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Un bacio in corsia

di JANICE LYNN

Il versatile dottor Garrett Wright ha assolutamente bisogno di una madre per i suoi gemelli. Gli piacerebbe domandare aiuto all'affascinante collega Jennifer Castillo, peccato che sia affetta da uno stakanovismo compulsivo che la rende la candidata meno adatta. Chiedere non costa nulla, ma... è una richiesta del cuore o della mente? Quando trova il coraggio, Jennifer lo fissa negli occhi e...

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Garrett detestava usare la televisione come babysitter, ma doveva parlare con Jennifer. Da solo.

Gli ospiti se ne erano andati e Bridget era sprofondata nella sua poltrona mentre i bambini guardavano i cartoni.

«Jennifer?» Bussò alla sua porta, ma non ebbe risposta. Si allungò sopra l'uscio, dove trovò la chiave della camera, come Bridget gli aveva suggerito.

Aprì e vide Jennifer seduta sul letto, il viso gonfio di pianto, che guardava delle foto.

«Jennifer?»

Lei non si girò. La raggiunse e guardò a sua volta le foto.

Era chiaramente la figlia di Jennifer. Gli stessi occhi neri. Stessi capelli scuri. «È Carrie?»

«Mia madre ti ha raccontato tutto?»

«Qualche minuto fa.»

«L'ho lasciata morire.»

Garrett la prese tra le braccia. «Non è quello che mi ha raccontato tua madre.»

«Lei non c'era. Non sa.»

«Neppure tu c'eri, Jennifer.»

«Avrei dovuto esserci. Jeff aveva ragione. Avrei dovuto stare con mia figlia. Se fossi stata con lei, non sarebbe morta.»

«La sua morte è stata un incidente. Non a causa della tua negligenza, ma di quella del tuo ex marito. Lui era là, e avrebbe dovuto occuparsi di lei mentre tu eri al lavoro. Se c'è qualcuno da biasimare, è lui.»

«Non sono stata una madre all'altezza. Ho sofferto di depressione post-partum e...» Nuove lacrime le inondarono il viso. «Non l'ho custodita gelosamente tutti i giorni come avrei dovuto.»

Garrett odiava il suo dolore, avrebbe voluto liberarla da quel peso, ma detestava ancora di più quel bastardo che aveva approfittato del suo senso di colpa per istillarle ancor più in profondità quei dubbi atroci. «Guarda questa foto.» Prese un ritratto in cui una Jennifer sorridente stringeva le braccia intorno alla figlioletta. «Il tuo amore è evidente.»

«Non vedi? L'amore non è sufficiente. Non è stato sufficiente a salvare Carrie. Non è sufficiente a giustificare che tu metta i tuoi bambini nelle mie mani. Io non sono adatta a fare la madre.»

«Non c'è nessun altro a cui affiderei più volentieri i miei figli» disse lui dolcemente, sapendo che era la verità. «Nessun altro con cui vorrei dividerli, Jennifer. Solo tu.»

«Come puoi dire questo dopo quello che ho fatto a tuo figlio?»

Lui la fissò, chiedendosi che tipo di sporco lavoro avesse compiuto suo marito su di lei. Bridget gli aveva raccontato che Jeff l'aveva accusata, e lei non si era ribellata, e non aveva mai perdonato se stessa.

«Dopo quello che hai fatto? Jennifer, hai medicato il naso di Ethan e il labbro per fermare l'emorragia. Cos'altro avrebbe potuto fare chiunque?»

Lei lo guardò confusa. «Io ho permesso che si ferisse. Jeff mi ha detto che io non avrei mai più dovuto essere lasciata sola con dei bambini. Aveva ragione. Guarda che cosa è accaduto.»

«Tu non puoi predire il futuro. E nessuno può impedire ai bambini di essere bambini. Non importa quanto gli stai vicino, gli incidenti capitano.»

«Ethan si è ferito a causa mia.» Lei sussultò, come se avesse paura di essere colpita. «Non sei arrabbiato?»

Se avesse mai avuto il dispiacere di incontrare il suo ex, lo avrebbe preso a pugni.

«Arrabbiato?» Le accarezzò la guancia. «Meriti una medaglia per aver fermato l'emorragia così in fretta.»

Lei ricominciò a piangere. Garrett la strinse, lasciandola singhiozzare contro il suo petto, non sapendo come placare il suo dolore, ma consapevole che il suo ex avrebbe dovuto rispondere di un sacco di cose.

Accarezzò i suoi capelli, la baciò e le disse quanto l'amava, quando voleva affidarle i suoi figli, con tutto il cuore.

Jennifer si alzò, raccogliendo le emozioni, odiando il fatto di aver singhiozzato così contro di lui. Doveva pensare che fosse pazza.

«La morte di Carrie è stata la causa della rottura tra te e Jeff?» domandò lui gentilmente.

