rex non ricordava l'ultima volta che aveva provato un'attrazione così forte per una donna.
«Ehi» Si sforzò di far uscire la parola dalla gola secca. «Sembra che domani ci saranno quaranta bei centimetri di neve fresca.»
Un sorriso le incurvò le labbra. «Non vedo l'ora!»
Rex sperò di poter sciare con lei. Era a un punto cruciale della sua carriera, della sua vita, non era proprio il momento di passare da single a qualcos'altro. Non fino a quando non avesse deciso cosa fare, film sugli sport estremi o altro, magari qualcosa di completamente diverso.
Quella sera aveva bisogno di entrare al pub, mettere insieme le idee per il progetto e andarsene. Pensare se le labbra di Coco fossero ancora dolci come una volta non lo avrebbe aiutato a portare a termine il lavoro. «Pronta a metterti all'opera?»
Lei diede una pacca alla sua tracolla. «Tutto ciò di cui ho bisogno è qui dentro.»
Lui le tenne la porta aperta mentre entrava, poi la seguì all'interno del pub. Il profumo di luppolo e patatine fritte aleggiava nell'aria. Dalle casse arrivava musica rock. Il fuoco acceso nel camino.
«Ehi, Jake!» disse Coco al proprietario del pub dietro al bancone. «Come sta Carly?»
«È impegnata a decorare la stanza del bambino.» Jake Porter riempì una brocca di birra. «Ci sono dei tavoli vuoti sul retro. Questo dovrebbe tenere lontani i fan, Rex.»
«Grazie.»
Rex seguì Coco. Gli piaceva come i suoi fianchi avvolti dai jeans ondeggiavano mentre camminava. Non gli piaceva invece come gli altri ragazzi nel locale la guardavano.
Lei non era sua, si ricordò. Non c'era bisogno di fare il possessivo.
Appesero giacche e cappelli al gancio accanto al divanetto ad angolo sul retro. Rex prese posto di fronte a lei, cercando di non notare come il maglione le tirasse sul petto.
Concentrati, Billings. Ma non sul suo seno! «Allora...»
«Pronta a spaccare di brutto con la tavola?» lo interruppe un tizio sui trent'anni. Portava un paio di jeans e una maglietta a maniche lunghe. Fissava Coco come se volesse... fare un giro su di lei.
Ogni terminazione nervosa di Rex scattò in allerta.
«Come sempre, Bill» gli rispose Coco. «Ci si becca sulla pista domani?»
«Ci sarò.» Il tizio se ne andò con un sorriso a trentadue denti.
I muscoli della mascella di Rex si tesero. Non erano affari suoi con chi usciva Coco. Eppure non riusciva a fare a meno di lanciare occhiate a Bill, che adesso era appoggiato al bancone del bar. «Un tuo amico?»
«Bill lavora con la mia coinquilina, Leanne. Lui fa il pompiere, lei è paramedico. Fanno parte della squadra di soccorso alpino di Oregon Mountain, come Sean e Jake.»
La curiosità ebbe la meglio su Rex. «Esci con un pompiere, eh?»
«Cosa?» gli chiese sorpresa.
«Ma sì, Bill.»
«Con chi esco io non ha niente a che vedere con il progetto.» Guardò il bancone con un'espressione pensierosa. «Anche se è divertente scalare con Bill. Lo scorso anno ci siamo ritrovati a passare insieme la notte in una grotta e ci siamo dovuti riscaldare a vicenda.»
Rex deglutì quella sorta di lastra di ghiaccio che gli si era formata in gola. «Tu... ehm... fai arrampicata?»
Annuendo, Coco si sporse in avanti sul tavolo. La scollatura del maglione si aprì, regalando a Rex uno scorcio di pelle avorio e pizzo nero. «Faccio un sacco di cose che una volta non facevo.»
Coco non aveva mai voluto andare oltre i baci con lui. Immagini di loro due insieme si formarono nella mente di Rex. Si mosse sulla sedia.
