Un bacio in corsia
di JANICE LYNN
Il versatile dottor Garrett Wright ha assolutamente bisogno di una madre per i suoi gemelli. Gli piacerebbe domandare aiuto all'affascinante collega Jennifer Castillo, peccato che sia affetta da uno stakanovismo compulsivo che la rende la candidata meno adatta. Chiedere non costa nulla, ma... è una richiesta del cuore o della mente? Quando trova il coraggio, Jennifer lo fissa negli occhi e...
Jennifer non sapeva cosa dire. Cosa poteva dire?
Garrett la guardò confuso, e i bambini la fissarono in attesa. Il suo cuore sprofondò al puro terrore di essere considerata responsabile per i figli di Garrett.
Ma Garrett si fidava a lasciarle i bambini? Dopotutto, lei gli aveva raccontato di Carrie.
Come se avesse percepito i suoi pensieri, lui le prese la mano. «Li lascerò restare, se ti fa piacere. Ma non devi dire sì per forza. Possono venire con me e aspettare nella sala d'attesa.»
«Per piacere» pregò Ethan. «Saremo buoni. Promesso.»
Non importava quando volesse dire di no, non aveva cuore di farlo.
«Possono restare.»
I ragazzi esultarono.
Garrett le strinse la mano. «Sei sicura?»
In realtà no, ma annuì. «Torna presto.»
Piegandosi, Garrett le diede un rapido bacio sulla guancia. «Grazie. Tornerò il più presto possibile. Chiamami se hai bisogno.» Si girò verso i bambini. «Fate i bravi.»
«Sì, signore» risposero all'unisono.
Jennifer restò seduta sul portico a guardare i tre bambini che saltavano sulla pedana, finché non si sdraiarono a guardare il cielo ridacchiando.
«Vuoi saltare con noi, Jennifer?» domandò Ian.
L'ultima cosa che Jennifer aveva pensato di fare era saltare sulla pedana, ma si arrampicò su con i bambini.
«Non sono una gran saltatrice, Ian» lo avvertì.
«Non preoccuparti. Siediti qui, noi salteremo e ti faremo rimbalzare.»
Annuendo, i bambini cominciarono a saltare. Incrociando le gambe sotto si sé, Jennifer rimbalzava per le scosse.
Le risate dei bambini le scaldarono il cuore e ben presto si trovò a ridere con loro, sentendosi più leggera di come si fosse sentita da anni. Finché Ian atterrò in modo scomposto, cadendole addosso. Lei lo afferrò, ma il movimento sbilanciò gli altri due. Benji oscillò in avanti, urtandole la spalla e finendo sulla schiena. Ethan invece atterrò su Ian, colpendo la testa del fratello con la bocca.
Con gli occhi spalancati, il bambino di mise a sedere, il sangue che gli inondava il viso.
Oh, Dio.
Cosa aveva fatto?
Raddrizzandosi dopo la botta alla spalla, si guardò intorno. A parte il pallore nel vedere il sangue dell'amichetto, Benji sembrava stare bene. Ian, invece, diede uno sguardo al viso insanguinato del fratellino e scoppiò a piangere.
Sforzandosi di essere coraggioso, Ethan toccò il braccio del gemello, la mano che lasciava una traccia di sangue. «Sto bene» affermò, stillando sangue dal naso e dalla bocca.
«Ethan, tesoro, fammi controllare.»
C'era un'emorragia dal naso e dal labbro. Altri eventuali danni erano coperti dal sangue. Senza recuperare le scarpe, Jennifer sollevò Ethan e lo portò nella cucina della madre. «Mettetevi le scarpe e seguitemi!» ordinò agli altri due.
«Buon Dio, che cosa è successo?» domandò sua madre dalla sdraio dove stava con gli altri ospiti.
«Ha battuto il viso.»
Affrettandosi in casa con il bambino, lo fece sedere sul bancone, afferrando un telo pulito e immergendolo nell'acqua fredda. «Tienilo qui sul naso mentre prendo il ghiaccio.»
Ethan si tenne il telo sul viso mentre Ian e Benji entravano. «Sta bene?»
Jennifer mise il ghiaccio in un altro canovaccio, poi prese quello insanguinato. «Tieni questo sul labbro mentre controllo il naso.»
Il naso non era rotto, per fortuna. Però il sangue continuava a stillare. Premette le narici, sperando che la pressione arrestasse l'emorragia mentre passava a controllare il labbro.
Il labbro superiore era gonfio e tagliato. Quello inferiore solo gonfio. Ma le gengive superiori sanguinanti erano quello che la preoccupava di più. E il dente mancante.
«Ha perso un dente!» esclamò Ian, che stava guardando a sua volta.
Con gli occhi sgranati, Ethan infilò la lingua nel buco. «Grande!» commentò.
Non era per niente grande, pensò Jennifer, ma Ethan non sembrava spaventato, a differenza di lei.
Chiamò Garrett per dirgli quello che era accaduto, che lei aveva lasciato che suo figlio si facesse male.
«Sto arrivando» promise lui.
E infatti poco dopo irruppe nella cucina.
«Ethan ha perso un dente, papà!» esclamò Ian, che voleva essere il primo a dirgli quella che considerava una novità eccitante.
In quei dieci minuti che aveva impiegato ad arrivare, Jennifer era riuscita a far arrestare l'emorragia sia dal naso che dal labbro. Il ragazzino aveva un aspetto tremendo. La faccia era gonfia e sporca di sangue, come i vestiti.
«Mi dispiace.» La gravità di ciò che era accaduto la colpì, sopraffacendola.
Ora che Garrett era lì a occuparsi dei suoi figli, lei fuggì dalla cucina e corse a chiudersi in camera.