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La strada del desiderio

di MEGAN HART

Un viaggio in macchina.
Per Molly rappresenta la libertà.
La libertà di essere la persona che vuole essere. La libertà di fare le sue scelte. La capacità di apprezzare le cose di suo gusto.
Non ci sono limiti né imposizioni o regole. Solo possibilità. Occasioni. Immaginazione.
Perciò quando un uomo imponente, un bel tenebroso, le passa accanto come se fosse il padrone del mondo, accende il desiderio di Molly, potente e ardente come il motore della sua Impala. E lei può lasciar scorrere sfrenato quel desiderio in tutti i modi che vuole.
Tutti.

 

9

Jake chiuse la portiera ma rimase seduto immobile per un minuto, guardando avanti. Molly non si avvicinò. Il loro respiro, l’unico suono nell’abitacolo, cominciava ad appannare i vetri.

    Finalmente Jake la guardò. «Sono anni che non mi trovo sul sedile posteriore della macchina insieme a una donna.»

    Molly rise. «Neppure io.»

    Jake si passò le mani sulle cosce, sfregando i jeans, poi si girò leggermente verso di lei. «Allora che facciamo qui, esattamente?»

    C’erano tante risposte possibili, ma dalla bocca di Molly ne uscì istintivamente una, che non era sicuramente dettata dal buonsenso né dal decoro.

    «Ora ti faccio vedere.»

    Due secondi dopo si era avvicinata a lui, e un altro secondo dopo gli aveva preso il viso tra le mani. Sentì sotto i palmi che Jake irrigidiva le mandibole, e le graffiava appena la pelle con la barba corta. Non poté fare a meno di chiedersi che cos’avrebbe provato se l’avesse sentita sul ventre. Sulle cosce…

    Le sfuggì un mugolio sommesso dalle labbra. Batté rapidamente le palpebre, ed ebbe un improvviso capogiro, ma Jake la sorresse. Poteva cedere, pensò, ma non sarebbe caduta.

    Dopo un altro secondo ancora si accorse di una cosa che la stupì. «Ma tu…?»

    «Tremo? Sì.» Jake chinò il viso che Molly teneva ancora tra le mani. «Non è una montatura, vero?»

    «Vuoi dire con una telecamera nascosta, o cose del genere?» Molly gli sollevò il viso per farsi guardare negli occhi, poi lasciò la presa per permettergli di scostarsi se avesse voluto. «No, Jake, siamo solo io e te» dichiarò, scuotendo la testa.

    Jake inspirò a fatica. Chiuse gli occhi per un istante, ma non si ritrasse. «Cose così… non succedono veramente.»

    «A quanto pare sì.»

    «A me no» rise lui, tenero nel suo imbarazzo.

    Molly si avvicinò ancora di più, bilanciando il peso su una gamba per poi potersi mettere a cavalcioni sopra Jake. «Fai molti viaggi in macchina?»

    «No.» Sospirò quando lei gli si piazzò sopra.

    Molly affondò le ginocchia sul sedile e lui le mise subito le mani sulle natiche per premerle addosso il pube. Molly gli tuffò il viso nella curva tra collo e spalla e i suoi denti trovarono la pelle, per mordicchiarla leggermente. Subito sentì l’erezione che cresceva sotto di lei. Il clitoride sfregava senza tregua contro le mutandine. Stava andando tutto troppo in fretta, ma allo stesso tempo voleva andare subito al sodo.

    Avrebbe dovuto sentirsi a disagio, ma le sembrava la cosa più giusta che avesse mai fatto.

    «Per me è il primo viaggio in macchina» gli bisbigliò all’orecchio prima di prendere il lobo tra le labbra e succhiarlo.

    Jake emise un gemito e le fece scorrere le mani lungo la schiena. Molly gli fece sollevare la testa spingendola verso l’alto con il mento, per arrivare alla gola. Mmh, aveva un buon sapore anche lì. E un buon profumo. Jake sussultò quando lo morse.

    «Scusa» mormorò, sorridendo, poi leccò il punto in cui aveva affondato i denti.

    Jake le afferrò i capelli alla nuca. Non li tirò forte, ma Molly si lasciò scostare per poterlo baciare di nuovo sulla bocca.

    E lui la baciò, con ardore famelico.

    Poi le infilò le mani sotto l’orlo della maglietta per accarezzarle la pelle. Molly emise un gemito gutturale contro la sua bocca aperta. Jake intrecciò la lingua alla sua e spostò le mani verso l’alto. Molly protese i seni, smaniosa di sentire il suo tocco lì, sui capezzoli, che erano già turgidi e frementi.

    Improvvisamente si trovò supina, a scivolare sul sedile di finta pelle. Jake si abbassò su di lei, pesandole tra le gambe, premendosi contro di lei. Molly gli tirò fuori la maglietta dalla cintura e passò le mani sul suo addome caldo. Jake le sfiorò la mandibola con la bocca, che poi fece scivolare verso il collo mentre lei lo incoraggiava con un sussurro appena udibile.

    «Sì…»

    Fu in quel momento che qualcuno bussò al finestrino.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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