«L'ho pensato per tanto tempo.» Aveva incolpato se stessa per il fallimento del suo matrimonio. «Ma se il nostro matrimonio fosse stato come doveva essere, se ci fossimo amati reciprocamente, la morte di Carrie non avrebbe dovuto dividerci.»

«Che accadde dopo la sua morte?»

«Lui mi disse che era colpa mia, che ero troppo impegnata a essere un dottore per prendermi cura di mia figlia e di mio marito. Mise incinta un'altra donna e divorziò da me per sposare lei.»

La sua pena era palpabile, riempiva la stanza e il cuore di lui.

«È un idiota. Mi hai sentito? Il tuo ex è stato un dannato idiota.» Così come Garrett era stato un idiota in altri modi. «Io avevo questa idea di come avrebbe dovuto essere la donna perfetta per me. Cercavo una via di mezzo tra Martha Stewart e Mary Poppins.»

«Io non so cucinare e non potrei mai dire quella parola... supercalifragilisti...»

«Ci sono sempre i take-away» osservò lui sorridendo. «E ci sono due bambini al piano di sotto cui serve una madre.»

«È per questo che sei qui? Perché a loro serve una madre? Ho fallito con mia figlia, Garrett. Non puoi volere che faccia da madre ai tuoi figli.»

«Non è a causa dei bambini che sono qui.» Allacciò le sue dita con quelle di lei. «Sono qui perché io ho bisogno di te, Jennifer. Non posso immaginare la mia vita senza di te.»

Jennifer lo fissò incredula. Quando il suo sguardo non vacillò, aprì la bocca. «Sei serio.»

«Ti amo, Jennifer. Ti voglio nella mia vita e in quella dei bambini. Per sempre.» Si inginocchiò sul pavimento, prendendole la mano. «Quello che voglio è sposarti e passare ogni giorno della mia vita ad amarti.»

«Sei sicuro?»

«Sono sicuro.» La carriera era importante per lei, e lui lo capiva. «Se non potrai tornare a Huntsville, mi farò trasferire io.»

«Lo faresti?»

Si strinse nelle spalle. «Ai ragazzi mancherà la nonna, ma saranno contenti di vivere vicino al mare. Funzionerebbe.»

«Ma...»

«Ma niente. Voglio stare con te. Farò qualsiasi cosa perché questo accada.»

«Mi ami così tanto?»

«Sì.»

«Anche io.» Un sorriso illuminò il volto di Jennifer. «Garrett, sei sicuro che non stai facendo questo solo per dare una mamma ai tuoi figli?»

«Sarò sincero. Per un momento mi sono detto che non

avrei dovuto fare questo perché i bambini si meritavano una madre che non fosse così dedicata alla carriera. Adesso so che quello che si meritano sono dei genitori che si amano l'un altro tanto quanto amano loro.»

«Ne hanno passate tante» osservò lei. «Con la perdita della mamma.» Le parole di Ian di qualche giorno prima l'avevano colpita. «Tu tradivi tua moglie?»

«Non ho mai tradito Emma, anche se lei riteneva che la medicina fosse la mia amante.» Sospirò. «Ci sposammo perché lei era incinta. Pensavo che avrebbe funzionato, ma mi sbagliavo. Non mi ha mai perdonato di amare il mio lavoro più di lei. Ma non ho mai rimpianto ciò che avevamo fatto perché Dio ci aveva dato due bellissimi bambini.»

Jennifer lo ascoltava, sicura che le stava dicendo la verità. «Dobbiamo fare le cose con calma, Garrett. Dobbiamo dare ai bambini il tempo di conoscermi, ed essere sicuri che il nostro stare insieme sia la cosa giusta per loro.»

«Non so quanto posso procedere con calma quando ci sei di mezzo tu. Voglio svegliarmi accanto a te, dormire abbracciato a te.»

«Mia madre sarebbe contentissima, se tornassi a Huntsville.»

«Lo sarebbe.» Aspettò, dandole la possibilità di spiegarsi.

«In questo modo i bambini non verrebbero sradicati. Hanno già avuto abbastanza cambiamenti. Sarebbe meglio lasciarli nella loro casa, e vicino alla nonna.»

Garrett sorrise. Jennifer stava già ponendo i bambini prima di se stessa. Come una madre. Non si accorgeva di quello che stava facendo? Lo sguardo di lei incontrò il suo. «Ti amo, Garrett. Con tutto il cuore. Se tu vorrai ancora sposarmi dopo

che avremo concesso un po' di tempo ai bambini, la mia risposta è sì.»

«Sì, sarai mia moglie?»

Chiuse gli occhi. «Non sarò in grado di darti altri bambini.»

Garrett prese il suo viso tra le mani. «Jennifer, anche se non avessimo i bambini, io vorrei trascorrere la mia vita con te. Non dubitarne mai.»

Fissando i suoi occhi, vedendo l'amore che vi brillava, il cuore di Jennifer sbocciò. Garrett l'amava. Di un amore profondo, vero, che sarebbe durato tutta la vita. 

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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