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Il milionario e la top model

di JANE PORTER

Estrella Galván, una delle top model più ricercate, è molto più di un viso perfetto e di un corpo mozzafiato. È appena atterrata al Festival di Cannes e ha bisogno di trovare un distributore per il progetto del film cui tiene da impazzire, ma l'unico interessato sembra il milionario playboy Carlo Gabellini. Peccato, visto che per lui le belle donne siano solo bambole senza cervello. La sfida è aperta.

Capitolo 4

Avevano cancellato la sua Prima?
Quella notizia ebbe l'effetto di una doccia ghiacciata. Accidenti! Quella era la sua ultima possibilità di trovare qualcuno interessato a finanziare il progetto. "Non può essere... ho messo cartelli e fatto pubblicità ovunque."
"Ci deve'essere stato qualche malinteso. Pare che il teatro…"
Carlo non ebbe il tempo di terminare la frase. Estrella aveva già agganciato, si era precipitata fuori dal letto e stava indossando in fretta e furia le prime cose che le capitavano sotto mano.
Raggiunse la hall in meno di tre minuti. Quando si aprirono le porte dell'ascensore, lei si stava ancora raccogliendo i capelli in un elastico. Carlo la stava aspettando.
"Cosa sta succedendo?" gli domandò sistemandosi la camicia verde semitrasparente nei jeans scoloriti.
Carlo le allungò un caffè in un bicchierino di plastica. "Andiamo, ho la macchina che ci aspetta qui fuori. Ti accompagno agli uffici del Festival."
Una volta seduta nel retro della Limousine, Estrella riuscì a mala pena a tenere in mano il caffè tanto le tremavano le mani. "Io non capisco."
"Ho chiesto delle informazioni" spiegò intanto lui.
"Perché?"
"Ero curioso. Volevo sapere qualcosa di più sul tuo progetto."
"Perché non credevi che ci fosse davvero un progetto. Oppure sbaglio?"
"Estrella, sei una modella."
"Vai al diavolo!" replicò lei inferocita. Poi si sporse in avanti per bussare sul vetro che separava il retro della macchina dall'autista. "Si fermi, la prego. Voglio scendere."
Carlo le mise una mano sul braccio. "Non essere sciocca. Siamo quasi arrivati."
Lei si liberò della sua presa. "Non m'interessa. Non ho bisogno dei tuoi giudizi. La mia vita è già abbastanza difficile senza che ti ci metta anche tu."
L'autista accostò. Estrella raccolse velocemente la borsa e il raccoglitore contenente le informazioni sul progetto, compresi testo, biografia e obiettivo del film.
Carlo soffocò a stento un'imprecazione. "Sto cercando di aiutarti, Estrella!"
"Aiutarmi?" ribatté lei stringendo forte la maniglia della portiera. "Proprio come hai fatto ieri sera al Majestic, vero? Be', smettila subito. Come vedi, il tuo sostegno non mi giova."
Estrella scivolò fuori dalla macchina di Carlo e si precipitò agli uffici del Festival. Ma lì, la sua disperata richiesta di aiuto fu accolta quasi con indifferenza.
"La sala non è più disponibile" le rispose la donna allo sportello, senza alzare gli occhi dalla pila di carte che stava sfogliando.
Estrella appoggiò il pesante raccoglitore sulla scrivania dell'impiegata. "Ma come? Perché?"
"La sala proiezioni Riviera aveva una doppia prenotazione. Uno dei due film doveva essere cancellato. Il suo."
"D'accordo. Ma io avevo prenotato quello spazio da settimane." Estrella frugò nella borsa alla ricerca della cedola di conferma. "Ecco, ho la ricevuta."
"Quello è solo un pezzo di carta. Tutti ce l'hanno, come tutti hanno un film. Siamo a Cannes, signorina."
Estrella strinse tra le dita il foglio che aveva in mano, lo stomaco serrato in una morsa. "Ci deve pur essere qualcosa da fare."
"Io non posso aiutarla in alcun modo."
Estrella rimase allibita. "Quando è stata presa la decisione di cancellare il mio film, mi scusi?"
La donna bofonchiò qualcosa in francese, poi si spostò sul suo computer e aprì un file. "Ieri sera tardi" rispose alzando lo sguardo su Estrella. "Si è svolta una riunione dopo il ricevimento di gala al Majestic."
Il ricevimento di gala. Era l'evento a cui aveva partecipato la sera precedente. E la proiezione del suo film era stata annullata appena dopo… che Carlo l'aveva screditata davanti a tutti. Allora, non c'era più speranza.
