Seduzione al castello
di BLYTHE GIFFORD
La dama di compagnia Mary Betoun sa benissimo che non deve fidarsi del proprio giudizio in fatto di uomini; il suo futuro non dipende da un marito, ma dalla sua capacità di accontentare la regina. Perciò quando la regina le affida il compito di approntare per la sua visita un castello in una località remota al confine con la Scozia, Mary sa che tutto deve risultare perfetto. L’affascinante capitano del castello, Jamie Davison, è ben lieto di darle una mano se Mary lo aiuterà a sua volta… a diventare un pretendente più attraente per poter trovare moglie. La sua richiesta sembra del tutto innocente, anche se la vicinanza di Jamie ispira a Mary pensieri tutt'altro che innocenti. Ma potrà fidarsi di lui e delle sue mire? E di se stessa? |
Jamie annuì con aria seria, sforzandosi di non sorridere. Non erano esattamente le parole che avrebbe voluto sentire, ma era cambiato qualcosa nel modo in cui lei lo guardava. E anche nel modo in cui guardava quelle terre.
«Se non sai tu come posso sedurre mia moglie, come faccio a saperlo io?»
Mary rimase in silenzio per qualche istante. Poi annuì, come se avesse preso una decisione. «Non sono certa che tu abbia bisogno di aiuto come dici. Però è ora di rientrare. La regina arriverà domani. Però, Jamie, ti ringrazio per avermi portata qui.»
Era un segno di perdono? «Anche se era per cacciare il cuculo?»
Lei sorrise, mostrando la sua fossetta. «Sì.»
Era riuscito ad abbattere le sue difese. Avrebbe voluto baciarla, e non solo, ma per esperienza sapeva che prima le donne avevano bisogno di tempo e di parlare.
Però aveva tentato di parlare, e avevano ancora poco tempo a disposizione. Solo quella sera.
Mary trascorse il resto della giornata a lavorare.
E a tormentarsi per Jamie. E per il bacio. E per i dubbi.
Jamie non era Oliver. Era troppo alto, e troppo lontano dall’ambiente della corte. Non era perfetto. Eppure, la faceva sorridere. Di questo era sicura.
Ma ora era insicura per tutto il resto. Quello che provava per lui era fugace quanto la sua infatuazione per tutti quelli che erano venuti prima?
Fugace, forse sì, ma era un piacevole diversivo finché non fosse arrivata la regina e lei fosse tornata alla sua vita. Sì, era quello che le serviva per calmare il suo cuore tormentato. Una serata di felicità. Un altro bacio. E qualcosa di più… Si sarebbe trastullata senza impegno, com’erano abituati a fare Oliver e Jamie.
E poi sarebbe andata via con la regina, e Jamie avrebbe conquistato la sua amata, chiunque fosse.
Mary preferiva non soffermarsi a pensare a quella parte.
La giornata primaverile fu troppo lunga. Quando scese l’imbrunire, Mary si mise a camminare avanti e indietro nella stanza di Jamie, che ora era la sua, chiedendosi come fare a riportarlo nel proprio letto.
Poi, improvvisamente, come se l’avesse chiamato con la forza del pensiero, Jamie apparve sulla soglia, senza farsetto e con la camicia aperta. «Ho lasciato una cosa nella mia camera.»
«Entra» disse lei semplicemente.
E lui entrò, senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Mary si era tolta il copricapo e aveva i capelli sciolti sulle spalle. Accanto a lei, il letto rifatto con lenzuola fresche di bucato sembrava chiamarla. Si girò a guardarlo, il che peggiorò la situazione.
«Che cos’era?» farfugliò. «Quello che hai lasciato qui.»
«Eri tu.»
Mary si diresse verso la porta, allargando le braccia per stringerlo a sé.