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Sirtaki d'amore

di JULIA JAMES

Leon! Ancora lui, sempre lui. Nella mente, nel cuore, negli occhi, sulla pelle. Alanna fatica a credere ai suoi occhi, ma non al batticuore che diventa ogni secondo più martellante. Rivederlo è stato ancora più emozionate di come si era immaginata, eccetto un particolare: la bionda che gli sta attaccata come un'ombra.

Capitolo 1

Alanna lasciò scorrere pigramente la mano sugli abiti da cocktail appesi alla rastrelliera. Ciascun capo era firmato da stilisti di fama internazionale ed era protetto da una busta di cellophan. Un sorriso beffardo prese forma sulle sue labbra. Una volta il suo guardaroba era pieno di vestiti come quelli, uno più bello dell'altro... Il suo sorriso si fece più tirato. Del resto, allora era di vitale importanza per lei apparire al meglio. Era il suo obiettivo di ogni giorno.
E di ogni notte.
Il sorriso si irrigidì in una smorfia. Ricordi rimossi per anni tornarono di colpo a perseguitarla, più vividi che mai. Un volto, due occhi scuri colmi di desiderio.
Ritrasse bruscamente la mano e iniziò a camminare decisa verso l'uscita, i passi attutiti dalla soffice moquette. Era tempo di raggiungere Maggie e i ragazzi. Era stato davvero sciocco, da parte sua, lasciarsi prendere dalla nostalgia. Un'imperdonabile debolezza.
Quei ricordi erano stati custoditi sotto chiave in un angolo remoto della sua memoria. Un giorno forse, col conforto e la saggezza dell'età, si sarebbe permessa di riportarli in superficie. Ma fino a quel momento - ancora così lontano - il suo equilibrio e la sua serenità non erano al sicuro. No, non lo era affatto.
Con passo determinato sfilò sotto l'arcata che conduceva alle scale mobili del famoso grande magazzino londinese. Era un luogo frequentato da una clientela decisamente facoltosa, di cui lei aveva fatto parte per parecchio tempo.
In quel momento varcare per l'ennesima volta l'imponente porta d'ingresso rappresentava un boccone amaro da ingoiare. Non che fosse stata una sua idea, visto che era stata Maggie a insistere per un giro fuori programma in centro con i ragazzi. Dalle vetrine dei negozi di giocattoli si sprigionava un'atmosfera magica, durante il periodo natalizio. "Non per fare acquisti, naturalmente" aveva precisato ridendo l'amica, anche lei madre single. "Solo per dare un'occhiata. Ben e Nick si divertiranno un mondo!"
In realtà si erano divertite anche loro, ad ammirare le vetrine traboccanti di giocattoli e le splendide decorazioni natalizie; come pure a godere anche solo con gli occhi di quelle meraviglie. Per i loro figli non era una novità doversi accontentare di guardare, quando si trattava di giocattoli. Del resto, né Alanna né Maggie avevano soldi da spendere in costosissimi gioielli elettronici.
Alanna provò una punta di rammarico. Forse era stata avventata, a disfarsi del denaro di Nikos in quel modo.
Invece no!, si riscosse scrollando la testa con aria risoluta. Aveva fatto la cosa giusta. L'unica possibile. Quel denaro non le spettava. Aveva tenuto solo quel tanto che sarebbe bastato a lei e Nicky per vivere dignitosamente. L'anno seguente, infatti, suo figlio Nicky avrebbe iniziato la scuola e lei avrebbe potuto trovare un lavoro. In quel modo le sue finanze avrebbero potuto prendere una boccata d'ossigeno.
I suoi occhi indugiarono un'ultima volta su uno scintillante abito da sera esposto in vetrina. Non le sarebbe mai più capitato in vita sua, di indossare un capo del genere.
Non come quella tipa laggiù, fantasticò mentre gli occhi si posavano su una bionda che stava provando un tubino interamente ricoperto di paillettes. Poteva aver più o meno la sua età - un po' meno di trenta - e, a giudicare dal taglio di capelli e dalle unghie perfettamente laccate di rosa, doveva passare gran parte del suo tempo in qualche centro estetico.
Anch'io passavo il mio tempo così, una volta.
Si fermò un attimo per studiare la donna. Già... rifletté serrando le labbra in una smorfia.Mi comportavo esattamente come lei: sceglievo con cura ogni dettaglio che potesse farmi apparire al meglio.
Per Leon.
