Bentornato, amore mio!
di REBECCA WINTERS
Jean-Jacques Armentier è appena giunto a St. Paul de Vence, nel sud della Francia, per assumere il ruolo di Amministratore Delegato alla Giraud Cosmetics Corporation. Mentre la sua famiglia freme di gioia per il suo ritorno a casa dopo cinque anni di assenza, e gli impiegati dell'azienda sono compiaciuti, una donna non è per niente ansiosa di vederlo di nuovo.
Cinque anni prima, Jean-Jacques ha spezzato il cuore di Nicole Giraud. Adesso lei vuole sapere perché se n'è andato e, soprattutto, perché è ritornato.
Brigitte gli lanciò uno sguardo d'accusa. «Prendi nota delle mie parole, Jean-Jacques: il tuo stupido orgoglio sarà la tua rovina.»
Lui non replicò, perché quelle parole scavano ancor più nella ferita del suo cuore, ma prese delicatamente Paul e glielo porse.
In quel momento Nicole li raggiunse.
«Buon Natale a tutti! Questi regali sono per voi.» Porse dei pacchetti a Claude, il marito di Brigitte, e li baciò entrambi sulle guance, facendo poi una carezza a Paul.
Quando si girò verso di lui, Jean-Jacques vide che i suoi occhi erano spenti, e un brivido gelido lo attraversò.
«Se non vi dispiace, vi rubo Jean-Jacques per qualche minuto. Vi prometto che non lo tratterrò a lungo.»
«Nessun problema.» Brigitte lanciò un ultimo sguardo di disapprovazione al fratello, prima di andarsene con il marito e il piccolo Paul.
Una volta soli, lui si girò verso di Nicole. «Immagino che tu sia venuta con la tua famiglia. Vieni, ti riaccompagno a casa. La mia auto è dietro la cattedrale.»
Per tacito accordo, si avviarono verso l'auto in silenzio, mentre il piazzale si svuotava.
Nicole non avrebbe mai pensato che la notte di Natale ci fossero giornalisti appostati per riprenderla, ma all'improvviso la luce di un flash la illuminò, e poi anche altri scattarono, mentre qualcuno le chiedeva di rilasciare una dichiarazione.
Con grazia regale, lei li ignorò, come se non esistessero. Salì in auto e aspettò che lui partisse.
Jean-Jacques sapeva quanto odiasse i paparazzi.
In passato, lui aveva sempre fatto in modo che potesse essere al sicuro da loro.
Ma dopo questa notte, non lo farò più.
Guardando nello specchietto, vide che i giornalisti li seguivano. Accelerò, lanciandosi a tutta velocità sulla strada che risaliva la collina. Lanciò un'occhiata a Nicole, per vedere se fosse spaventata, ma poi ricordò quante volte avevano corso insieme sulla moto. Lei non aveva mai paura.
I reporter non mollavano, ma una volta all'interno della proprietà Giraud sarebbero stati al sicuro.
La guardia aprì immediatamente il cancello e lo richiuse subito dietro di loro.
Jean-Jacques guidò fino a una fontana, sotto un cipresso secolare. Lì nessuno li avrebbe disturbati. Sarebbero stati al sicuro, ma Nicole non sarebbe stata al sicuro da lui.
Sapeva perché l'aveva cercato, e che cosa voleva, così decise di mettere fine una volta per tutte a quella situazione.
Non la guardò. «Dopo che me ne andai, non feci più avere notizie di me. E ora sono ricomparso all'improvviso... Non ti biasimo per avermi chiesto una spiegazione del mio comportamento. Nessuno più di te ha ragione di pretenderla. Ed è giusto che io te la dia.»
Lei ascoltava in silenzio.
