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Uniti dalla neve

di MELISSA MCCLONE

Coco Marsh è rassegnata: rinuncerà ai suoi sogni. Ha già detto addio all'idea di diventare una snowboarder professionista, ma almeno il ruolo di grafica per la Hughes Snowboards le dà la possibilità di usare le tavole quando le pare e piace. E per quel che riguarda quella fastidiosa speranza nel lieto fine... Be', l'amore che provava cinque anni prima per Rex Billings, superstar dello snowboard, non era comunque reale. Lo ha dimostrato lui stesso quando se n'è andato e non le ha più rivolto la parola.

Fino ad ora. Perché Rex Billings è tornato, più sconvolgente che mai. Ma lei non ha certo intenzione di lasciarsi incantare di nuovo dal suo fascino e da quel sorriso che le fa tremare le gambe. Anche se lui pare aver messo la testa a posto, sembra pronto a impegnarsi e... a far diventare realtà il sogno di Coco.

2

Il pomeriggio seguente Coco si era quasi lasciata alle spalle il fatto di aver rivisto Rex. Quasi.

Si concentrò sulla grafica di un modello a grandezza naturale della sua ultima tavola. L'effetto tridimensionale era venuto meglio di quel che aveva sperato. Passo successivo... pellicole di colore.

«Figo!» Taylor, un collega di ventitré anni, si affacciò dalla tenda che separava le loro scrivanie. I lunghi capelli castani gli ricaddero sulla fronte. «Il grande capo vuole vederti nel suo ufficio. All'istante.»

«Grazie.» Coco lasciò la sua scrivania e si incamminò verso l'ufficio di Sean. I telefoni squillavano. Si sentiva il ticchettio frenetico sulle tastiere dei computer. Su tutti i muri spiccavano i poster incorniciati degli atleti che la Hughes Snowboards sponsorizzava.

La porta dell'ufficio di Sean era socchiusa. Lui era appoggiato alla scrivania. Sembrava più il modello di una rivista sportiva che un imprenditore di successo, nonché leader della squadra di soccorso alpino di cui era volontario. Con i suoi occhi verdi, il suo sorriso e i folti capelli castani, Sean aveva la fama di rubacuori in città. Ma Coco avrebbe messo la propria vita nelle sue mani. In effetti, lo aveva già fatto una volta.

Bussò alla porta. «Taylor mi ha detto che volevi vedermi, capo.»

«Entra.» Sean si alzò. «Volevo presentarti qualcuno.»

Nell'ufficio Coco vide un uomo seduto su una sedia. Non un uomo qualunque. Un gran bel pezzo di ragazzo con una T-shirt sotto una camicia a maniche lunghe e un paio di jeans sbiaditi. Un compagno di scalate del capo o... Tentò una seconda opzione. «Rex?»

«Coco!» esclamò lui contemporaneamente, manifestando una sorpresa nella voce pari a quella di lei.

Rex le era sembrato bello sulla pista il giorno prima, ma adesso... era da paura.

Coco cercò con tutta se stessa di tenere a freno il bisogno di farsi aria.

Le punte dei capelli biondo cenere gli sfioravano le spalle. Non li aveva mai portati così corti, ma stava bene. Le rughe agli angoli degli occhi gli conferivano la giusta dose di maturità. Non che fosse vecchio, anzi. Con i suoi trent'anni era maggiore di lei di sei. Le sue labbra piene e soffici rendevano meno marcati i tratti del suo viso e il suo naso dritto. Non era carino, ma era perfetto.

Se ti piaceva il genere.

D'accordo, a lei piaceva.

Ma l'esperienza l'aveva resa immune alla sua bellezza, al suo fascino, ai suoi baci...

Smettila di pensare a lui! Ti ha già spezzato il cuore una volta!

Coco guardò il suo capo.

Sean le sorrise. «Immagino che voi due vi siate già conosciuti.»

Il calore le salì alle guance. «Anni fa.»

«Sulla pista» aggiunse Rex.

«Questo renderà più semplici le cose.» Sean sembrava compiaciuto.

Ma Coco stava seriamente considerando l'idea di correre fuori dalla stanza e tornare solo quando Rex se ne fosse andato. Lo stomaco le si contorceva ogni secondo di più. «Più semplici in che modo?»

Il capo indicò la sedia vuota accanto a Rex. «Accomodati, te lo spiegherò.»

Coco non voleva sedersi. Voleva andarsene il più lontano possibile da Rex in modo da fermare il battito impazzito del suo cuore. Ma Sean le aveva dato un lavoro anche se lei non aveva esperienza. Mai una volta l'aveva paragonata alla snowboarder che era stata prima dell'incidente. L'aveva fatta sentire importante quando lei non aveva idea di cosa fare della propria vita. E non lo avrebbe ripagato comportandosi come una bambinetta viziata che voleva fare le cose a modo suo. Si sedette.

Sean le passò una cartelletta, poi tornò ad appoggiarsi alla scrivania. «La scuola di sci di Hood Helmet vuole che creiamo una linea di attrezzatura da snowboard.»

Coco passò in rassegna il materiale contenuto nella cartelletta: dettagli, loghi, mascotte, colori. Le tornò in mente la giacca scozzese dei maestri di sci. «Sembra un incarico divertente.» Ma non riusciva proprio a immaginare cosa c'entrasse Rex. Non faceva parte dello staff. Richiuse la cartelletta.
«Johnny ha chiesto di coinvolgere anche te nel progetto, Coco» disse Sean.

