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La strada del desiderio

di MEGAN HART

Un viaggio in macchina.
Per Molly rappresenta la libertà.
La libertà di essere la persona che vuole essere. La libertà di fare le sue scelte. La capacità di apprezzare le cose di suo gusto.
Non ci sono limiti né imposizioni o regole. Solo possibilità. Occasioni. Immaginazione.
Perciò quando un uomo imponente, un bel tenebroso, le passa accanto come se fosse il padrone del mondo, accende il desiderio di Molly, potente e ardente come il motore della sua Impala. E lei può lasciar scorrere sfrenato quel desiderio in tutti i modi che vuole.
Tutti.

 

14

Quando ricaddero sul letto gli aveva sfilato il giubbotto dalle spalle. Appena toccò terra, Molly cominciò a tirargli la maglietta verso l’alto. Miracolosamente, l’asciugamano si era solo spostato leggermente, ma niente più.

Jake si sfilò la maglietta e la buttò sul pavimento. Subito Molly portò le mani alla fibbia della cintura, che però oppose resistenza, e dovette strattonarla tanto forte da scuotere il corpo di Jake. Lui mise le mani sulle sue per aiutarla, e poco dopo si abbassò i jeans.

Molly aveva già piegato il copriletto ai piedi del letto, perciò quando si distese sentì le lenzuola lisce sotto la pelle. L’asciugamano si era aperto ma non sciolto, e lei lo tenne chiuso con una mano mentre si tirava su, sorreggendosi su un gomito per guardare Jake che si spogliava. Era uno spettacolo decisamente interessante. Prima gli stivaletti, poi i jeans finirono tra gli indumenti ammucchiati alla rinfusa. Infilò i pollici ai lati dei boxer neri, ma esitò. Invece di sfilarli, salì sul letto e si mise sopra di lei.

I capelli bagnati di Molly si sparsero sul cuscino intorno alla testa quando lui la spinse giù, baciandola. Lasciò la presa sull’asciugamano e lo attirò a sé. Il contatto di pelle contro pelle, ancora umida dopo la doccia, fu inebriante.

Jake si sorreggeva sopra di lei, puntellandosi ai lati del suo corpo. Aprì la bocca quando Molly socchiuse le labbra, premendole sulle sue. Le lingue s’intrecciarono. I denti sbatterono insieme. Jake si staccò per guardarla negli occhi, ma solo per un istante, poi chinò la testa per graffiarle il collo con i denti, e la pelle sensibile dell’incavo della spalla. La lingua seguì lo stesso percorso, provocandole un brivido estatico.

Insinuò una mano sotto i lombi di Molly e la sollevò appena per sfilare l’asciugamano che cadde sul pavimento con un tonfo sommesso. Molly gli passò le dita tra i capelli e sentì le goccioline di pioggia sui polpastrelli, sorpresa perché non sfrigolarono al contatto con l’acqua, per quanto aveva la pelle surriscaldata.

Un lampo squarciò il cielo, visibile attraverso le tende leggere, poi si udì il rombo di un tuono. Le luci tremolarono e si spensero, mentre la pioggia martellava il vetro. Jake e Molly s’irrigidirono. Fuori i lampioni del parcheggio si riaccesero, ma la stanza rimase immersa nell’oscurità.

Jake si alzò a sedere. Molly poteva intravedere la sua sagoma, e distinguere i lineamenti e i contorni del suo corpo, anche se era ancora buio. Sentì il peso della sua mano sul fianco. Avevano entrambi il respiro affannoso, forte nel silenzio della stanza.

Un altro lampo gli illuminò il volto, ma il tuono le impedì di sentire le parole che stava formando la sua bocca.

«Shh» disse Molly quando il tuono fu passato. «Non dire niente.»

E stavolta lui rimase zitto.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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