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Il mio cuore per un principe

di CAROL MARINELLI

Può una governante di palazzo diventare la moglie perfetta per un principe dongiovanni? Quando Benito Fortesque di Contarini arriva in visita nell'isola di Niroli, alla cameriera di palazzo Alisa Moretti viene assegnato il ruolo di governante. Orfana dall'adolescenza e con la sorella più giovane a cui badare, Alisa ha un disperato bisogno di lavorare per tirare le fila della propria esistenza e pagarsi un'istruzione che le garantisca una vita migliore. Ma non ha fatto i conti con la "pericolosa" attrazione per il principe playboy.

Capitolo 1

"Bisogna che ti sistemi un po', Alisa!" Intenta a preparare il vassoio, Alisa fece del suo meglio per non farsi ferire dalle osservazioni impertinenti della cuoca, Maria. "Il principe Benito gradisce che il personale sia immacolato. Se non ti sforzerai un po', non manterrai a lungo questo lavoro."
"Lo farò" assicurò Alisa annuendo. "È solo che sono arrivata qui di corsa. Avevo appena scoperto che mi era stato offerto il posto. Sono dovuta correre a casa per cercare qualcuno che badasse a Marietta."
"Non usare sempre la bambina come scusa" replicò Maria pungente. "Una donna nella tua sfortunata posizione può ritenersi fortunata che le sia stato proposto di fare da governante nella villa del principe Benito. Sai quante cameriere sarebbero più che liete di prendere il tuo posto? Dovresti presentarti con i capelli legati e magari anche con un po' di trucco. Non stai più pulendo i camini, adesso! Devi adeguarti alla posizione che hai."
"Lo farò, Maria..." Il vassoio tra le mani, Alisa imboccò il lungo corridoio, la nuova uniforma candida che si muoveva leggermente a ogni passo, le scarpe immacolate dalla spessa suola di gomma che non producevano il minimo rumore toccando il pavimento di marmo più che lucido. Con una lieve smorfia aggiunse la parola sistemarsi all'infinito elenco di cose urgenti che doveva fare.
Doveva.
Aveva bisogno di questo lavoro. Anche se gli orari erano impossibili, anche se stare al passo con la vita piena di impegni del principe Benito significava vedere a malapena Marietta mentre lui era lì a Niroli. Sì, ne sarebbe sicuramente valsa la pena. Alzando la mano per bussare alla porta della sua camera da letto, Alisa si accorse che stava leggermente tremando.
Come cameriera di palazzo, era abituata a confrontarsi con l'esistenza dorata e senza pensieri dei reali, ma sempre tenendosi a una certa distanza, lavando loro lenzuola e piatti, pulendo i pavimenti. Inosservata e non necessaria.
Fino a quel momento!
Il principe Benito aveva fatto la sua entrata trionfale a Niroli appena tre sere prima. Ospite del cugino, l'adorato per quanto reprobo principe Luca Fierezza, Benito era salpato con il suo yacht da sessanta metri dalla vicina isola Contarini, e durante la breve permanenza sull'isola di Niroli non aveva mancato di farsi riconoscere, come del resto accadeva di solito durante le sue frequenti visite. Nei corridoi di palazzo erano circolati pettegolezzi di lunghe serate di giochi e feste, e la prima vittima delle sue maniere brusche era stata la fidata e scrupolosa governante Bianca, licenziata in tronco per avere apparentemente alzato gli occhi al cielo alle eccessive pretese della sua ultima fiamma, Victoria. La seconda vittima era stata la stessa Victoria, cacciata dal principe, come si mormorava, per aver alzato a sua volta gli occhi davanti a una delle sue eccessive richieste.
Alisa si augurava di non aggiungersi all'elenco.
Due tocchi delicati sulla porta, un istante di educata attesa, ed entrò, trattenendo per un istante il fiato con la stessa forza con cui stringeva il vassoio, gli occhi che faticavano ad abituarsi al buio.
"Il caffè, Sua Altezza."
A quanto pareva, il principe detestava le conversazioni inutili. Un breve cenno di saluto sarebbe bastato, era stata istruita. Poi doveva versargli il caffè mentre si svegliava, sistemargli la tazza sul comodino, tirare le tende e preparargli il bagno.
A quel punto avrebbe potuto riprendere a respirare normalmente.
In quel frangente, però, non era tanto la sua condizione di principe a turbare Alisa mentre avanzava nella stanza. Non era nemmeno il bisogno disperato che aveva di tenere quel lavoro. No, ciò che faceva tremare i suo nervi di ventunenne nel trovarsi lì di fronte a lui era qualcosa di più elementare. Non era mai stata nella camera da letto di un uomo prima di allora. Almeno non alla presenza del legittimo occupante.
Non si era mai trovata di fronte a un uomo che dormiva.
Benito giaceva prono sull'ampio letto, i cuscini gettati sul pavimento, la mano abbandonata di lato come se fosse su un materassino e sfiorasse l'acqua sotto di lui. Persino nella semioscurità era bellissimo, molto più di quanto non apparisse nelle fotografie che lei aveva visto. Spalle larghe, capelli corvini, mascelle scolpite e cesellate alla perfezione, naso aquilino e due labbra carnose, leggermente aperte. Mentre Alisa gli versava il caffè della mattina, le sopracciglia gli si inarcarono appena. Era ovvio che considerasse quel servizio come dovuto.

