Uniti dalla neve
di MELISSA MCCLONE
Coco Marsh è rassegnata: rinuncerà ai suoi sogni. Ha già detto addio all'idea di diventare una snowboarder professionista, ma almeno il ruolo di grafica per la Hughes Snowboards le dà la possibilità di usare le tavole quando le pare e piace. E per quel che riguarda quella fastidiosa speranza nel lieto fine... Be', l'amore che provava cinque anni prima per Rex Billings, superstar dello snowboard, non era comunque reale. Lo ha dimostrato lui stesso quando se n'è andato e non le ha più rivolto la parola.
Fino ad ora. Perché Rex Billings è tornato, più sconvolgente che mai. Ma lei non ha certo intenzione di lasciarsi incantare di nuovo dal suo fascino e da quel sorriso che le fa tremare le gambe. Anche se lui pare aver messo la testa a posto, sembra pronto a impegnarsi e... a far diventare realtà il sogno di Coco.
Coco aspettava che Rex rispondesse alla domanda che l'aveva tormentata per cinque anni. Se non mi fossi fatta male, mi avresti comunque lasciata? Giocherellò con il tovagliolo che aveva sulle gambe.
Lo sguardo di lui non si era ancora staccato dal suo. «Vuoi davvero la verità?»
Un caleidoscopio di emozioni si agitò dentro di lei. Coco non aveva ricordi degli attimi precedenti all'incidente. Né di quelli successivi. Sapeva soltanto quello che gli amici le avevano raccontato e quello che lei aveva scritto nel diario sulla trasferta a Bend, nell'Oregon, vicino a Mount Bachelor per la terza delle cinque gare di qualificazione al Grand Prix.
Le sue parole, melense e cariche di emozioni, avevano fatto sembrare Rex un principe azzurro e la loro relazione molto speciale. Eppure, quando si era svegliata nel suo letto d'ospedale, lui non c'era. Aveva aspettato una sua telefonata. E lui non l'aveva mai chiamata. Il senso di abbandono l'aveva ferita quanto i danni fisici che aveva riportato. Aveva finito per convincersi che Rex l'aveva lasciata prima dell'incidente. Che, nonostante la sua pessima reputazione, non fosse proprio il tipo capace di lasciare una ragazza gravemente ferita.
Era l'istinto di conservazione a farglielo credere? Certo. Non voleva essersi sbagliata sul conto di Rex. Il dubbio era cresciuto, rendendole difficile fidarsi di lui.
Voleva davvero sapere la verità?
Se, presto o tardi, Coco voleva avventurarsi di nuovo in una relazione, doveva sapere la verità. Il cuore le batteva all'impazzata nel petto. «Certo.»
«Il tuo incidente non ha cambiato nulla.» La voce di Rex sembrava roca. «Baciarti prima della tua ultima gara... era stato il mio modo di dirti addio. Stavo andando al parcheggio quando sei caduta.»
Non si era sbagliata sul suo conto. Ma il rancore prese immediatamente il posto del sollievo. Coco lasciò andare il respiro che non si era accorta di aver trattenuto. «Immagino dovrei essere contenta del fatto che tu non abbia scelto di rompere con me prima del mio turno di gara.»
«Non è il mio stile. Non era mia intenzione ferirti. Ci siamo divertiti un sacco insieme.»
Rex si era dimostrato proprio la persona dalla quale gli amici l'avevano messa in guardia, ma Coco aveva creduto che con lei si sarebbe comportato in modo diverso. Come aveva potuto essere così ingenua?
«Mi piaceva stare con te, Coco, ma tu volevi una storia seria. L'opposto di quello che cercavo io» proseguì. «Entrare nella nazionale era la mia priorità.»
«Anch'io volevo entrare in squadra.» Ma Coco non poteva negare quello che lui aveva appena detto. Nel suo diario aveva trovato più volte la scritta signora Billings. A giudicare da quel che aveva annotato, però, sembrava che anche lui provasse lo stesso per lei. Abbassò lo sguardo sul suo bicchiere. «Pensavo che noi...» ...condividessimo qualcosa di speciale. Di serio. «Non importa» disse invece.
«Lasciarti senza una spiegazione è stato un errore. Solo che non volevo rischiare i soliti melodrammi post rottura con tutto quello che c'era in gioco.»
Lei alzò gli occhi. «L'oro.»
«Sì. Ma almeno non mi sono comportato da stronzo al cento per cento. Sono rimasto all'ospedale. Non me ne sono andato finché non ho saputo che stavi bene.» Un muscolo si tese sulla sua mascella. «Sono stato stupido, egoista, a darmela a gambe così. Spero che tu possa perdonarmi.»
Forse quelle scritte nel suo diario erano solo le fantasie di una ragazzina. Forse aveva frainteso i sentimenti di Rex ed esagerato un pochino. Però aveva rivisto le loro foto insieme. Sembravano proprio una coppia. E lui sembrava sincero e dispiaciuto.
Coco non poteva dimenticare che anche lei aveva avuto un ruolo in tutto quel che era successo. Aveva ignorato i consigli degli amici. Doveva prendersi le sue responsabilità per essersi lasciata abbindolare da lui. «Perdonare, dici? Okay. Dimenticare: impossibile.» Coco gli passò un menu, lei aveva perso l'appetito. «Gli stuzzichini arriveranno fra poco, ma nel frattempo puoi iniziare a ordinare qualcosa per cena.»