Senza parole, Estrella uscì dall'ufficio, le spalle curve per la delusione. Il bagliore del sole la costrinse a socchiudere gli occhi. Dopo aver abituato la vista alla forte luce, scorse Carlo Gabellini appoggiato alla macchina parcheggiata.
Ebbe un moto d'ira. Il controllo di sé, la pazienza, le prospettive future, passò tutto in secondo piano. Si diresse verso di lui con sguardo assassino. "Sei stato tu!" gli urlò. "È tutta colpa tua. La proiezione è stata cancellata dopo la tua stupida messinscena."
"Aspetta, aspetta!" replicò lui alzando le mani. "Calmati."
"Calmarmi? Neanche per sogno. Sono venuta qui perché il mio film venisse distribuito, e tu hai mandato in pezzi il mio progetto. E anche la mia reputazione. Come fai a calpestare le persone in questo modo? Con che coraggio riesci a guardarti allo specchio la mattina, signor Gabellini?"
"Io non…"
Il cuore le batteva all'impazzata e le tremavano le mani. Tutto questo non sarebbe successo se lui si fosse fatto gli affari suoi. "Sai bene che tutte le sale sono prenotate da mesi, alcune addirittura dalla fine del festival dell'anno scorso. Non c'è modo di trovare uno spazio disponibile così all'ultimo momento."
Carlo corrugò la fronte. "Mi dispiace."
Lacrime amare le pungevano gli occhi, ma Estrella avrebbe preferito andare all'inferno piuttosto che farsi vedere piangere. "Non ti dispiace affatto, l'hai fatto di proposito. Mi hai delegittimato come produttrice di film." Si strinse il raccoglitore al petto. "Ma sappi, Carlo, che non hai fatto del male a me, ma a decine di ragazzine."
Aprì il fascicolo e gli mostrò una pagina di fotografie in bianco e nero. "Tutte queste bambine sarebbero state uccise subito dopo la nascita. E perché, secondo te? Perché sono femmine. In alcuni villaggi del Tamil Nadu, la nascita di una figlia femmina è considerata una maledizione per la famiglia."
Alzò la testa e lo scrutò con occhi pieni di dolore e risentimento. "One Heart narra la storia di un orfanotrofio costruito nel sud dell'India per cercare di salvare delle bambine che nessuno vuole. One Heart racconta di persone che si stanno dando da fare per cambiare le cose, malgrado le condizioni di estrema povertà in cui vive la popolazione."
Strappò la pagina dal raccoglitore e gliela tirò addosso. "La gente doveva vedere questo film. E l'avrebbe fatto, se non fosse stato per colpa tua."
Carlo fissò lo sguardo sulle fotografie. Erano circa una dozzina e raffiguravano per la maggior parte delle bambine molto piccole, tra gli uno e i tre anni. Avevano dei bellissimi occhi scuri ed espressioni tristi. "Non ho cancellato io il tuo film" replicò calmo. "Non ti avrei mai fatto una cosa del genere."
"Ma tu mi hai messo in imbarazzo davanti a tutti."
Carlo non ricordava altre situazioni in cui si fosse sentito così piccolo e meschino. Estrella aveva ragione. Lui l'aveva messa in imbarazzo. Deliberatamente. Aveva pensato che lei fosse alla ricerca di qualcuno da usare per raggiungere i suoi scopi di fama e ricchezza, proprio come Joy aveva fatto con lui. D'altra parte, questo era quello che gli aveva raccontato Andrea. Ma evidentemente aveva mentito. Estrella non era fredda ed egocentrica come Joy.
"Perché l'hai fatto?" insistette lei con rabbia.
Lui deglutì a fatica, oppresso dal senso di colpa. "Volevo proteggere gli altri." Dio, che parole inconsistenti, che debole scusa! "Sei stata con Andrea finché era ricco, ma poi, dopo l'incidente, dopo che ha perso tutto, tu sei scomparsa."
Estrella scosse la testa, le labbra tremanti di dolore e risentimento. "Per tua informazione, non ho usato Andrea, ma è lui che ha usato me. Mi ha svuotato il conto corrente e, mentre stava con me, se la faceva con altre donne a mia insaputa. E quando ha avuto quell'ictus, non era solo. Era in un letto, nudo, a sniffare quella dolce polverina bianca con una delle mie migliori amiche."

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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