Il milionario e la top model
di JANE PORTER
Estrella Galván, una delle top model più ricercate, è molto più di un viso perfetto e di un corpo mozzafiato. È appena atterrata al Festival di Cannes e ha bisogno di trovare un distributore per il progetto del film cui tiene da impazzire, ma l'unico interessato sembra il milionario playboy Carlo Gabellini. Peccato, visto che per lui le belle donne siano solo bambole senza cervello. La sfida è aperta.
"Lei vorrebbe che io facessi cosa?" domandò Estrella senza riuscire a mascherare lo stupore. Si trovava al ricevimento di gala del Marché International du Film, che era il fulcro del Festival del Film di Cannes. Tutti quelli che contavano erano lì, quella sera.
"Potrebbe essere divertente."
Quell'affermazione la fece arrossire. Ignorando i finanziatori presenti, Estrella incrociò lo sguardo arrogante dello sconosciuto italiano. "Temo che lei abbia sbagliato persona."
Lui inarcò un sopracciglio. "Lei non è Estrella Galvàn, la modella?" Sembrava non curarsi affatto che quello fosse un ricevimento privato e molto esclusivo, per persone con le tasche gonfie e le conoscenze giuste. Il Marché era il luogo in cui si acquistavano film, si acquistavano diritti stranieri e soprattutto si facevano girare cospicue somme di denaro. Ed era anche l'unica ragione per cui Estrella si trovava a Cannes.
A quella domanda, lei si sentì mancare il fiato. "Se non le dispiace, mi sto occupando di affari" tagliò corto.
Gli occhi chiari dell'uomo, di un freddo grigio-argento, rimasero fissi su di lei. "Anch'io."
Dal gruppo dei presenti, tutti uomini, si alzò una mezza risata e un mormorio confuso di voci. Alcuni sembravano divertiti, altri a disagio ed Estrella non poté non avvampare per l'imbarazzo.
"Potremmo divertirci un po'" continuò l'italiano con il suo raggelante sorriso. "Mi chiami."
Poi cercò di infilarle in mano un biglietto da visita satinato, ma lei s'irrigidì e tentò immediatamente di restituirglielo. "Non lo voglio."
"Perché no? Lei ha l'aria di una che sa divertirsi, e a me piacciono tanto le feste."
Perché quell'uomo si stava comportando così con lei? Dove voleva arrivare? Estrella aveva fatto i salti mortali per riuscire a ottenere un invito al ricevimento di gala e sapeva bene che quella era la sua unica possibilità di trovare un finanziatore per il suo film. Il festival, della durata di due settimane, era già a metà e lei non aveva ancora trovato nessuno disposto a supportare il suo progetto. Per Estrella, il film era tutto in quel momento. La sorte delle bambine dipendeva da lei.
"Grazie per il suo interessamento" ribatté la modella a denti stretti, senza abbandonare il suo impeccabile sorriso, "ma gli italiani non rientrano tra le mie preferenze."
Fu come aver rotto la corda di un violino. L'aria si fece pesante e la tensione nella sala divenne palpabile. Estrella provò una sensazione fisica di un'intensità inaudita.
"No?" ribatté lui in tono canzonatorio.
"No." Lei riusciva a percepire il suo respiro, i suoi pensieri. Dentro di sé tremava, scossa dal risentimento.
"Eppure, la sua ultima relazione è stata proprio con un italiano."
Estrella arrossì nuovamente. Perché sorprendersi se quell'uomo conosceva la sua vita sentimentale? Del resto, già normalmente i paparazzi non le davano pace; da quando, poi, l'anno precedente avevano scoperto la sua storia col famoso pilota di auto da corsa Andrea Mossino si erano davvero scatenati.
"E se non ricordo male, lei l'ha scaricato subito dopo il tragico incidente che gli è capitato."
Quella risuonò come il colpo di grazia per il gruppo di finanziatori presenti, che lentamente si allontanarono dalla sala. Estrella si sentì assalire dal panico: maledizione, li stava perdendo! E, con loro, si stava giocando l'unica possibilità di lanciare il film. Non c'era verso di far credere alla gente che il suo progetto era serio, dopo il modo in cui quell'uomo l'aveva trattata.
"Ottimo" aggiunse l'italiano appena i due furono soli. "Ora siamo io e lei, e basta."
Lo sguardo di Estrella divenne minaccioso. Tra le mani, stava stritolando il biglietto da visita di lui. Aveva un film senza finanziatore, un importante documentario che doveva essere distribuito e quell'individuo aveva pensato bene di renderla ridicola davanti a tutti.
"Come ha potuto farlo?" chiese a stento, schiacciata dalla consapevolezza di aver perso un'irripetibile opportunità. Aveva riposto tante di quelle speranze in quella serata... Ci aveva creduto davvero.
"Fare cosa?" chiese lui con noncuranza, le mani nelle tasche dello smoking.
