Il milionario e la top model
di JANE PORTER
Estrella Galván, una delle top model più ricercate, è molto più di un viso perfetto e di un corpo mozzafiato. È appena atterrata al Festival di Cannes e ha bisogno di trovare un distributore per il progetto del film cui tiene da impazzire, ma l'unico interessato sembra il milionario playboy Carlo Gabellini. Peccato, visto che per lui le belle donne siano solo bambole senza cervello. La sfida è aperta.
"Sposami" ripeté Carlo.
Quelle erano le parole più dolci che si fosse mai sentita rivolgere, pensò Estrella. Lui conosceva i suoi obiettivi, i suoi sogni, le sue passioni... e desiderava comunque stare con lei. Incredibile! Gli occhi le si inumidirono e un improvviso groppo alla gola quasi le impedì di rispondere. "Non posso..."
Lui la teneva stretta, le mani sulle sue spalle. "Perché no?"
"Sarei una pessima moglie."
"Non è vero."
"Invece si. Specialmente per un Gabellini. I Gabellini sono ricchi e potenti... e importanti. Siete come i Galvàn in Argentina. Siete tutto ciò che non voglio più essere."
"Ma, tesoro..."
"No." Gli occhi le bruciavano, mentre lacrime di fuoco le rigavano le guance. "Ti prego, non discutere. Renderà soltanto le cose più difficili. Non abbiamo gli stessi obiettivi, Carlo. Le nostre vite hanno imboccato strade diverse."
Durante il viaggio di ritorno verso Cannes, la tensione tra loro due era quasi tangibile. Arrivati al Carlton, Carlo spense l'auto e si voltò verso di lei, l'espressione severa. "Non capisco perché pensi che non possa funzionare tra noi."
"Quello che c'è tra noi ora... non durerà" replicò lei con occhi tristi. "Tra meno di una settimana, Cannes tornerà alla normalità: niente più cartelloni, via il tappeto rosso, tutti a casa. Noi compresi. La nostra storia fa parte della magia di questo posto, ma la realtà è un'altra. Questo non è il mio mondo. La mia vita è a Tamil Nadu."
Carlo diventò pallido, gli occhi intrisi di paura. "Non devi per forza andare in India, per aiutare quelle bambine" replicò lui infervorandosi. "Puoi raccogliere fondi da qui. Puoi sensibilizzare la gente sull'argomento senza necessariamente metterti in prima linea."
"Se non sono lì, non saprò mai se il denaro raccolto verrà speso bene. Devo essere sicura che le bambine ricevano tutto ciò di cui hanno bisogno. Non posso starmene qui tranquilla e sperare che le cose vadano per il verso giusto. Devo monitorare personalmente la situazione."
Carlo serrò la mascella. Lo sguardo si rabbuiò. "Non dai neanche una possibilità alla nostra storia?"
"Non posso, Carlo. Ma sappi che ti amo davvero. E che, forse, ti amerò sempre."
"Mi stai dicendo addio, allora?"
Come odiava quelle parole, e come le odiava dette in quel modo. Non le era per niente facile, ma non poteva assolutamente abbandonare le bambine al loro destino. Aveva fatto una promessa. "Non proprio addio" riuscì a mormorare infine, la voce rotta dall'emozione. "Che ne dici di au revoir? Fino alla prossima volta."
"No, io odio gli arrivederci e... "
Estrella lo interruppe con un bacio, chiuse gli occhi e raccomandò a se stessa di non dimenticarsi mai della forza, del calore e dell'enorme generosità di quell'uomo. E soprattutto di quanto l'amava.
Trattenendo a stento le lacrime, gli sussurrò in un orecchio: "Non ti dimenticherò mai. E non dimenticherò mai quello che hai fatto per me e per le bambine."
Prima che lui potesse rispondere, lei scivolò fuori dalla macchina e scomparve dietro le porte del Carlton. Una volta dentro, poté finalmente dare libero sfogo alle sue lacrime di dolore.
Quella sera stessa sul tardi, Estrella notò due buste che qualcuno aveva infilato sotto la porta della sua stanza. Le raccolse e si sedette sul letto per aprirle.
La prima busta era di una carta spessa color crema e conteneva un invito. La signora è gentilmente invitata dall'Integro Investment Bank per la prima del film One Heart, ore 7, Hotel Riviera.
L'evento che Carlo aveva promesso.
Con le mani che le tremavano, aprì anche la seconda busta e vi trovò un biglietto di prima classe per Nuova Delhi. Era, notò con le lacrime agli occhi, di sola andata.
Il giorno dopo, si preparò per la serata con la massima cura: si vestì, si truccò, si acconciò i capelli come avrebbe fatto un guerriero in procinto dello scontro finale. E, in un certo senso, Estrella si sentiva proprio così. Quella sera, avrebbe incontrato Carlo per l'ultima volta, prima di rinunciare per sempre a lui.
Osservò il proprio volto pallido riflesso nello specchio e si intimò di essere forte, perché quella sarebbe stata una serata molto difficile. Non permettere al loro amore di prendere il volo era frutto di una decisione molto sofferta, e sapeva bene che entrambi ne avrebbero patito.
Diede l'ultimo ritocco al trucco e si aggiustò l'abito di seta su cui erano applicati qua e là piccoli fiori viola con lustrini incastonati. Era un vestito piuttosto stravagante, genere Hollywood, ma quella sera Estrella doveva interpretare ancora una volta la parte della modella affascinante. Doveva attirare su di sé i flash dei fotografi e della stampa per fare in modo che One Heart ottenesse tutta l'attenzione possibile.