«Quando vivevo qui a Vence, tu eri una tentazione per me, è vero, ma non eri l'unico significato della mia vita. A Parigi ho incontrato altre donne che avevano lo stesso effetto su di me. Poi, quando Dominic mi offrì il posto qui alla Giraud, ci pensai e mi dissi che ciò che volevo era tornare a casa. Ma mi sbagliavo. Parigi mi manca più di quanto pensassi, così ho dato le dimissioni.»
«Lo so. Mio padre me l'ha detto.» Con sorpresa, lui sentì la portiera di lei che si apriva. Poi lei scese e si girò a guardarlo. «Mi aspettavo un po' di onestà, stanotte, ma non ce n'è in te.» La sua voce tremò. «Papà mi ha detto anche della borsa di studio.»
L'incubo alla fine era diventato realtà. La nausea lo assalì.
«Non ti biasimo per aver accettato l'offerta. Hai raggiunto quello che non avevi mai pensato di poter avere. Non dimetterti a causa mia. Non ti verrò mai più vicino. Ma se l'avessi saputo prima che tu lasciassi Vence, ti avrei consigliato di stare attento. Era un regalo che poteva nascondere un'insidia, come il cavallo di Troia. Un giorno, avresti potuto dover pagare un prezzo troppo alto. Spero per te di no. Addio.»
* * *
«Un momento!» gridò Jean-Jacques mentre lanciava le ultime cose in valigia. Si rifiutava di rispondere al telefono, e immaginò che Brigitte avesse mandato suo cognato a cercare di convincerlo a passare il Natale con loro. Ma non sarebbe stato una buona compagnia.
Malediceva Dominic per averlo mandato lì. Lui sapeva che cosa provava per Nicole. Sapeva più di chiunque altro... Ancora non riusciva a capire perché non gli avesse offerto un posto nella sede di New York, invece che a Vence.
Niente aveva senso. Per Nicole, la notte passata era stata devastante, e aveva scritto la parola fine alla loro storia.
Il bussare continuò. Sospirando, Jean-Jacques si infilò un paio di jeans e andò ad aprire. Non era Claude. Sulla soglia c'era Nicole, con un delizioso completo color rosa intenso. Per un attimo credette di avere le allucinazioni.
«Deve essere un caso di vita o di morte...» mormorò, sorpreso. «Non riesco a immaginare cosa altro ti abbia potuto portare qui.»
«È un caso di vita o di morte. Ho parlato con Dominic. Posso entrare?»
C'era una nota nella sua voce che lo convinse della sua serietà. Si spostò e lei entrò, guardando i suoi bagagli ormai pronti. Si vedeva che era turbata, e lui sperò che non fosse successo qualcosa di grave. Nicole adorava Dominic.
Dopo aver chiuso la porta, si appoggiò contro di essa e aspettò, incerto.
Lei lo guardò. «Jean-Jacques...»
«Sì, Nicole? Dimmi...»
Lei gli andò vicino, si lasciò cadere in ginocchio davanti a lui e gli prese le mani. «Io ti amo, Jean-Jacques. Ti amo con tutta la mia mente, il mio corpo e la mia anima. Ti ho amato da sempre, non ricordo un momento in cui non l'abbia fatto. Questa mattina Dominic mi ha detto che anche tu mi amavi. E che è per questo che te ne sei andato. Adesso che sei di nuovo qui..., Jean-Jacques, vuoi farmi l'onore di sposarmi? Tu sei l'uomo che io voglio come padre dei miei figli, sei l'uomo con cui voglio vivere per il resto della mia vita. Ti prego, dimmi di sì.»
Lo guardò con occhi adoranti.
«Io ho già un lavoro, e tu sei il direttore generale della Giraud. E abbiamo una casa, la villa ad Antibes, che mio nonno mi ha lasciato. Inoltre ho l'anello d'argento che viene dal Marocco, che mia nonna ha dato a mio nonno il giorno del loro matrimonio. Lui l'ha regalato a me perché lo dessi a mio marito. Ti prego, vuoi prenderlo? E promettimi che non lo toglierai mai.»