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Quando arriva Natale

di AMY VASTINE

Mancano pochi giorni a Natale ma, invece di pensare ai dolcetti delle feste, nella mente di Josie Peters aleggiano visioni apocalittiche.
Proprietaria di un bar ristorante, il Sundown, sa che deluderà tutta la città se non terminerà i lavori di ristrutturazione in tempo per riaprire per il concerto di Natale di Boone Williams, famosissimo cantante country.
Deve concentrarsi.
E non dovrebbe essere difficile, con un tuttofare taciturno come Clint. Però per ogni minuto che trascorre ad appendere festoni, ne passa un altro a guardare lui. Il misterioso, ombroso Clint che pensa solo al lavoro, e a nient’altro.
Josie sa che scapperebbe a gambe levate se lei tentasse di approfondire la conoscenza.
E’ iniziato il conto alla rovescia per il Natale, e Josie non può permettersi di perdere l’uomo che deve costruirle il palco… e ha anche conquistato il suo cuore.
 
OGNI MERCOLEDì UN NUOVO CAPITOLO!
 

 

 

16

Clint era convinto che avrebbe potuto finire il palco in due giorni, senza distrazioni. Un giorno per l’impianto elettrico, un altro per dipingerlo e dare gli ultimi ritocchi.

«Mia madre non è una cattiva persona, sai.»

Lily Peters. L’unica che avesse ignorato la sua richiesta di rimanere solo e fosse arrivata a sua insaputa, quando lui era troppo impegnato a eseguire il cablaggio per andarsene di colpo, così come lei era entrata. La ragazzina era la fotocopia di sua madre. Clint cercò di non guardarla.

«Ascolta, ho tanto da fare e poco tempo per finire. Possiamo lasciar perdere la chiacchierata confidenziale?»

«Qualsiasi cosa abbia fatto per farti arrabbiare così, probabilmente voleva solo aiutarti.»

«Non ho bisogno di aiuto» ringhiò Clint.

«Non mi fai paura. Lavoro con ragazzi che hanno più cicatrici di te. Per me non ha importanza l’aspetto di una persona. E neppure per mia madre.» E, con questo, Lily si allontanò e andò a sedersi sulla panca di un tavolo dall’altro lato del ristorante per giocare al cellulare.

Era stato appena rimproverato da un’adolescente? Clint si passò una mano fra i capelli.

Lily lo lasciò in pace per un’ora, poi tornò con un bicchiere d’acqua, che posò sul palco senza dire una parola.

«Grazie.» Clint lo prese e bevve una lunga sorsata.

«Posso chiederti una cosa?» Lily si era appollaiata su uno sgabello.

Clint avrebbe dovuto immaginare che l’offerta dell’acqua non fosse stata disinteressata.

«È difficile costruire tavoli? Voglio dire, avrei bisogno di attrezzi e cose particolari per costruirli?»

«Be’, sì, ti serviranno degli attrezzi. Perché devi costruire dei tavoli?»

«Voglio creare un villaggio di Babbo Natale per mia madre come sorpresa. Ha passato così tanto tempo qui a sistemare il Sundown che a casa non abbiamo addobbi natalizi. Non abbiamo neppure l’albero.»

Gli sembrava impossibile, considerato quanto piaceva il Natale a Josie.

«Hai cercato in casa qualcosa su cui montarlo?»

«Abitiamo in una casa diversa da quella in cui eravamo quando mio padre era vivo. Lui montava il villaggio di Babbo Natale sugli scaffali della parete attrezzata in soggiorno. Adesso non abbiamo niente del genere, perciò, ho pensato di fare un paio di tavolini, magari incollarci della neve finta, così potrà usarli come base ogni anno. Sarebbe il mio regalo di Natale.»

«Hai mai costruito niente in vita tua?»

«No, ma non può essere così difficile, giusto?»

Non era difficile per uno come Clint che lo faceva sempre. Per una ragazzina inesperta non sarebbe stato tanto semplice. «Forse nella mia officina ho qualcosa che potresti usare. Se non ti piace quello che ho a disposizione, posso costruirti qualcosa appositamente.»

Clint sperava di non doversene pentire.

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