Bentornato, amore mio!
di REBECCA WINTERS
Jean-Jacques Armentier è appena giunto a St. Paul de Vence, nel sud della Francia, per assumere il ruolo di Amministratore Delegato alla Giraud Cosmetics Corporation. Mentre la sua famiglia freme di gioia per il suo ritorno a casa dopo cinque anni di assenza, e gli impiegati dell'azienda sono compiaciuti, una donna non è per niente ansiosa di vederlo di nuovo.
Cinque anni prima, Jean-Jacques ha spezzato il cuore di Nicole Giraud. Adesso lei vuole sapere perché se n'è andato e, soprattutto, perché è ritornato.
Nicole stava accanto all'ampia porta del salone di ricevimento, desolata perché Jean-Jacques non si era ancora fatto vedere. La rappresentazione di Natale stava per iniziare, e lei temeva che lui avesse deciso di andarsene dopo ciò che era accaduto nel suo appartamento. Ma il suo cuore prese a battere freneticamente, quando la voce di sua madre giunse dall'ingresso.
«Jean-Jacques! Che meraviglia rivederti dopo tutti questi anni! Prego, vieni...»
«Grazie, signora Giraud. Il piacere è mio. Buon Natale!»
«Cos'è questo?»
«Nicole una volta mi ha detto che lei faceva collezione di Babbi Natale. Ho trovato questa piccola scultura in legno in un negozio in città. Mi è piaciuto il blu scuro del cappuccio e del mantello» spiegò Jean-Jacques dolcemente.
Si era ricordato! Muovendosi oltre la soglia, Nicole cercò di tenere le emozioni sotto controllo. Sua madre emise un grido di gioia, poi sollevò lo sguardo verso di lei.
«Cara, guarda cosa ci ha portato Jean-Jacques. Un Babbo Natale delizioso!»
«È meraviglioso» convenne lei con voce tremante. Tu sei meraviglioso, gridò il suo cuore mentre lei fissava Jean-Jacques. Ma lui si rifiutò di ricambiare lo sguardo. Se fossero stati soli, non gli avrebbe permesso di ignorarla...
«Grazie, figliolo.» Commossa, la signora Giraud si sollevò e baciò Jean-Jacques sulle guance. «Dal momento che sei l'ospite d'onore questa sera, vorresti essere tu a consegnare i doni ai bambini? Il nome di ognuno è già scritto sul pacchetto...»
Lui annuì. «Certo.»
«Nicole? Mentre trovo un posto speciale per questo Babbo Natale, vuoi mostrare a Jean-Jacques il suo posto?»
A quel punto, con riluttanza, Jean-Jacques guardò Nicole. Sembrava un angelo, avvolta in un morbido abito di lana bianca, con un piccolo gioiello a forma di albero di Natale appuntato sul risvolto. Portava una vaporosa sciarpa di chiffon, anch'essa bianca. Aveva un aspetto magico, come lo era quella notte.
Era la prima volta che Jean-Jacques entrava nella villa: il salone era lussuosamente arredato e decorato con alberi, ghirlande e candele, e c'erano bellissimi fiori freschi ovunque.
Per un attimo credette di sognare, e che Nicole fosse il suo regalo di Natale sotto l'albero. Vide che lei lo guardava in attesa, e si riscosse. «Dopo di te, Nicole.»
Seguì la sua figura che oscillava sensuale, sforzandosi di sorridere alle persone sedute intorno a loro. C'era una pedana su cui era stata sistemata una tettoia, con una mangiatoia di paglia e un bambino. Dietro c'erano il bue e l'asinello. Nella luce soffusa, sembravano reali.
Era stata Nicole a preparare tutto. Jean-Jacques si sentì commosso. Non c'era mai stata nessun'altra donna come lei per lui. Una profonda pena lo assalì pensando a come avesse fatto parte della sua vita fin dal principio, e quanto ora se ne sentisse lontano.
Come lui ebbe preso posto, Nicole fece un cenno al pianista, che cominciò a suonare. Subito dopo tre bambini vestiti da Re Magi apparvero nella sala, cantando.
Subito dopo entrò Maria, poi Giuseppe e un giovane narratore, che zoppicò sul suo bastone mentre andava a prendere posto al microfono.
I genitori cominciarono a sussurrare e a salutare, a mano a mano che i loro figli facevano capolino sulla pedana.
Calde lacrime pungevano gli occhi di Jean-Jacques, perché non poteva ricordare un tempo in cui non avesse desiderato che Nicole fosse la madre dei suoi figli. E non sarebbe mai potuto accadere. Immerso nella sua tristezza, non capì che cosa stava succedendo finché non sentì Giuseppe che gridava: «Anch'io voglio tenere Gesù Bambino!» Improvvisamente ci fu una colluttazione tra lui e Maria, che teneva il bambino con tutta la sua forza.
Il pubblico scoppiò a ridere.
Nicole gli lanciò uno sguardo angosciato, e lui saltò su e corse verso i bambini. «Potete tenere entrambi Gesù Bambino» sussurrò. «Giuseppe, metti il braccio intorno a Maria. Così. Ecco, adesso lo tenete insieme...»
Giuseppe obbedì e Jean-Jacques si rilassò mentre la rappresentazione continuava.