Dove diavolo si trovava?
Allungando le gambe, Benito non incontrò nulla. Non era abituato a uno spazio vuoto nel proprio letto. Con indolenza aprì un occhio, ma anziché riprendersi, lottò per non destarsi, assaporando il profumo dolce e femminile che gli riempiva le narici, la voce carezzevole che l'aveva svegliato, e guardando di sottecchi le dita lunghe e affusolate che con un lieve tremito gli stavano servendo il caffè.
"Che ore sono?"
"Le undici." La voce ora proveniva dall'altra parte della stanza. Benito si girò verso il suono, mettendosi a sedere e osservando la ragazza che stava tirando i pesanti tendaggi. Riccioli scuri, mollemente trattenuti, le sfioravano il dietro dell'abito, il taglio senza forma e voluminoso della stoffa ad accentuarle le braccia e le gambe sottili. Chissà com'era, a guardarla dal di fronte?
"Desidera che ora le prepari il bagno?"
Quando si voltò, il sole alle sue spalle le mise in ombra il volto, ma mentre gli si avvicinava, lentamente gli fu possibile metterlo a fuoco. Morbidi ricci le incorniciavano il delizioso viso, gli occhi scuri timidamente abbassati, le labbra piene e rosee che si muovevano imbarazzate mentre gli parlava e, notò Benito, i metri di stoffa che le coprivano il corpo senza, comunque, riuscire a nascondere del tutto la splendida curva dei seni.
Desiderando essere ancora sdraiato, mentre la ragazza si chinava su di lui per servirgli il caffè, Benito sollevò le ginocchia. Gli occhi scuri non erano neri, ma del verde più profondo, e quel profumo vanigliato stava momentaneamente superando l'aroma forte del caffè, turbandolo nel profondo.
"Desidera fare un bagno, signore?" gli domandò ancora Alisa. Afferrandole la tazza dalla mani, Benito decise che doveva scoprire qualcosa di più su di lei. Erano tre notti che dormiva da solo e quella cameriera era davvero attraente.
"Sì." Il suo leggero cenno del capo avrebbe dovuto servire a congedarla. Bianca, la sua vecchia governante, l'avrebbe colto al volo, ma la ragazza, chiaramente a disagio nel proprio ruolo, rimase lì ferma, mordendosi con nervosismo il labbro inferiore ed esitando a rivolgergli ancora la parola.
"Posso fare qualcos'altro per lei?"
Un sorriso impercettibile increspò le labbra di Benito, un pensiero del tutto inappropriato che gli si faceva strada nella mente. Quella cameriera era davvero splendida. La tentazione di spostare le lenzuola e spiegarle esattamente cosa avrebbe potuto fare per lui era fortissima, e probabilmente per la prima volta in venticinque anni, di fronte alla propria depravazione, Benito arrossì.
"Metta in ordine il bagno" le ordinò congedandola con un cenno deciso della mano. "C'è un sacco di roba da donne in giro. Voglio che sparisca tutta. Sono stufo di guardare quelle schifezze. Le butti via, per favore."
"Certo."
Mentre lasciava scorrere l'acqua per riempire la vasca, aggiungendo olio profumato e preparando gli asciugamani, Alisa scorse la propria immagine riflessa nel grande specchio. Con quei ricci impazziti e quella carnagione arrossata, come sarebbe riuscita a sistemarsi senza nessuno strumento del mestiere? Tutto quello che guadagnava aveva già una precisa destinazione. Affitto, medicine per Marietta, i libri per la scuola serale e, nella migliore delle ipotesi, anche del cibo!
E se non avesse buttato via proprio niente?
Aprendo un rossetto, proprio come una bambina persa nella borsa dei trucchi della madre, Alisa avvicinò il cilindretto colorato alle labbra. La tentazione di provarlo era irresistibile.
"Cosa sta facendo?"
Il senso di colpa la fece sobbalzare. Alisa non sapeva da quanto il principe fosse lì a guardarla, solo un asciugamano a coprirgli i fianchi scolpiti. Benito le si avvicinò, guardando la sua immagine nello specchio. La osservò con severità mentre arrossiva fino alla radice dei capelli per l'imbarazzo, non tanto per essere stata scoperta, ma per quello che di sicuro sarebbe successo.
Non c'era alcun dubbio che il suo tempo come governante fosse finito ancora prima di cominciare.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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