Bentornato, amore mio!
di REBECCA WINTERS
Jean-Jacques Armentier è appena giunto a St. Paul de Vence, nel sud della Francia, per assumere il ruolo di Amministratore Delegato alla Giraud Cosmetics Corporation. Mentre la sua famiglia freme di gioia per il suo ritorno a casa dopo cinque anni di assenza, e gli impiegati dell'azienda sono compiaciuti, una donna non è per niente ansiosa di vederlo di nuovo.
Cinque anni prima, Jean-Jacques ha spezzato il cuore di Nicole Giraud. Adesso lei vuole sapere perché se n'è andato e, soprattutto, perché è ritornato.
Jean-Jacques non poteva muoversi, non poteva respirare. Quando sentì il freddo del metallo sulla mano, mentre l'anello gli scivolava all'anulare, ebbe l'impressione che un gran peso lasciasse il suo cuore.
«Nicole!» mormorò, sollevandola contro di sé e portandola sul letto. «Amore mio.» Coprì il suo viso di baci. «Io ti amo.» Le baciò le labbra. «Ti adoro.» Le baciò gli occhi e il naso. «Ti amo. Oh, mio Dio, quanto ti amo! Non posso pensare a quello che ti ho fatto, ma io non ho mai voluto nessun'altra donna come moglie. Sì, ti sposerò. Ti amo, e ti amerò fino alla morte.»
Lei gli mise un dito sulle labbra. «Non parlare di morte, adesso. Non quando abbiamo tutta la vita da vivere. Vivere davvero.Voglio sposarti appena possibile. Diremo al prete che si tratta di un'emergenza. E se ci saranno problemi per le pubblicazioni, Dominic li risolverà. Dominic risolverà qualsiasi cosa. È stato lui che ha organizzato tutta la faccenda della borsa di studio che ti ha portato via da me, ma l'ho perdonato, perché alla fine ti ha riportato da me.»
«Riguardo l'andare a Parigi, immaginavo che fosse stato lui a organizzare ogni cosa» mormorò Jean-Jacques contro la sua gola, dove il suo profumo era più dolce. «Lui sapeva che non mi sarei mai fatto avanti con te, le nostre condizioni erano troppo diverse. E sapeva anche che volevo lasciare Vence per andare a studiare a Lione.»
Lei ansimò. «Non mi avevi mai parlato di questo» lo rimproverò.
«Temo di no, piccola. Il tuo potere su di me era troppo grande. Se tu mi avessi pregato di non andare, probabilmente non l'avrei fatto. Ma senza una laurea, non avrei mai avuto un lavoro che mi permettesse di chiederti in moglie.» Jean-Jacques emise un sospiro. «Dominic mi conosceva meglio di me stesso. Quando gli arrivò voce dei miei progetti, lui elaborò un piano per mandarmi a Parigi, perché così ero troppo lontano per tornare qui ogni weekend per stare con te.»
«Se l'avessi saputo» gemette lei, «sarei potuta venire a Parigi a insegnare in qualche asilo, così saremmo potuti stare sempre insieme!»
«Io non avrei voluto lasciarti, amore mio» dichiarò lui. «Il mio piano era di trovare un lavoro per restituire a tuo padre ogni franco che la tua famiglia mi aveva prestato. E poi, se tu fossi stata ancora libera, ti avrei chiesto di sposarmi. Poi però vidi quella fotografia sul giornale, e seppi che stavi per sposarti. Il mio cuore morì quel giorno, Nicole. Ed è stata la sola ragione per cui accettai l'offerta di lavoro Dominic. Se non potevo più averti, potevo almeno tornare a casa.»
«Benedico Dominic per il suo inganno, allora.» Nicole lo baciò di nuovo. «Lui ha sempre saputo che alla fine ci saremmo sposati. Lo sai che sto per sposare l'uomo più sexy del pianeta?»
«Questo è vero» affermò lui seriamente, per vedere la sua reazione, che non si fece attendere.
«Oh, sei orribile!» lo accusò Nicole, poi scoppiarono a ridere entrambi. «Promettimi che non cambierai mai, che sarai sempre il mio Jean-Jacques» lo pregò lei, prima che si perdessero uno delle braccia dell'altro per un tempo infinito, assaporando una passione che per troppi anni avevano dovuto reprimere.
* * *
«Sono un uomo orribile» ammise lui dopo molto tempo. «Non permetterò a nessun altro uomo di venirti vicino. Sono molto possessivo. Questi cinque anni lontano da te sono stati una parte della penitenza per il mio peccato.»
«Un'altra parte sarà non lasciarmi mai più» dichiarò lei. «Dal momento che Dominic mi ha nominato temporaneamente direttore generale, finché non ritirerai le tue dimissioni, io ti ordino di prenderti una lunga luna di miele.»
Lui emise una risata profonda mentre la faceva girare sotto di sé. «E dove vorrebbe andare la mia seducente futura moglie?» La guardò, nei bellissimi occhi colmi d'amore.
«Dovunque tu sei. Buon Natale, amore mio.»
Lui prese un lungo respiro, poi la strinse contro di sé. «Penso di essere troppo felice, Nicole.»
«Lo pensi soltanto?» domandò lei maliziosa. «Questo è proprio il modo di parlare di uno scienziato. Perciò immagino che dovremo fare almeno un centinaio di esperimenti per dimostrare la tua teoria.»
La sua mente era eccitata quanto il suo corpo, mentre si rendeva conto dell'effetto che riusciva a provocare in lui.
Jean-Jacques non riusciva a credere che lei fosse davvero parte della sua vita. «Centinaia e centinaia» mormorò con voce roca. «Appena finito ricominceremo un'altra volta...»