Nicole gli lanciò uno sguardo carico di gratitudine per avere salvato la serata, e all'improvviso la sua espressione piena d'amore fu troppo per lui.
Non poteva aspettare il ritorno di Dominic. Quella notte avrebbe dato le sue dimissioni al vecchio August Giraud.
Il padre di Nicole sedeva accanto alla porta. Sarebbe stato più semplice parlare con lui.
E per la mattina di Natale Jean-Jacques sarebbe stato lontano dalla donna che amava.
* * *
Mentre Jean-Jacques distribuiva i doni ai bambini che saltellavano eccitati, Nicole aiutò i camerieri a sistemare il buffet.
Quando tutto fu finalmente pronto, riempì un piatto per Jean-Jacques e tornò nel salone per cercarlo. Aveva dei piani per loro due, e non voleva perderlo di vista. Ma, guardando tra la folla, non riuscì a scorgerlo.
Si avvicinò alla madre per chiederle se l'aveva visto, e lei rispose che era andato nella biblioteca con il padre di Nicole. Un po' accigliata, lei consegnò il piatto alla madre e uscì sulla terrazza. Si allontanò lungo il lato della casa, finché giunse alla portafinestra della biblioteca.
Rimase in attesa per qualche tempo, poi, non vedendo alcun movimento, bussò sui vetri. «Papà?» domandò aprendo la portafinestra e sentendo un brivido nel vedere suo padre seduto alla scrivania, solo. «Dov'è Jean-Jacques?»
Lui si appoggiò allo schienale della poltrona. «Quando abbiamo finito di parlare, ha detto di avere un impegno ed è andato via passando dalla terrazza.»
«No!» Nicole corse fuori dalla stanza, fino alla balaustra della terrazza, guardando se riusciva a scorgere qualche movimento nel giardino. Ma non poté vedere o sentire nulla, a parte la brezza notturna tra gli alberi.
Certo lui aveva fatto in modo che non potesse raggiungerlo. Un dolore sordo la pervase, immobilizzandola, e un singhiozzo sorse in lei.
«Nicolette... cosa c'è che non va?»
Suo padre era un uomo riservato. Passò un po' di tempo prima che si decidesse a raggiungerla... E per una volta la prese tra le braccia.
Lei girò ancora intorno lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime. «Questa era la festa aziendale. Che cosa aveva di così importante Jean-Jacques, da doversene andare?»
«Ha detto che doveva parlarmi in privato» rivelò il padre con aria pensosa. «Dal momento che non è riuscito a parlare con Dominic, ha rassegnato a me le sue dimissioni.»
«Dimissioni...?»
«Sì. Non mi ha dato una spiegazione.»
«Oh, mio Dio. Devo trovarlo!»
«Nicole... C'è qualcosa che devi sapere. Cinque anni fa io ho offerto a Jean-Jacques di pagargli gli studi di chimica a Parigi, a condizione che accettasse di lavorare nella nostra compagnia dopo la laurea.»
Sconvolta, lei fissò il padre. «Tu gli hai offerto dei soldi perché mi lasciasse? Tu... mio padre?»
Adesso, però, tutto aveva senso. Jean-Jacques era tornato a Vence come direttore generale della Giraud, un premio più ambito dell'amore di qualsiasi donna. Per un ragazzo che aveva come unico avvenire quello di coltivare fiori, era una tentazione davvero troppo forte. Ma allora... perché si era dimesso?
«No, figliola. L'ho fatto per ordine di tuo fratello» spiegò piano suo padre.
Lei sbatté le palpebre. «Che cosa stai dicendo? Dominic non è un traditore!»
«Sono d'accordo» rispose il padre quietamente. «È stata l'unica volta in cui mi ha chiesto un favore, prima di andarsene. E io l'ho accontentato, senza porre domande o chiedergli il motivo.»
Nicole non poteva credere a ciò che sentiva. «Dominic voleva che la mia relazione con Jean-Jacques finisse?»
«Se vuoi delle risposte, dovrai chiedere a lui. Tua madre fu tenuta all'oscuro di tutta questa storia. Ma prima che tu faccia qualsiasi cosa, sappi solo che Jean-Jacques... non accettò l'offerta.»
Nicole sbarrò gli occhi, chiedendosi che cosa significasse tutta quella storia.
* * *
Jean-Jacques uscì dalla cattedrale con sua sorella e suo cognato, il piccolo Paul addormentato tra le braccia. Mentre attraversavano il piazzale affollato, strinse il bimbo per proteggerlo dal freddo. Era grato di quel leggero fardello, che lo distraeva dai foschi pensieri riguardo al futuro.
Sapeva che, per quanti chilometri avesse messo tra sé e Nicole, niente avrebbe potuto fargliela dimenticare. Sentì che Brigitte gli toccava la spalla. «Che cosa c'è?»
«Non guardare subito, ma Nicole è qui a pochi passi. Perché non le chiedi se vuole venire da noi per il veglione? Le siamo tutti affezionati, e anche tu vuoi che venga, no? Invitala!»
Jean-Jacques sapeva che Nicole sarebbe andata alla messa di mezzanotte con la sua famiglia, ma non si aspettava che lo cercasse. Andarsene dalla villa senza salutarla era stata la cosa peggiore che potesse fare.
«No, non posso farlo. Ci sono cose che tu non puoi capire, Brigitte...»