Carlo le aveva mandato la Limousine con l'autista. Sulla strada verso l'Hotel Riviera, Estrella notò che il cielo era illuminato a giorno. Quando l'auto parcheggiò accanto alla spiaggia, lei capì che tutte quelle luci erano per la prima del suo film, e avevano attirato una nutrita folla di gente.
Era stupefatta. Carlo aveva pensato a tutto. I riflettori puntati su di lei, il tappeto rosso sotto ai suoi piedi, la stampa assiepata ai lati proprio come per l'arrivo di una grande regista.
Com'era riuscito a organizzare tutto in soli tre giorni? Aveva fatto montare lo schermo, organizzato il ricevimento, interessato i giornalisti... era persino riuscito a recuperare un tappeto rosso. Per lei.
A quel punto, Estrella perse la sua compostezza. Era così felice. Gli era così grata. Non aveva mai incontrato un uomo come Carlo prima di allora ed era sicura che non avrebbe più avuto uno fortuna simile.
Lui l'aspettava all'interno del padiglione allestito sulla spiaggia. Indossava lo smoking, l'abito delle grandi occasioni.
Estrella sentì una stretta al cuore quando lo vide. Carlo si ergeva in tutta la sua eleganza e sicurezza, eppure si era dimostrato così protettivo nei confronti di lei e dei suoi sogni.
"Sei stupendo" si complimentò appoggiandogli una mano sul braccio e sollevandosi sulle punte dei piedi per dargli un bacio sulla guancia.
Ma lui voltò la testa e il bacio arrivò sulla bocca. "Ti amo" le disse.
Gli occhi le bruciavano e aveva il petto stretto in una morsa. Estrella stava soffrendo. Ma non poteva cedere. Le bastava ripensare alle bambine per capire che doveva andare laggiù e occuparsi di loro.
"Ti amo anch'io" sussurrò lei prima di essere circondata e allontanata da stampa e compratori di varie nazionalità.
Il grande tendone bianco si trasformò in un'enorme sala di proiezione, gli ospiti in abito da sera si accomodarono sulle sedie o su teli stesi sulla sabbia. Le luci si affievolirono e il proiettore venne acceso, mandando in onda la prima delle due bobine del film.
Durante la visione, alcuni network televisivi, piccole reti locali, ma anche grandi nomi del broadcast americano, ripresero parte del documentario. Erano presenti tutti quelli che contavano, e si vociferava che il film avrebbe potuto addirittura vincere un Oscar o concorrere al prossimo Festival del Film.
La serata fu un grande successo. Gli ospiti se ne andarono. Il tendone venne smontato ed Estrella tornò nel suo albergo dove si cambiò d'abito, fece le valigie e saldò il conto del soggiorno.
All'aeroporto di Nizza, Estrella passò il checkin e si sedette in attesa della chiamata del suo volo. Ad un tratto intravide una figura famigliare: un uomo dai capelli scuri che leggeva un giornale.
Estrella rimase pietrificata. Carlo? All'aeroporto?
"Cosa ci fai qui?" gli chiese parandosi davanti a lui, proprio quando l'altoparlante invitava i passeggeri a prepararsi all'imbarco.
Carlo sollevò lo sguardo dal giornale, fingendosi sorpreso. "Oh, Estrella, anche tu qui? Che coincidenza!"
"Non ci provare nemmeno: dimmi subito che cosa ci fai qui e dove avresti intenzione di andare."
Lui si alzò. "Be', sto prendendo un aereo, sono diretto in India."
"Non puoi... ci sto già andando io."
"Destino" sospirò lui con sguardo malizioso.
"No, non è destino. È un errore."
"Nessun errore." Carlo le mostrò il biglietto aereo. Il posto prenotato era quello accanto al suo. "Vedi? Tutto regolare."
"Ma... perché?"
"Perché tu vai laggiù, e voglio venirci anch'io. Qualcuno dovrà pure tenerti d'occhio, no?"
L'amava. Gliel'aveva già detto, ma in quel preciso istante Estrella non ebbe più alcun dubbio. Se lo sentì dentro: nelle ossa, nel profondo del cuore. Carlo sarebbe stato con lei, al suo fianco; dopo una vita di solitudine, una simile prospettiva le sembrava paradisiaca.
Eppure, le era rimasta ancora una remora. Sapeva a cosa stava rinunciando Carlo, e quanto sacrificio gli sarebbe costata quella scelta. "Ma la tua società. La tua famiglia... "
"Non importa. Lo sto facendo per te, Estrella, ma in fondo anche un po' per me. Se il mio aiuto può essere utile alle bambine, allora voglio esserci anch'io"
Gli occhi di Estrella si riempirono di lacrime. "Nel posto in cui andiamo non ci sono alberghi di lusso."
Carlo l'attirò a sé e le cinse la vita con le braccia. "Lo so, cara. Mi accontenterò di un sacco a pelo, una zanzariera e una bottiglia d'acqua."
"Quindi sai che ci sono molti insetti."
"Sì, tesoro. So anche questo." Abbozzò un sorriso e aggiunse: "Ma penso di potermela cavare comunque, se questo significa passare un anno intero della mia vita con te."
"Soltanto uno?"
"Be'... in realtà dipende se vuoi sposarmi o no."
"Certo che sì!" Estrella gli gettò le braccia al collo e avvicinò la bocca alla sua. "Carlo Gabellini, io ti amo e voglio sposarti. Voglio passare il resto della mia vita con te."
"Me lo metti per iscritto?"
Estrella scoppiò a ridere, si sentiva il cuore leggero come non le capitava da anni. "Non è necessario. Non abbiamo altra scelta, dobbiamo stare insieme. Destino, ricordi?"