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Bentornato, amore mio!

di REBECCA WINTERS

Jean-Jacques Armentier è appena giunto a St. Paul de Vence, nel sud della Francia, per assumere il ruolo di Amministratore Delegato alla Giraud Cosmetics Corporation. Mentre la sua famiglia freme di gioia per il suo ritorno a casa dopo cinque anni di assenza, e gli impiegati dell'azienda sono compiaciuti, una donna non è per niente ansiosa di vederlo di nuovo.

Cinque anni prima, Jean-Jacques ha spezzato il cuore di Nicole Giraud. Adesso lei vuole sapere perché se n'è andato e, soprattutto, perché è ritornato.

Capitolo 3

Sarebbe andato al party della madre di Nicole?
Nicole era in piedi e immobile, gli occhi scuri e vellutati, in attesa di una risposta.
«Ho già detto a Giselle di rispondere affermativamente all'invito di tua madre. Adesso, se mi vuoi scusare, dovrei cercare l'indirizzo della signora Honfleur per consegnarle il suo assegno.» Ansioso di allontanarsi da lei, prese dalla tasca le chiavi della macchina.
«Vive sopra il negozio del marito» lo informò Nicole prima che raggiungesse la porta. «È il tabaccaio che sta vicino a Place de Seurat. Sai... dove eravamo soliti comprare i dolci al cioccolato quando andavamo alla spiaggia» aggiunse in un sussurro.
Jean-Jacques avrebbe preferito che non avesse nominato quelle delizie al cioccolato. Ne avevamo mangiate a chili, su quella striscia isolata di sabbia, guardando le barche al largo. Ma lui non aveva mai visto altro che il suo sorriso accattivante, e niente gli era parso tanto dolce quanto le sue labbra che sapevano di arancia, menta o fragola, con un fondo di cioccolato.
E anche adesso erano una tentazione di cui avrebbe fatto volentieri a meno.
Jean-Jacques chiuse gli occhi, mentre la sua mente lavorava febbrilmente: anni prima, Auguste Giraud aveva capito bene quello che stava succedendo tra lui e sua figlia... e di sicuro lo riteneva assolutamente inadatto a lei. Per questo aveva aspettato il momento giusto per fare l'offerta che l'avrebbe allontanato da Nicole.
Sapeva che Jean-Jacques aveva già in programma di lasciare Vence per andare a studiare a Lione. Ormai era un uomo, con i desideri di un uomo, e non avrebbe potuto continuare a ignorare ciò che Nicole suscitava in lui. Così Auguste gli aveva ventilato la possibilità di andare a Parigi... ben più distante di Lione, abbastanza lontano perché non potesse tornare durante i fine settimana.
E infatti lui non era tornato. L'unica cosa che gli aveva fatto considerare libera la via di casa era stata la convinzione che Nicole fosse in Inghilterra a organizzare il suo matrimonio... e che sarebbe rimasta a vivere a Londra. Ma ora tutti i suoi piani gli stavano scoppiando in mano.
Appena avesse trovato la signora Honfleur, sarebbe andato a casa e avrebbe chiamato Dominic Giraud a New York. Era stato il fratello maggiore di Nicole a offrirgli il posto di direttore generale, ed era a lui che doveva rassegnare le dimissioni. Sperava solo che riuscisse a trovare un sostituto prima dell'inizio del nuovo anno.
«Grazie per l'informazione. A presto, Nicole.» Si allontanò, deciso a mettere quanta più distanza possibile tra loro. Se tutto fosse andato come progettava, non c'era ragione perché dovesse incontrarla ancora, si disse sforzandosi di ignorare il senso di vuoto che questo pensiero gli procurava.
Dopo che se ne fu andato, Nicole restò in piedi a lungo, scossa da un tremito. C'era qualcosa che non andava. Se il suo istinto era giusto, e non aveva alcuna ragione per pensare che non lo fosse, Jean-Jacques aveva paura a restare solo con lei. Perché? Non aveva senso. Non dopo quello che avevano condiviso.
Santo cielo, si conoscevano fin da quando erano bambini! Jean-Jacques aveva sempre fatto parte della sua vita, del suo mondo. All'inizio era stato il ragazzo più grande che l'aveva presa in giro, e qualche volta aveva giocato con lei quando suo padre era andato a trovare il padre di lei. Più tardi, quando era divenuto un affascinante rubacuori, Nicole l'aveva adorato come tutte le cotanee, finché non era stata abbastanza grande da provare desiderio. Nell'adolescenza avevano condiviso un'intensa attrazione, e una volta donna lei aveva capito che lui era l'uomo che voleva come marito, e come padre dei suoi figli.