I ricordi riaffiorarono per l'ennesima volta, stringendole la gola fino a toglierle il respiro. Tutta colpa del luogo in cui si trovava, che le aveva riportato alla mente il mondo favoloso cui un tempo apparteneva. Era bastata la vista di quei costosi abiti griffati per abbattere la fragile barriera che aveva faticosamente eretto giorno dopo giorno, anno dopo anno. Contro un unico uomo, contro un nome che le dava i brividi.
Leon Andreakos.
Greco.
Ricco.
Fantastico.
Irresistibilmente affascinante, dall'alto del suo metro e novanta.
A partire dai morbidi capelli corvini, fino alle lunghe gambe muscolose. Senza ovviamente escludere tutto il resto. L'uomo più sexy sul quale avesse mai posato lo sguardo in tutta la sua vita.
L'uomo che non avrebbe mai più avuto modo di incontrare.
Il volto di Leon Andreakos ora era di nuovo lì a tormentarla: gli zigomi scolpiti, gli occhi scurissimi e profondi che gli conferivano quel piglio arrogante che lei conosceva così bene. Ogni piccolo particolare, ogni centimetro della sua pelle parlavano di lui. E lei li aveva conosciuti tutti intimamente.
Fece una smorfia.
No, in realtà non aveva mai conosciuto Leon Andreakos fino in fondo. Aveva conosciuto il corpodi Leon, e lui il suo... oh, se l'aveva conosciuto! Ma lei non era mai riuscita ad andare oltre, semplicemente perché lui non gliel'aveva mai permesso. Anche quando erano fisicamente vicinissimi, anche nei momenti più intensi in cui ogni piacere veniva condiviso, lui aveva sempre mantenuto un certo distacco tra loro. Non le aveva mai permesso di colmare la distanza che inesorabilmente li separava.
Ora c'era una nota di freddezza nei suoi occhi, e dietro quella freddezza, un dolore che non l'avrebbe mai lasciata. Del resto un uomo come Leon Andreakos non poteva permettere che la sua donna penetrasse la sfera più intima... C'era il rischio che arrivasse a intuire le sue emozioni.
Il massimo che le era concesso era innamorarsi perdutamente di lui.
Chiuse gli occhi, in una fitta di dolore. Aveva accantonato quella storia per quasi cinque lunghi anni, i più amari della sua vita. Dargli libero sfogo non le sarebbe servito a nulla. Avrebbe potuto piangere e disperarsi sull'impossibilità di amare Leon Andreakos; lui non avrebbe comunque ricambiato i suoi sentimenti. Dunque a che scopo tanto dolore, tanto amore?
Ma c'era dell'altro: lui la detestava.
Lei aveva letto l'odio negli occhi di Leon, l'aveva sentito in modo palpabile, come una lama affondata senza pietà nel cuore. La odiava per quello che aveva fatto a lui, alla sua famiglia... a suo fratello. Una nuova emozione la pervase, come un acido iniettato per corroderla dall'interno. Cercò di bloccarla, ma era inutile. Tornava di continuo, inesorabile come una marea, travolgendola con la sua forza.
Colpevole.
Colpevole per Nikos, che era morto per causa sua.
Si sforzò di aprire gli occhi e si ritrovò catapultata nel mondo reale. Reale, non quello che la perseguitava con il ricordo della notte tragica in cui il fratello di Leon Andreakos era morto.
I suoi occhi si concentrarono di nuovo su quanto avevano di fronte. E c'era ancora lei, la giovane donna bionda in abito da sera che ora stava sfiorando con le dita la morbida seta; quasi volesse valutarne la sensualità al contatto con la pelle. A quel punto, proprio mentre Alanna la stava osservando ancora lacerata fra ricordi e realtà, la donna si voltò. Un sorriso le illuminò il volto. Stava salutando qualcuno, e i suoi occhi lasciavano trasparire gioia, piacere... soddisfazione.
E infatti un uomo stava attraversando il reparto a passi lunghi e decisi. Si stava dirigendo verso di lei; anche lui ora sorrideva. La donna si strinse a lui, sempre indossando l'abito che probabilmente lui le aveva regalato, in segno di gratitudine per aver condiviso il suo letto...
Alanna si sentì sul punto di svenire. La stanza le girava attorno, le ginocchia erano diventate di burro, le forze la stavano abbandonando.
Non poteva essere... invece era proprio così. Il sangue le pulsava nelle tempie come un martello pneumatico.
Per la prima volta dopo cinque interminabili anni stava di nuovo guardando in faccia Leon Andreakos.

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