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Tra vizi e virtù

di CHRISTINE MERRILL

Miss Paulette Montaigne è venuta dalla Francia per cantare nello scandaloso Vitium et Virtus, il circolo per gentiluomini più peccaminoso dell’alta società inglese. Però sa che la sua illibatezza la rende diversa… e come potrà fidarsi di quell'orso del suo protettore, Ben Snyder? 

I tempi del pugilato sono finiti per lui, e Ben ha imparato a usare più il cervello che i muscoli. Ma non per questo l’angelica Miss Montaigne è alla sua portata. Potrà proteggere Paulette e anche il proprio cuore?

12

La sua esibizione era andata bene.

Non le piaceva vantarsi, ma non poteva negare che il pubblico era stato caloroso. C’era anche uno dei proprietari a guardarla e Paulette aveva cantato una strofa direttamente a lui per fargli capire quanto gli era grata di lavorare lì.

Quando sentì bussare al camerino infilò in fretta una vestaglia per coprire il costume. Sul palcoscenico andava bene, ma era troppo rivelatore da indossare davanti a un ospite. «Entrez» disse, e sorrise voltandosi verso la porta che si apriva.

«Miss Montaigne?» Era Snyder. Entrava a testa china, rispettoso, per timore di vedere qualcosa che non avrebbe dovuto. «Ho un messaggio di Mr. Challenger.»

«Sono decente, non preoccupatevi» rise lei. «Entrate.»

Lui alzò lo sguardo con un sorriso sollevato. «Grazie. Non vi avrei disturbato dopo lo spettacolo, ma mi ha mandato Mr. Challenger.» Forse la vestaglia era comunque troppo rivelatrice, perché lanciò un’occhiata verso il basso e parve distrarsi.

«Gli è piaciuto sentirmi cantare?» lo incalzò lei.

«Molto. Devo darvi questa.» Le mise la mano aperta dietro l’orecchio e, quando la riabbassò, aveva una moneta d’oro tra le dita.

Lei rise divertita. «Fate magie?»

«Come voi quando cantate.» E arrossì di nuovo, imbarazzato. «Avete fatto sorridere Mr. Challenger, e non lo fa da quasi una settimana.» Le porse la moneta. Quando lei stese la mano, però, la fece scomparire di nuovo poi gliela fece cadere nel palmo.

Paulette batté le mani contenta. «Anche voi dovreste esibirvi.»

Lui scosse la testa. «Sono troppo brutto.» Si toccò la cicatrice sulla fronte. «Vado bene solo per il pugilato. E pagava meglio che fare giochetti di destrezza agli angoli delle strade.»

«Incroyable» mormorò lei, imbarazzata al pensiero di Ben Snyder a torso nudo, con i pugni alzati in segno di vittoria.

Lui spostò il peso da un piede all’altro, indeciso, poi guardò in direzione della porta, per assicurarsi che fossero soli. «Se vi dico una cosa in confidenza, Miss Montaigne, mi promettete che rimarrà tra noi?»

«Oui» disse lei annuendo solennemente.

«Vi è stato detto che ero presente a un’asta, qualche settimana fa, quando una ragazza ha cercato di vendere la sua verginità.»

Lei annuì, chiedendosi se volesse scusarsi per quella cosa inaccettabile.

«Non era in pericolo. Ha vinto Mr. Challenger, e la ragazza ora è sua moglie.»

«Era un gioco tra loro?»

«La storia è più complicata. Io non mi sarei intromesso se mia sorella Polly non mi avesse chiesto aiuto. È la cameriera della moglie di Mr. Challenger. Lavoravo a casa di suo padre.»

«Eravate il suo segretario?» Era un lavoro adatto a un uomo istruito.

«Ero un lacchè» precisò lui, imbarazzato. «Tutta la mia famiglia è a servizio, e sarei ancora un domestico anch’io se non fossi diventato troppo robusto. La padrona ha detto che costava di meno assumere un nuovo lacchè che trovare una livrea che mi andasse bene.»

La fissava come se si aspettasse di vedere il suo disprezzo. «Mio padre faceva il pescatore, è morto in una burrasca, e mia madre è morta di febbre malarica. Se non fossi stata accettata in convento…» Scrollò le spalle. «Ci è andata bene, no?»

«Sì», convenne lui, sorridendole sollevato. Poi le fece un inchino rispettoso e andò via, chiudendo la porta.

Paulette rimase per qualche istante a fissare la moneta, poi se la mise in tasca, si tolse vestaglia e costume, lo appese al gancio, e infilò di nuovo la vestaglia. Aprì la porta del camerino e guardò in corridoio da entrambi i lati per assicurarsi che non la vedesse nessuno in déshabillé. Aveva molto su cui riflettere, e voleva farlo in tranquillità e solitudine.

Salì la scala stretta in fondo al corridoio e salì in camera. Aprì la porta, entrò e la chiuse.

Quando si girò, però, vide Mr. Danvers disteso sul suo letto con un sorriso trionfante.

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