«Tutto qui?» Rex lasciò andare il menu. «Non vuoi imprecare, tirarmi un pugno?»
Lei si tirò indietro, offesa. «Che razza di donne frequenti?»
La cameriera arrivò prima che lui potesse rispondere. Sistemò sul tavolo due piattini, un vassoio di patatine fritte e uno di pretzel caldi, un contenitore di senape e uno di salsa al formaggio. «Buon appetito.»
«Cerco di non uscire con le psicopatiche, ma di tanto in tanto una mi scappa» disse Rex mentre la cameriera si allontanava. «Scherzavo. Però, davvero, pensavo che fossi arrabbiata per il modo in cui ti ho trattata.»
«Sono arrabbiata, sì, ma questo è un paese piccolo.» Coco conosceva almeno metà delle persone che erano al pub. «Fare una scenata qui non risolverebbe niente. Quando arriverò a casa, inveirò su di te con la mia coinquilina e lei sarà d'accordo nel dire che sei un emerito idiota.»
«Ero» la corresse.
«Questo è ancora da vedere.» Guardò le patatine fritte, ma aveva perso l'appetito. «Apprezzo la tua onestà, però.»
Rex le si avvicinò. «Coco...»
«Non ti preoccupare. Avrei potuto venire a cercarti, se avessi voluto. Ma, adesso che so cos'è successo, forse non sarò più spaventata a morte all'idea di affrontare una relazione.»
«Benissimo» disse Rex. «Ma non c'è niente di male anche nelle storie senza impegno.»
«Certo che no. È solo che...» Spassarsela durante le vacanze. Non riusciva a dirlo ad alta voce.
Rex allungò una mano verso di lei, la posò su quella di Coco e la strinse. «Dimmi.»
A lei piaceva la sensazione di calore della mano di Rex sulla propria, ma sapeva che non avrebbe dovuto. Ritrasse la mano. «È imbarazzante.»
«Perché, ammettere quello che ti ho fatto non lo è stato?»
«Vero.»
La tenerezza nei suoi occhi le tolse il respiro. «Fidati di me.»
Si era sempre trovata a suo agio a parlare con lui, ma era l'ultima persona di cui si sarebbe fidata.
«Magari ti posso aiutare» proseguì Rex.
«Te la cavi bene come agente matrimoniale?» scherzò.
«Cosa?»
«Sto scherzando.» Non poteva certo chiedergli di presentarle degli uomini. «È che... Be'... il giorno del Ringraziamento è a fine mese, poi c'è Natale. Mi piacerebbe non passare le feste da sola.»
«Prenditi un gatto. O un cane» suggerì Rex. «I cani se la cavano meglio nella neve.»
Era un bene che non gli avesse chiesto davvero il suo aiuto. «I cani non parlano.»
«No, ma possono portare dei pesi» disse. «Trasportare cibo e acqua. Tenerti al cado. Volerti bene.»
«Anche un fidanzato può fare tutte queste cose.»
«Un fidanzato, eh?»
«Non ho bisogno per forza di un ragazzo.» Anche se non sarebbe stato male. «Mi accontento di qualcuno con cui passare le feste.»
Lui corrugò la fronte. «E gli amici?»
«Ho gli amici migliori del mondo, ma le feste possono essere tristi quando si è soli.»
Rex la studiò con una strana espressione. «Se ti interessa solo qualcuno con cui passare del tempo, conosco il tipo giusto per te.»
Lei inarcò un sopracciglio. «Chi?»
«Io!»
Lei per poco non sputò quel che aveva bevuto. Invece si sforzò di mandarla giù. «Il signor Seduco-e-abbandono in persona?»
Lui si accigliò. «Non lo sono più. Mi sono stancato di quella vita, altro motivo per cui mi sono ritirato dalle gare.»
Quell'affermazione suscitò l'interesse di Coco. «Sei pronto a metter su famiglia?»
«Non mi spingerei così in là» ammise. «Preferisco ancora storie senza impegno, ma non sono più totalmente contrario alle relazioni serie.»
Forse Rex era cambiato, ma non faceva nessuna differenza per lei. «Ti fermi qui solo per due settimane.»
«Se avessi un motivo per restare, qualcuno con cui passare il tempo a Hood Hamlet durante le feste...» Sorrise.
E lei rispose al sorriso.
Un filo invisibile sembrava legarli. Era... una bella sensazione.
Coco si immaginò insieme a Rex davanti a un albero di Natale con le sue lucine colorate. Il profumo di pino che riempiva la stanza. Il fuoco scoppiettante nel caminetto. Il vischio sopra la testa...
Smettila di sognare a occhi aperti!
Se avesse messo la mano sul fuoco, si sarebbe scottata. «No, grazie.»
«Non ricordi quanto ci siamo divertiti insieme a Mount Bachelor?»
«A dire il vero no» ammise Coco. «I miei ricordi si sono completamente azzerati a partire da due giorni prima dell'incidente.»
Il sorriso ammaliatore di Rex la fece rabbrividire. «Allora permettimi di aiutarti a ricordare.»