Una cameriera vestita di nero porse loro i menu. «Il solito, Coco?»
Lei annuì. «Una brocca e due bicchieri. Portaci anche un piatto di patatine fritte e qualche pretzel.»
Quando la cameriera se ne andò, Rex fissò Coco. Sembrava così diversa dalla ragazza che aveva conosciuto: tanto sicura di sé e delle sue capacità sulla tavola da snowboard, quanto fragile quando ne era lontana; completamente affascinata da lui. A Rex era piaciuto interpretare la parte dell'eroe venerato, ma adesso preferiva avere in pugno la situazione. «Sei cambiata.»
«Ne sono successe di cose dopo Mount Bachelor.» Dopo l'incidente. Non lo disse, ma era chiaro. «Sono cresciuta» concluse.
«Permanente a parte, sei sempre la stessa.»
«Macché permanente!» gli disse con sua grande sorpresa. «Non ho più avuto i capelli lisci da quando me li hanno rasati in ospedale.»
La cameriera mise i bicchieri sul tavolo, poi sistemò la brocca al centro. «Godetevi la root beer.»
«Root beer... analcolica?» chiese Rex col sorriso mentre la cameriera si allontanava. «Forse non sei poi cambiata molto.»
«Questo è un incontro di lavoro.» Coco alzò il bicchiere. «E assaggia, prima di parlare. Jake serve dell'ottima birra, ma la root beer che fa lui è eccezionale.»
Rex ne bevve un sorso. «Hai ragione.»
«Te l'avevo detto!»
Coco gli era sempre parsa una molla pronta a scattare. Adesso gli sembrava più rilassata, serena. Se avesse scoperto che era anche pronta a concedersi a lui, ci si sarebbe tuffato a capofitto. Su di lei! «Sei felice qui.»
«Vero.» Il suo sorriso era sincero. «Ho un ottimo lavoro, un capo meraviglioso, buoni amici e posso fare snowboard tutto l'anno.»
«Spaccavi di brutto ieri.»
«Mi ci è voluto un po', ma adesso riesco a fare quasi tutto. Be', tranne l'half-pipe.»
«Immagino ti manchi.»
«Meno di quanto pensavo.» Sembrava sincera. «Voglio dire, ho dovuto rimparare a camminare. I dottori non erano sicuri che sarei salita di nuovo su uno snowboard. Adesso lavoro dietro le quinte, cerco nuove linee. Sono felice di poterlo fare.»
Rex aveva grande rispetto per lei, soprattutto per quello che aveva dovuto provare lungo la strada della guarigione. Doveva aver richiesto perseveranza, determinazione e una buona dose di pazienza. «Hai fatto tanta strada.»
Lei annuì. «Ma mi fa ancora piacere sentire che ho talento.»
Il tono leggero suggerì a Rex che stava scherzando, ma lui si sentì un emerito cretino su più di un fronte. Il senso di colpa gli serrò la gola. Non avrebbe dovuto evitarla per tutti quegli anni. «Coco...»
«Sto scherzando!»
«Lo so, ma...» Non era abituato a scusarsi. «Mi dispiace.»
«Non sapevi che ero io.»
«Non solo per ieri.» Rex abbassò lo sguardo sul suo bicchiere. «Non ti ho mai detto addio a Mount Bachelor.»
«Ero in coma, non ti avrei comunque sentito.»
«Meritavi molto più di quello che avrei potuto darti.»
«Vero.»
Rex sentì che lo stomaco gli si contorceva anche se lei aveva ragione. All'epoca aveva pensato solo a se stesso. Bevve un sorso della sua bevanda. Forse poteva trovare un modo per farsi perdonare. Forse...
«Sai, mi chiedevo...» lo sguardo di Coco fisso nel suo, «se non mi fossi fatta male, mi avresti comunque lasciata?»