Lei sorrise. «Qualsiasi cosa per Johnny.»

Johnny Gearhart era il proprietario della scuola di sci. Era uno dei maggiori sostenitori della Hughes Snowboards e aveva presentato Coco a Sean quando lei aveva bisogno di un lavoro.

«Johnny ha anche chiesto che Rex fosse la persona di riferimento per la scuola» aggiunse il capo.

Oh, Johnny. Avresti dovuto pensarci due volte. Rex non era il tipo da portare a termine un impegno. Coco incurvò le spalle. «E il resto dello staff?»
«Sono tutti impegnati con la nuova accademia» spiegò Rex. «Ecco perché Johnny mi ha chiesto di fare il maestro per un po'.»

«Rex ha già vissuto la fase creativa di questo processo quando ha lavorato alla sua linea di abbigliamento e tavole» aggiunse Sean. «La sua esperienza incrementerà anche la tua. Formerete una bella squadra insieme.»

«Non sono mai stato il tipo da lavorare in squadra» ammise Rex. «Ma so che questa cosa è importante per Johnny, la scuola e te, Sean. Farò tutto il possibile perché sia un successo.»

«Anch'io.» Se Rex poteva farcela a lavorare in gruppo, allora ci sarebbe riuscita anche lei. Coco si raddrizzò. «Non deluderemo né te, né Johnny.»
Il capo guardò l'orologio. «Devo scappare alla fabbrica qui accanto. Sentitevi liberi di restare e mettere insieme un piano d'azione.»

Come li lasciò, il silenzio cadde pesantemente sull'ufficio.

Coco doveva mettere l'ansia da parte. Non era più la giovane promessa con una cotta per la superstar. Adesso era una professionista che non provava assolutamente nulla per lui.

Si voltò per guardarlo in faccia. La cartelletta le scivolò dalle gambe e cadde per terra.

Chinandosi, Coco allungò il braccio per prenderla. E lo stesso fece lui. Si sfiorarono. Lei allontanò la mano di scatto, come se avesse corso il rischio di scottarsi. Troppo tardi, la sua pelle bruciava già nel punto in cui si erano toccati.

La cartelletta rimase per terra.

Coco allungò di nuovo il braccio. La mano di Rex sfiorò la sua. Un pizzicore sulla pelle. Sospirò. «Ci sono quasi.»

Rex prese la cartelletta. «Eccola.»

Lei la prese. Prima di poterlo ringraziare, lo sguardo di Rex si fissò nel suo. Il cuore di Coco sobbalzò. Lui la faceva sentire come se fosse l'unica donna al mondo. Nel suo mondo, almeno.

Distogli lo sguardo. Non ci riusciva.

Nessun altro l'aveva mai fatta sentire così.

La stanza sfrigolava di consapevolezza. Attrazione. Non importava quello che era successo in passato, l'alchimia fra loro non era cambiata.

Male, molto male.

«Non mi aspettavo di trovarti qui» disse infine Rex.

Lei chiuse la cartelletta. «Lo stesso vale per me.»

Un battito. Un altro ancora.

«È passato così tanto tempo, Coco.»

Cinque anni a gennaio.

Lo sguardo di apprezzamento di Rex la squadrò dalla testa ai piedi. «Sei... sei meravigliosa.»

Il suo cuore accelerò. «Anche... ehm... Anche tu.»

Cosa stava facendo?

Era tipico di Rex. Flirtare. Scherzare.

Coco prese una penna dalla scrivania di Sean. «Cominciamo. Col progetto, voglio dire» specificò, perché lui non si facesse un'idea sbagliata. «Com'è organizzata la tua giornata tipo?»

«Insegno ai ragazzi fino alle 14.30.»

«Possiamo adattarci.»

«E la tua giornata com'è organizzata?» chiese Rex.

«Sono... flessibile.»

«Flessibile, eh?» L'interesse gli assottigliò lo sguardo. «Non ho mai avuto la possibilità di vedere questo aspetto di te.»

Coco rafforzò la presa sulla biro. «È stato lo staff a incentivarti?»

«Sì, ma anche i ragazzi. Insegno a un gruppo fantastico.»

L'entusiasmo sul volto di Rex fece venire i brividi a Coco. Non aveva mai prestato attenzione ai ragazzini, a meno che non fossero stati suoi fan. Rex era forse... cambiato? «Non avrei mai immaginato che ti saresti messo a insegnare.»

Lui fece spallucce. «Mi piaceva abbastanza da prendere il diploma di maestro. E adesso che ho smesso di gareggiare...»

«Cosa?» La notizia la scioccò. «Tu sei ancora al top. Sei fra i leader della classifica.»

«Il momento giusto per uscire di scena» spiegò Rex. «Restare al passo con la nuova generazione di snowboarder e i loro trick fenomenali non è facile per un vecchietto.»

«Sì, in effetti tu sei proprio vecchissimo.»

«Mi sento vecchio dopo vent'anni di allenamenti, di gare. Mi fa male dappertutto.»

«Hanno inventato i massaggi per quello.»

Lui inarcò un sopracciglio. «Ti stai offrendo?»

«Nei tuoi sogni.» Coco aveva bisogno di non uscire fuori pista. «Quindi il progetto...»

Rex si guardò intorno ed esaminò l'ufficio di Sean. «Preferisco lavorare in un posto meno formale.»

«Il mio ufficio...»

«Il pub di Hood Helmet. Stasera. Alle cinque e mezza.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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