Ma Carlo sapeva bene a che cosa lei si stesse riferendo. Era venuto a sapere che Estrella, una delle indossatrici più richieste a Milano e ormai in Europa, aveva intenzione di recarsi al sontuoso ricevimento del Festival di Cannes. Incuriosito, le aveva fatto avere un invito.
Avendo già visto in azione la modella argentina e sapendo che poteva arrivare a essere molto subdola, voleva scoprire che cosa avesse in mente questa volta. Che cosa ci faceva a Cannes? A cosa, o a chi, stava puntando?
"Perché mi ha umiliata in quel modo" gli urlò piangendo.
Carlo dovette ammettere che era brava. Le lacrime sembravano proprio vere. Se non avesse saputo del male che aveva fatto ad Andrea, avrebbe anche potuto credere al luccichio di quegli occhi color nocciola; invece lei, come la sua ex ragazza Joy, altro non era se non una fredda manipolatrice di abilità inaudita. Donne di quel genere erano sempre alla ricerca di qualche nuova preda.
"Coraggio..." rispose lui facendo cenno a un cameriere e prendendo due calici di champagne dal vassoio d'argento. "Non è poi così grave. La notte è giovane, e il festival è appena cominciato."
"Finirà tra meno di una settimana" ribatté lei, rifiutando lo champagne.
"Sette giorni non sono pochi. Con il suo aspetto incantevole, non le sarà difficile trovare qualche pollo da spennare."
"Pollo da spennare?" ripeté lei alzando il tono di voce. Estrella era letteralmente allibita.
Carlo alzò le spalle e bevve un sorso di champagne. "Insomma, qualche vecchio danaroso."
"È questo che lei pensa stia facendo?"
"Be', lei è una bellissima donna."
Estrella trasalì. "E questo fa di me una... cacciatrice di eredità. Per non dire una di quelle...?"
Era davvero sconvolta, notò lui. Il suo tono risentito la faceva apparire come una ragazzina alle prime armi. Ancora una volta, Carlo dovette riconoscere la sua bravura: come attrice, era molto meglio di quanto si sarebbe aspettato. O forse, la storia con Joy l'aveva soltanto reso meno ingenuo nei confronti delle donne. "Be', quasi, anche se lei ha il fare di una principessa."
"Mi lasci indovinare: ha qualcosa da ridire anche sulle principesse?"
"Be', senz'altro su quelle viziate" rispose lui inclinando il bicchiere per esaltare il perlage dello champagne. "Ma scommetto che lei ritiene di non far parte nemmeno di questa categoria."
"Lei non sa niente di me."
"So quanto basta."
Estrella sentì una morsa allo stomaco. C'erano delle volte in cui odiava la sua carriera, non sopportava che il suo viso e il suo corpo fossero alla mercé di tutti; ma aveva scelto quella strada a soli diciotto anni. Partire per l'Europa per fare la modella era stato il suo biglietto di sola andata per lasciare l'Argentina, e una volta allontanatasi da Buenos Aires non si era più voltata indietro.
"Lei non mi conosce affatto!" ripeté Estrella freddamente. Suo padre era il conte Tino Galvàn, uno dei latifondisti più facoltosi del suo paese e lei l'aveva visto acquistare e rivendere intere regioni senza batter ciglio. Insomma, conosceva bene quel genere di uomini, potenti e arroganti.
"E allora, me lo dica lei chi è" ribatté lui. "Non vedo l'ora di scoprirlo."
Il suo sguardo, sfacciato e indagatore, le stimolò la voglia di scappare. Quell'uomo non si stava limitando a stuzzicarla, la stava letteralmente spogliando con gli occhi, anche se lei era sicura che lui sapesse bene com'era fatto il corpo che si celava sotto i lustrini del suo abito da sera. L'anno precedente, infatti, per pubblicizzare una famosa marca di lingerie, era finita su cartelloni e riviste di mezza Italia con indosso soltanto un completo intimo decisamente osé. "Lei non mi piace affatto" riuscì infine a dire.
"E pensare che mi sono ho smosso mari e monti per farle avere l'invito al ricevimento di stasera."
Estrella si sentì come paralizzata. "Ha spedito lei l'invito?"
"Sì" rispose lui, sorseggiando un altro goccio di champagne senza distogliere lo sguardo dal suo volto.
"Ma lei chi è?"
Lui sorrise. "Le ho dato il mio biglietto da visita."
L'aveva ancora in mano, accartocciato. Lo spiegò e lisciò la spessa carta satinata per dargli un'occhiata. Un nome. E un numero di telefono. Nient'altro.
Lesse il nome. Carlo Gabellini.
Estrella si sentì svenire.
"Qualcosa non va, signorina Galvàn?"
Lei alzò lo sguardo, la bocca asciutta. Non poteva essere proprio lui. Carlo Gabellini era a capo di una banca d'investimento e rappresentava il principale sponsor di Andrea, il denaro dietro la sua auto e i due milioni versati sul suo conto nel corso dell'anno precedente.
Carlo piegò la testa di lato e sorrise con benevolenza. "Andava ancora a letto con Andrea, quando decise di prosciugargli il conto corrente, o è stato dopo l'ictus?"