E lui voleva lei.
Jean-Jacques non gliel'aveva mai detto, ma lei sentiva quanto la desiderasse ogni volta che la stringeva tra le braccia, ogni volta che divorava la sua bocca con un irrefrenabile desiderio di farla sua.
Troppo irrefrenabile perché lui adesso potesse starle vicino come se fosse una semplice, vecchia conoscenza.
Se pensava che la faccenda finisse così, be', si sbagliava di grosso! Jean-Jacques le doveva una spiegazione. Nicole doveva chiudere con quella amara vicenda per poter continuare la sua vita. Adesso che lui era tornato, non avrebbe sprecato un altro secondo a torturarsi sul passato.
Girando su se stessa, lasciò l'asilo e si diresse alla macchina. Domani mattina, si disse. Non aveva mai usato prima il suo nome per ottenere quello che voleva, ma c'era sempre una prima volta...
* * *
«Jean-Jacques?»
«Sì, Giselle?»
«Nicole Giraud è qui e vuole vederti.»
Jean-Jacques avvertì un brivido gelido. Un conto era allontanarsi da lei come aveva fatto il giorno prima, ma non poteva certo rifiutarsi di vedere Nicole nel suo ufficio, quando era la sua famiglia che gli pagava lo stipendio!
Accidenti a Dominic Giraud, che era introvabile... La sua segreteria telefonica diceva che era in vacanza e non sarebbe tornato prima dell'inizio dell'anno. L'unica cosa che aveva potuto fare era stato lasciargli un messaggio per avvertirlo che c'era stato un errore e chiedergli un incontro per rassegnare le proprie dimissioni.
«Dille pure di entrare, Giselle.»
Si ripromise di restare impassibile, ma nel momento in cui la vide, con un abito di lana rosso ciliegia, restò senza fiato. I suoi colori scuri erano valorizzati dalla tinta accesa, il taglio di uno stilista famoso rendeva giustizia al suo corpo stupendo e alle sue lunghe gambe. Era impossibile per lui guardare qualsiasi altra cosa.
Per Nicole era una novità, presentarsi in ufficio per parlare con lui. «Grazie per avermi ricevuta. So quanto sei occupato.» Emise un leggero sospiro mentre si sedeva nella poltroncina davanti alla scrivania. Le sue guance si erano accese, e lui pensò che fosse a causa del freddo esterno.
«Sei sempre la benvenuta, Nicole, lo sai. Cosa posso fare per te?» le domandò come se parlasse con uno dei suoi dirigenti.
Mio Dio, i suoi occhi scintillavano come se fosse eccitata nel vederlo... Non era cambiato nulla in quei cinque anni! Ma nessuna promozione o titolo poteva cambiare il fatto che lui fosse ancora un Armentier. Erano adulti, adesso, e c'erano dei confini che non potevano essere varcati. Nicole era sempre stata fuori dalla sua portata, e sempre lo sarebbe stata. Prima avesse lasciato Vence, e meglio sarebbe stato.
Quando Dominic gli avesse chiesto perché ci avesse ripensato, gli avrebbe risposto la verità. E cioè che era - ed era sempre stato - innamorato di Nicole. Dominic era un uomo, e avrebbe capito. Una volta che l'avesse ascoltato, l'avrebbe lasciato andare senza opporsi.
«Gli anni scorsi, io e Dominic abbiamo sempre fatto dei regali ai bambini dopo la rappresentazione natalizia, durante il party che si terrà alla villa. Volevo chiederti se potresti venire con me a comprare i doni, visto che Dominic non c'è.»
* * *
Jean-Jacques soffocò un gemito. Un tempo, lui e Nicole compravano sempre insieme i regali di Natale per amici e familiari. E nell'ultimo Natale insieme, prima che lui se ne andasse, aveva pensato di portarla in una gioielleria a scegliere un anello di fidanzamento... Ma quella era una fantasia che nessuno conosceva, lei per prima.
Lui non possedeva il denaro per comprare un anello adatto a lei. E naturalmente quella era un'idea assurda, quasi quanto quella di sposarla.
«Visto che a Natale mancano solo tre giorni, i regali devono assolutamente essere comprati oggi...» sottolineò Nicole con voce morbida.
Dominic si era dimenticato di parlargli di quella faccenda. In verità si era dimenticato di parlargli di molte cose... tutte quelle che riguardavano Nicole.
«Giselle dice che non hai impegni di lavoro per pranzo, così pensavo che potremmo mangiare qualcosa insieme e andare da Toys. Ma, naturalmente, se hai altro da fare...» Nicole lo guardò, gli occhi intensi e interrogativi come se lo sfidasse a stare con lei.
Possibile?

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