Quando arriva Natale
di AMY VASTINE
Mancano pochi giorni a Natale ma, invece di pensare ai dolcetti delle feste, nella mente di Josie Peters aleggiano visioni apocalittiche.
Proprietaria di un bar ristorante, il Sundown, sa che deluderà tutta la città se non terminerà i lavori di ristrutturazione in tempo per riaprire per il concerto di Natale di Boone Williams, famosissimo cantante country.
Deve concentrarsi.
E non dovrebbe essere difficile, con un tuttofare taciturno come Clint. Però per ogni minuto che trascorre ad appendere festoni, ne passa un altro a guardare lui. Il misterioso, ombroso Clint che pensa solo al lavoro, e a nient’altro.
Josie sa che scapperebbe a gambe levate se lei tentasse di approfondire la conoscenza.
E’ iniziato il conto alla rovescia per il Natale, e Josie non può permettersi di perdere l’uomo che deve costruirle il palco… e ha anche conquistato il suo cuore.
OGNI MERCOLEDì UN NUOVO CAPITOLO!
|
«Ho, ho, ho! Arrivano i soccorsi!» esclamò Nate McBride, facendo il suo ingresso trionfale in casacca e pantaloni di vellutino rosso, bordati di pelliccetta bianca.
Josie non avrebbe mai immaginato che il fratello di Clint fosse un sosia di Babbo Natale. Clint fece una smorfia di vergogna. Faith scoppiò a ridere.
«So che sono passati anni, Nate, ma non ti ricordavo così barbuto» commentò.
Nate abbassò la barba finta e rivelò un bel viso rasato. «Faith Stratton? L’ultima volta che ti ho visto, eri tanto piccola da credere ancora a Babbo Natale!»
Si salutarono con un abbraccio affettuoso. I fratelli McBride erano molto diversi.
«E ti ringrazio per non avere fatto commenti sui chili in più» aggiunse Nate, dandosi dei colpetti sulla pancia. «Un po’ è l’imbottitura del costume, ma qualche rotolino l’ho aggiunto di mio, per tutto quello che ho mangiato in Europa in questi due mesi.»
Stando a quello che Josie aveva sentito dire da Clint a Faith, il suo gemello era diventato un vero globetrotter dopo il divorzio, avvenuto più di un anno prima. Nate la incuriosiva molto. Si presentò e, quando gliela strinse, notò che aveva la mano morbi-a.
«Ero diretto in ospedale per impersonare Babbo Natale per i bambini. Devo portare con me questo qui?»
Josie e Clint risposero all’unisono.
«Sì», disse lei.
«No», dichiarò lui con fermezza.
«Perché sei così testardo?» Chissà perché, era convinta che Nate non avrebbe fatto altrettante difficoltà se si fosse fatto male.
«Perché sto bene. Tornerò domattina presto per rimediare al danno e finire il palco.» Si alzò lentamente. Josie avrebbe voluto sorreggerlo, ma esitò. Clint era il tipo a cui dava fastidio mostrarsi debole. «Nate, aiutami a caricare la sega rotta sul furgone.»
Nate raddrizzò il berretto da Babbo Natale. «Avevo dimenticato che a Clint non piacciono gli ospedali.»
«Prendi un giorno di riposo domani» gli consigliò Josie, anche se non poteva permettersi di rinunciare a lui. Le sembrava di sentire ticchettare il conto alla rovescia delle ore che mancavano a Natale.
«Non se ne parla» obiettò Clint. «Devo finire in tempo.»
«Posso venire io domani a dare una mano» si offrì Nate. «Così magari teniamo fuori dai guai questo testone.»
Clint porse a Josie lo strofinaccio con il ghiaccio. «Grazie di esserti preoccupata per me. Ma non serve.»
I fratelli McBride raccolsero gli attrezzi di Clint e andarono via. Josie era ancora frastornata. «Non capisco… Come fanno ad avere lo stesso sangue quei due?»
Faith aprì una scatola di biscotti. L’aroma di zucchero e cannella attirò Josie. «Erano molto più simili quando erano ragazzi, per quello che ho sentito dire. È cambiato tutto dopo l’incidente.»