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Tra vizi e virtù

di CHRISTINE MERRILL

Miss Paulette Montaigne è venuta dalla Francia per cantare nello scandaloso Vitium et Virtus, il circolo per gentiluomini più peccaminoso dell’alta società inglese. Però sa che la sua illibatezza la rende diversa… e come potrà fidarsi di quell'orso del suo protettore, Ben Snyder? 

I tempi del pugilato sono finiti per lui, e Ben ha imparato a usare più il cervello che i muscoli. Ma non per questo l’angelica Miss Montaigne è alla sua portata. Potrà proteggere Paulette e anche il proprio cuore?

8

Paulette stava per obiettare che non l’avrebbe mai fatto. Se non le avesse permesso di andarsene, avrebbe dovuto alzare la voce e, così facendo, avrebbe attirato l’attenzione. Una scenata avrebbe confermato la sua reputazione agli occhi delle pettegole inglesi, ma che cosa poteva fare?

Prima che potesse aprire bocca, però, furono interrotti. «Miss Montaigne? Eccovi! Vi avevo perso di vista tra la folla.» Mr. Snyder la raggiunse, una sagoma tanto imponente da oscurare il sole del pomeriggio. «Posso aiutarvi a portare i pacchetti?»

«Oui, Mr. Snyder» mormorò lei, porgendogli la cappelliera.

Lui la prese con la sua manona, poi fece un cenno all’uomo davanti a lei. «Mr. Danvers.»

«Snyder.» Il suo sorriso si spense.

«Se volete scusarci, Miss Montaigne deve tornare al club per fare le prove.»

L’uomo non si scostò. «Stavamo ancora parlando.»

Mr. Snyder scrollò le spalle e la guardò severamente. «Il mio compito è assicurarmi che assolva ai suoi obblighi di lavoro. Se avete altro da dire, dovrete rivolgervi ai nostri principali.»

Lei guardò l’orologino appuntato al vestito con una spilla. «Mon Dieu, è tardissimo. Avete ragione, Mr. Snyder. Dobbiamo andare.» Poi si girò senza salutare Danvers e si allontanò a passo svelto, seguita da Mr. Snyder un passo indietro rispetto a lei.

Quando furono fuori dalla vista dell’uomo, Mr. Snyder accelerò per camminare al suo fianco. Le parve che il suo silenzio fosse vagamente d’accusa.

Alla fine, non resistette e sbottò: «Grazie di avermi salvata da quell’uomo orribile».

«Non sarei stato costretto a intervenire, se aveste evitato di uscire a fare acquisti.»

«Non mi è concesso di uscire liberamente?» Aveva sentito parlare di club che fingevano di lasciare libere le ragazze, ma in realtà le tenevano prigioniere.

Snyder continuava a guardare dritto davanti a sé mentre camminavano, come per ignorarla il più possibile. «A volte mi sembra che mi fraintendiate di proposito. Quando non vi esibite siete libera di andare dove volete. Ma non è normale che le signore a Londra girino senza cameriera.» Si accigliò. «Non vorrei che le persone si facessero un’idea sbagliata su di voi perché lavorate al club.»

«Sono forestiera e appena arrivata qui. Come sanno chi sono?»

Lui scosse la testa, come se fosse sorpreso dalla sua ingenuità. «I nostri soci hanno la maschera al club, ma le artiste no. Molti nobiluomini e gentildonne perbene che incontrate e che si fingono scandalizzati di giorno, sono gli stessi che fanno parte del vostro pubblico in maschera.»

«Capisco… In Francia siamo molto più aperti su queste cose. Per me era più facile capire…» Scrollò le spalle.

«Lo immagino.» Lui le lanciò un’occhiata fugace. «Anche se non vi hanno mai visto né sentito cantare, vi fate notare comunque.» L’omone arrossì come quando lo aveva accusato nel club. «Siete molto bella, sapete. E la vostra voce è angelica anche quando parlate.» Quell’affermazione sembrava un complimento, ma il suo tono era neutro.

«Non è colpa mia. Non cerco di attirare l’attenzione.»

«Lo so. Siete anche modesta.»

«Grazie.» Paulette era perplessa per il suo atteggiamento galante.

«Però, per evitare altri problemi oggi, sarebbe più prudente se vi accompagnassi nelle vostre commissioni, così evitereste di essere importunata.»

«Non vorrei disturbarvi.» Paulette era imbarazzata per averlo distolto da quello che stava facendo per scortarla.

«Nessun disturbo, Miss Montaigne. Il mio compito è di proteggervi.» Fece un sorrisetto ironico. «E mi avete già fatto capire chiaramente che altrimenti non vi accompagnereste a me per altri motivi.»

Poi, senza aggiungere altro, rimase un passo indietro, seguendola come un umile servitore.

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