Favola di Natale a New York
di SARAH MORGAN
Roxy ha imparato a non credere alle favole, ma per il prossimo Natale vuole che sua figlia Mia abbia tutto quello che ha sempre sognato. Non appena i fiocchi di neve cominciano a scendere su Manhattan, Roxy però non può più nascondere il suo sogno segreto: un bacio sotto il vischio col suo affascinante collega James. James sa che con Roxy deve andarci piano: lei ha già sofferto in passato e oltre al suo cuore, deve proteggere anche la sua adorabile figlia Mia. Ma non appena le notti di dicembre diventano più fredde e l'attrazione tra loro si fa più forte, James decide che è ora di agire. Se Roxy gli permetterà di entrare nel suo cuore, forse per questo Natale potrà fare in modo che i suoi sogni diventino realtà... |
"La mia parola del giorno è deficit. Ma non ho ancora avuto occasione per usarla". Perché era così nervosa? Lavorava a stretto contatto con James ogni giorno, quindi perché ora era tutto diverso?
Roxy però conosceva la risposta e non era solo perché aveva indossato un bell'abito. Quando lavoravano insieme avevano regole ben stabilite. Lo prendeva in giro, lo cercava e lo punzecchiava: trascorrevano la giornata come se stessero giocando una partita di tennis. Quella sera Roxy non conosceva le regole. Ma sapeva che cosa c'era sotto il vestito... "Chi hai dovuto corrompere o uccidere per ottenere questo tavolo? Sul serio."
"Ho i miei contatti."
"Cioè Paige. Lei è fantastica. Mi ha aiutato a risolvere il problema dell'assistenza medica per la mamma. Ma lo sai già". Chiuse la bocca, cercando di non chiacchierare troppo.
La sala del ristorante era illuminata da delicate luci a lume di candela e gli unici suoni che si sentivano erano il rasserenante tintinnio del vetro e il mormorio delle conversazioni degli altri commensali. Attraverso le grandi finestre si stagliava il panorama di Manhattan così scintillante e glamour. Tutti i suoi monumenti preferiti sembravano disegnati davanti a lei. Era come se la città li avesse accompagnati al tavolo.
Posò lo sguardo al panorama sentendosi sopraffatta. "Quando la guardi da qui, pensi che New York sia la città più bella che ci sia, vero? Quando è tutto illuminato come ora, è come se fosse Natale ogni giorno. Ti dimentichi che ci sono persone e lavoro dietro tutto questo scintillio. Gente che non puoi vedere perché sei troppo abbagliato".
"Come per le persone."
"Vedi?" Roxy si appoggiò allo schienale. "È quello che non avrei mai pensato di dire. Sei così intelligente."
"Sei intelligente anche tu, Roxy."
"Ho un'intelligenza pratica, non è la stessa cosa."
"E pensi che non sia altrettanto importante?" La guardò per un attimo. "Cosa c'è di sbagliato?"
"È solo che quando mi lodi, mi dici cose belle, mi fai sentire come una pianta di plastica che è stata innaffiata. Non dovrei parlare così, lo so. Dovrei riconoscere il mio valore, non dovrei lasciare che qualcun altro mi faccia sentire bene e mi faccia capire certe cose su di me e bla bla bla". Oh, per l'amor del cielo, chiudi quella bocca, Roxy! Si disse. Stava chiacchierando troppo, lasciando che le parole fuoriuscissero senza pensare... era nervosa.
"Tutti amano essere valorizzati, tutti amano i complimenti, Rox. Non c'è niente di sbagliato."
"Sì, be', non ho ricevuto molti complimenti da ragazzina. Penso di aver avuto un deficit di lodi. Voilà!" Sorrise trionfante. "Ho usato la mia parola del giorno! Comunque, ciò che intendo dire è che farmi un complimento è come dare un biscotto a un cane affamato. Sono così disperata che potrei prendere la tua mano per un biscotto".
James sorrise. "Con te, Roxanne, rido sempre ".
"In senso positivo?"
"Ovviamente in senso positivo." Il suo sguardo si fermò sul viso di lei. "Non hai mai ricevuto complimenti?"
"No, ma per essere onesti probabilmente non c'era molto per cui ricevere complimenti. Ho fatto molte scelte sbagliate che però mi hanno fatto crescere. E tu non puoi saperlo perché hai fatto solo cose buone e giuste nella tua vita. "
"Non è vero." Prese il calice di vino e se lo portò alle labbra. "Ognuno di noi fa delle cattive scelte di tanto in tanto, Rox. Tutti fanno degli errori. È come poi gli errori ti aiutano a crescere ciò che conta."
"Okay, dimmi un errore che hai fatto e che cosa hai fatto per uscirne...".
James esitò un attimo. "Sono diventato un avvocato. E poi ci ho rinunciato".